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Strutture residenziali e case-famiglia, ecco i requisiti minimi

In Gazzetta Ufficiale il Regolamento che stabilisce gli standard abitativi e gestionali delle strutture di accoglienza

di Benedetta Verrini

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha fissato con decreto (Dpcm 21 maggio 2001, n. 308, pubblicato in G.U. 28 luglio 2001, n. 174, concernente “Requisiti minimi strutturali e organizzativi per l’autorizzazione all’esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale, a norma dell’articolo 11 della legge 8 novembre 2000, n. 328”), i requisiti minimi strutturali e organizzativi per l’autorizzazione all’esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo diurno e residenziale che si rivolgono a minori, disabili, anziani, persone affette da Aids e persone con problematiche psico-sociali. Sono previsti requisiti specifici per le comunità di tipo familiare con sede nelle civili abitazioni. Alle Regioni è demandato il compito di recepire e integrare tali requisiti minimi. Tra i requisiti comuni che tutte le strutture devono possedere, si evidenziano l’ubicazione in luoghi abitati facilmente raggiungibili, la dotazione di spazi destinati ad attività collettive, la presenza di figure professionali sociali e sanitarie qualificate, l’adozione di un registro degli ospiti, nonché l’adozione, da parte del soggetto gestore, di una Carta dei servizi sociali.


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