Welfare

Strutture residenziali per studenti Saranno una delle eredità dell’Expo

di Redazione

Vita: Antonio Oliverio, assessore al Turismo della Provincia di Milano. Parlando di Expo, la prima cosa che ci sembra interessante è capire, alla luce dei 29-30 milioni di visitatori attesi, che tipo di turisti attendiamo?
Antonio Oliverio: La tipologia di turisti sarà di persone curiose e attente al tema dell’Expo del 2015, quello dell’alimentazione. Interessati dunque alle risposte che i 180 Paesi metteranno in campo per risolvere uno dei più grandi problemi che attanaglia l’uomo, proprio l’alimentazione, intesa come energia della vita. Tentando di scomporli, molti di questi saranno italiani, prevalentemente delle regioni del Nord, un po’ di europei che aspettiamo numerosi e un 1-2% da altri continenti.
Vita: Per soddisfare le richieste in termini di ricovero, spostamenti e servizi ci vorrà un ingente investimento in infrastrutture. In particolare però c’è da tenere presente il post Expo e la possibilità di riutilizzare queste infrastrutture in modo utile anche in futuro. Che idee avete in mente?
Oliverio: L’idea che ci siamo fatti è che di questi milioni di persone che verranno qui e che vorranno anche fermarsi, non tutti li potremo ospitare nella nostra grande città metropolitana. Riteniamo che l’Expo non debba essere una prerogativa soltanto di Milano, ma che riguardi il Nord Italia in un raggio intorno a Milano di 300 km. Cioè che coinvolge Genova, Venezia, Torino e addirittura Firenze. Un quadrilatero ideale in cui immaginiamo di ospitare le persone. La proposta di accoglienza del Nord Italia è tale per cui possiamo reggere l’onda d’urto dei turisti, che potrebbero toccare 100, 200 o anche 300mila persone al giorno. La nostra rete di accoglienza turistica infatti in termini di eccellenza è una delle più alte d’Europa e che dunque ci permetterà di accogliere i turisti con un alto livello qualitativo. Quello che ci manca altresì è una rete di accoglienza a basso costo. Su questo l’Expo ci dovrebbe aiutare, anche da un punto di vista infrastrutturale, ad ammodernare le nostre città, per poter garantire anche un turismo, durante e successivamente alla fiera, a basso costo. Questo discorso poi per Milano vorrebbe dire che, dal giorno dopo la fine dell’Expo, le strutture possano essere messe a disposizione del grande sistema universitario meneghino, che ha ancora bisogno di dare delle risposte agli oltre 40mila studenti che studiano nella nostra città.
Vita: Le infrastrutture sono legate ad un territorio. A lei è molto caro il tema del «consumo del territorio». Che cosa significa?
Oliverio: Intendo dire che tutto può essere fatto per arrivare pronti all’appuntamento, per recuperare il tempo perduto e per dare possibilità al nostro mondo dell’imprenditoria di vincere e rimanere competitivo. Dobbiamo rimodernare il nostro Nord Italia. Ad esempio nella nostra provincia dobbiamo lavorare sul potenziamento delle rete stradali. Sono vent’anni che aspettiamo di fare questi lavori. Oggi con l’Expo sono finalmente in cantiere tangenziali come la Pedemontana, Brebemi e la Tem, un sistema di strade che ci aiuterà a snellire i flussi di traffico che, non essendo più veloci a sufficienza, stanno soffocando il mondo del lavoro. Ma nel fare tutto questo dobbiamo provare a preservare e tutelare un’altra delle nostre caratteristiche, quali le nostre aree verdi e i terreni agricoli. Siamo infatti la seconda provincia agricola italiana e dobbiamo cercare di rimanere tale. Questo fare agricoltura ed essere verdi in una città ritenuta industriale èe un valore aggiuntivo in cui riusciamo a produrre eccellenze. Penso ad esempio al riso Carnaroli, uno dei migliori nel mondo. Queste cose costituiscono un valore sia dal punto di vista turistico che ambientale.

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