La famiglia è un mondo fatto di storie uniche, di linguaggi differenti, di pratiche quotidiane che evolve adattandosi alla cultura, al tempo e al contesto nel quale vive. Negli ultimi decenni la famiglia si è molto modificata, è diminuito il numero medio dei suoi componenti e si sono diffuse maggiormente alcune tipologie familiari quali le famiglie monoparentali.
I mutamenti della struttura economica, i profondi cambiamenti intervenuti nelle relazioni familiari (aumento dei conflitti di coppia e delle separazioni) e in quelle della società civile, evidenziano una marcata fragilità dei nostri ragazzi che passa, anche, attraverso la difficoltà a “motivarsi allo studio”.
Da una recente indagine sugli stili di vita degli adolescenti, condotta su un campione di quasi 11.500 studenti delle scuole superiori della Lombardia*, si evince la forte correlazione esistente tra la struttura familiare e l’incidenza delle difficoltà scolastiche. L’85,4% degli intervistati vive con entrambi i genitori, di questi il 19,8 % ha subito almeno una bocciatura e il 33,6 % è stato promosso con debiti formativi. La situazione sembra peggiorare quando la famiglia è monoparentale, arrivando ad una media che va dal 31,4% al 37,2% di insuccesso scolastico, per oltrepassare il 40% quando si tratta di promozione con debiti formativi. E’ possibile osservare come la percentuale delle bocciature superi il 50% quando l’adolescente è inserito fuori dal proprio nucleo familiare.
I dati evidenziano, inoltre, che gli individui a rischio di dispersione scolastica sono principalmente maschi e che nelle famiglie monoparentali, nelle quali è la madre il genitore convivente, la situazione legata al rendimento scolastico sembra migliorare.
Come può, oggi, una famiglia riuscire a trovare un sano equilibrio tra i tempi di vita e i tempi di lavoro? Quale genitore di fronte all’insuccesso scolastico del proprio figlio non si sente deluso e preoccupato rispetto al suo futuro? La prima reazione è trovare la soluzione alla bocciatura: capire se iscriverlo di nuovo presso lo stesso Istituto scolastico o cominciare a cercare una nuova scuola (sempre che si sia ancora in tempo per iscriverlo).
Ci si sente arrabbiati, confusi e i conflitti in famiglia aumentano. Ma, se ci pensiamo bene, le difficoltà scolastiche possono trasformarsi in vere e proprie occasioni utili a generare nuove opportunità educative. Come trasformare la rabbia dell’insuccesso in nuova “intenzione educativa”? Fermandosi, cercando di dare un senso a quanto sta accadendo e generando riflessività. Il tempo della riflessione non è mai tempo sprecato, anche se è difficile da ritagliare.
Care mamme e cari papà, approfittate di questo periodo di vacanze estive per stare in modo differente con i vostri figli, tornando ad ascoltarli senza fretta e senza giudicarli. Ricordatevi che siete voi gli interlocutori privilegiati per i vostri ragazzi e che l’alleanza educativa tra mamma e papà vi rende educatori maggiormente credibili. Non lasciate che i sensi di colpa prendano il sopravvento sulle vostre competenze genitoriali.
Susy Pierantoni- Semi di Melo
*I dati riportati fanno riferimento all’indagine sugli stili di vita giovanili (Progetto Selfie) realizzato da “Semi di Melo” – Centro per la formazione e la ricerca sull’infanzia e l’adolescenza – promosso dalla Fondazione Exodus Onlus e Casa del Giovane, in collaborazione con il Centro di Analisi Statistica dell’Università Bicocca di Milano.
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