Le prove scritte della maturità sono alle spalle e gli orali sono prossimi. Il giorno precedente l’inizio degli esami Lara, studentessa di terza F, mi ha telefonato due volte nella stessa giornata: è in preda ad attacchi di panico. Ho cercato di tranquillizzarla, le ho detto che l’opinione di tutti i professori è che lei abbia le carte in regola per superare gli esami. I livelli di ansia salgono, gli studenti stanno perdendo la visione d’insieme e si perdono nelle piccole cose. Anche i più bravi, come Chiara, Isabella e Mario, che hanno 9 e 10 in tutte le materie, manifestano segnali di disagio e mi tempestano di domande futili: «Agli orali ci chiederanno tutto il programma? È vero che la professoressa di greco è fissata per la grammatica? Quello di matematica fa domande a trabocchetto?».
Studiano insieme, si aiutano, ma si contagiano; la paura cresce ed è difficile controllarla. Durante le ultime lezioni ho raccomandato loro di mantenere alta la concentrazione, di fare brevi intervalli quando, dopo molte ore di studio, il cervello non immagazzina più nozioni, di uscire e fare brevi percorsi a piedi nelle vicinanze di casa o, in camera, di eseguire alcuni esercizi di stretching per tonificare i muscoli. Fondamentale è poi scegliere un’alimentazione leggera a base di frutta e verdura e dormire un numero di ore sufficiente, perché il corpo e la mente stressati hanno bisogno di sonno per ristorarsi.
Martina mi dice che non riesce a fare a meno di contornarsi di pacchi di biscotti al cioccolato, l’unica soluzione per placare l’ansia. I genitori sostengono che i figli sono inavvicinabili: «Non gli si può dire niente», mi confida la mamma di Gianna, amareggiata dal trattamento che le riserva la figlia. Tutti gli studenti di terza F hanno intimato ai genitori di non farsi vedere agli esami; sono ammessi solo gli amici del cuore. La maturità ha i suoi riti rassicuranti, antidoti ai timori spropositati, e a farne le spese sono soprattutto le mamme e i papà, più di tutti in ansia per i loro figli.
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