Volontariato
Studio dimostra: il razzismo fa male al cuore
Le discriminazioni sono causa di malattie cardiovascolari
Le disuguaglianze possono essere indicate come ”cause sociali” di una più alta mortalità cardiovascolare, che può non essere misurata a livello individuale.
Partendo dalla ricerca epidemiologica sui fattori di rischio cardiovascolari e dai progressi nel campo della prevenzione, lo studio evidenzia la diversa incidenza di mortalità per malattie cardiovascolari tra gruppi socio-demografici diversi. Nel 1996, negli Usa le morti per malattie cardiovascolari variavano tra le 156/100mila tra le donne afro-americane alle 51/100mila tra le donne asiatiche; differenze simili si osservavano per gli uomini. Inoltre, il livello di reddito viene correlato alla mortalità per malattie cardiache tra le 47 più grandi città americane. Indipendentemente da questo fattore, nello stesso campione di città, anche la segregazione razziale viene associata al rischio di morte per malattie cardiovascolari.
Lo studio conclude che i processi sociali ”generano spiccate differenze nella mortalità per malattie cardiache tra gruppi demografici”. Negli Usa, l’incidenza delle morti è generalmente 2-3 volte più alta tra gli afro-americani rispetto agli asiatici. In generale, spiega la ricerca, questa variazione risulta dalla diversa eredità culturale, basata su modelli di vita e di alimentazione differenti. Il paragone ecologico tra città che mostrano modelli di vita simili suggerisce, infine, che differenze a livello di reddito e discriminazioni razziali sono entrambi associati ad un’ampia variazione nella mortalità.
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