Non profit

Strenne solidali: un cofanetto su don Bello

Editrice La Meridiana e Pax Christi commemorano il vescovo pacifista raccogliendo un cd audio, un testo e un poster. Il ricavato per progetti di pace.

di Giampaolo Cerri

Una strenna intelligente per il prossimo Natale: un Cofanetto celebrativo in onore di don Tonino Bello, il vescovo che unì la sua missione pastorale a un’instancabile opera di pace. Pax Christi lo ricorda con la pubbicazione di alcuni inediti.
Si tratta del cd audio Chiamatemi don Tonino che ripropone spettacolo di lettura teatrale, ideato e prodotto da Quelli che con la voce, scritto da Francesco Cardinali e interpretato da Luca Violini.
Si tratta di «una storia coinvolgente, la cronaca viva di una scoperta inaspettata per provare lo stupore di una parola che vibra bellezza e poesia ma che graffia, provoca, scuote».
In confidenza di padre. Confessioni di un vescovo è invece altro testo imperdibile di don Tonino, «una riflessione a tutto campo sull’amore e sulla necessità di capire e condividere con gli altri la nostra umanità. Le indispensabili pagine per incontrare il don Tonino più vero e intimo».
A completare il cofanetto, un poster per incrociare il suo sguardo appassionato e trascinante. Insomma, recita una nota dell’editore La Meridiana, «il necessario per scoprire una straordinaria, moderna, persino provocatoria testimonianza di amore per la pace e gli ultimi. O, più semplicemente, per la vita».
Il costo del cofanetto è di 18 Euro. Per ordini superiori alle 3 copie, sconto del 20%.
Per volontà degli autori, acquistando questo cofanetto, contribuisci alle attività e ai progetti di Pax Christi Italia.
Info e ordini allo 080.3346971 o 080.3971945; fax allo 080.3340399, e-mail a lameridiana.
Il cofanetto è visibile nel sito Meridiana.it.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.