Guide
Studiare all’Estero? Non chiedete a ChatGpt
Un'esperta di educational consulting, Katja Iuorio, ha pubblicato, per Guerini & Associati, una guida pratica per affrontare gli studi all'Estero, spiegando che il primo fattore di successo è una scelta ben ponderata (tre anni prima) e condivisa in famiglia. Nel baedeker molte esperienze di chi lo ha già fatto
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Studiare all’Estero cioè prepararsi per tempo. Leggere l’interessante baedeker della psicologa Katja Iuorio, Studenti a tutto mondo, Guerini Associati, significa innanzitutto comprendere questo apparente dettaglio che diventa fattore di successo, tanto aiuta nella scelta.
Per tempo significa anni prima: due, tre, idealmente quando si sta frequentando la terza superiore. Anzi, quando i figli stanno frequentando il terzo anno. Perché questo lavoro – 154 pagine dense di informazioni e consigli utilissimi – è chiaramente pensato anche per i genitori.
Ora la famiglia è compartecipe della scelta
D’altra parte la famiglia è sempre più chiamata a seguire la scelta universitaria dei figli: è un dato di fatto che, da una ventina d’anni almeno, i saloni dello studente e gli uffici orientamento degli atenei siano sempre più frequentati dai mamme e papà. Cosa che è stata inimmaginabile per decenni, vuoi perché i giovani concepivano il loro protagonismo in queste scelte di vita e le gestivano gelosamente, vuoi perché la formazione superiore era sostanzialmente gratuita e i genitori erano portati a non preoccuparsene troppo, anche perché la laurea era comunque un passepartout professionale.
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Oggi prevedere tre o cinque anni di studio per i figli diventa un ardito esercizio di economia famigliare, che richiede programmazione e, non di rado, la necessità di indebitarsi.
A maggior ragione se i figli e i genitori si orientano per l’Estero – per lo specifico tipo di formazione, per l’opportunità correlata di imparare una o più lingue, per l’esigenza di aprirsi al confronto con società e modelli diversi o per tutte queste ragioni assieme – un lavoro come quello di Iuorio, che da anni si occupa di education consulting proprio per le famiglie, è prezioso.
Perché analizza, Paese per Paese, i sistemi e i costi, indica le risorse web e suggerisce percorsi concreti ma, soprattutto, perché fa capire come questa scelta debba essere ponderata dal singolo e dalla famiglia, in un percorso di approdo ragionevolmente lento. Iuorio, per esempio, suggerisce che possa diventare un argomento di discussione a cena, qualcosa che, per un periodo, entra a far parte della routine famigliare, per metabolizzarla «senza l’ansia dettata da una decisione imminente ma con la serenità di un percorso che vede tutta la famiglia e la cerchia di affetti coinvolta, non solo chi parte». E propone di ricorrere anche ai vecchi ma efficaci strumenti della logica e della pazienza: la lista, ovvero pensare-annotare-ordinare. Che cosa? «(…) pensieri e idee che rispondano più o meno a questa domanda: che cosa voglio, io, dall’università che andrò a frequentare? E, prima ancora, che cosa voglio io da me stesso?».
No alle decisioni last minute
In questa guida per aspiranti matricole da esportazione e per i loro genitori non manca, ovviamente, un altro tradizionale strumento della manualistica come si deve: l’esperienza. L’autrice procura di abbinare a diverse fasi di percorso – che sia l’application o la ricerca di un alloggio – una puntuale testimonianza. Nessuno, meglio di chi c’è già passato, può infatti fornire ragguagli, confronti, benchmark.
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Dopodiché si può anche scegliere di compulsare ChatGpt, l’onnisciente applicazione dell’Intelligenza artificiale come se fosse l’oracolo del Signore (vedi sopra, ndr), ma la forza e il sedimento delle cose viste, conosciute, provate, col filtro intelligente di un’autentica esperta, rimangono sempre un buon viatico.
Katja Iuorio
Studenti a tutto mondo
Cosa sapere, come scegliere, come prepararsi per l’università all’Estero
Guerini e Associati
Euro 16,50
La foto in apertura è di Good Free Photos da Unsplash
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