Welfare
Studio rivela: gli ex volontari sono ottimi dipendenti
La ricerca, realizzata in Gran Bretagna, punta il dito contro i datori di lavoro, incapaci di accorgersi delle qualità che i cooperanti rientrati maturano all'estero
I datori di lavoro ?sottovalutano grandemente? le fondamentali capacità e professionalità acquisite dai volontari internazionali: è quanto emerge da uno studio inglese.
La globalizzazione e la rivoluzione tecnologica in atto richiedono con sempre maggiore urgenza personale dotato di comunicativa efficace, capacità di adattamento, spirito di collaborazione e flessibilità, ma la maggior parte dei datori di lavoro non si rende conto che queste sono doti tipiche di persone che hanno trascorso del tempo all?estero lavorando per le organizzazioni di solidarietà internazionale. Sono queste le conclusioni del rapporto curato dalla società Demos, in collaborazione con Vso (Voluntary Service Overseas), e realizzato sulla base di interviste con 30 volontari rientrati, 15 datori di lavoro del settore pubblico e privato e 15 esperti tra cui docenti universitari, consulenti e studiosi di problematiche del lavoro.
Nonostante ciò, la maggior parte dei datori di lavoro considera un’esperienza di volontariato all’estero come un “break lavorativo” volto a soddisfare una personale esigenza di realizzazione personale, piuttosto che una concreta opportunità di migliorare se stessi e le proprie performance di carriera. Senza riuscire, in questo modo, a trarre vantaggio dalle preziose esperienze internazionali di migliaia di giovani e meno giovani che si affacciano o rientrano nel mercato del lavoro.
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