Cultura

Stranieri: la Lega propone classi seprate

Gibelli (Lega): ci vuole un test d'ingresso. Risponde Cogliati Dezza (Legambiente): ridateci il mediatore culturale

di Sara De Carli

Per gli studenti stranieri un test d’ingresso di lingua e cultura italiana, che dovra’ essere messo a punto dalle Regioni, al fine di accedere alla scuola dell’obbligo. Solo con l’esito positivo di questa prova i ragazzi si potranno avviare all’ammmissione alla classe corrispondente alla loro eta’ insieme con gli studenti italiani. In caso contrario saranno obbligati a frequentare per due anni classi di inserimento temporaneo. E’ la proposta di legge che il capogruppo alla Camera della Lega Nord, Andrea Gibelli, e il capogruppo in commissione Cultura del partito, Flavio Rodighiero, hanno illustrato oggi in conferenza stampa a Montecitorio. La proposta potrebbe essere “portata direttamente in Commissione se motivi d’urgenza lo richiederanno”, ha spiegato Gibelli il quale ha aggiunto anche “che e’ stata prevista anche la copertura per il fabbisogno ulteriore di assunzioni”. Secondo l’esponente della Lega Nord, in questo modo sara’ reso “piu’ facile il percorso educativo dei bimbi stranieri e in primo luogo extracomunitari che invece oggi vengono collocati nelle classi italiane senza avere la minima cognizione della lingua e della cultura”. ”L’elevata presenza di alunni stranieri nelle classi scolastiche – spiegano gli esponenti del Carroccio nella relazione introduttiva alla proposta di legge – determina infatti difficolta’ oggettive di insegnamento per i docenti e di apprendimento per gli studenti”. Gli alunni stranieri hanno ”bisogno di specifici corsi di apprendimento della lingua italiana, altrimenti l’impatto con la classe puo’ risultare ostico ed il lavoro che in essa viene svolto eccessivamente ridotto e penalizzate per gli studenti italiani”. Molto critico il deputato dielle Ermete Realacci: ‘Esattamente il contrario di quello che serve al Paese. Abbiamo bisogno di integrazione, non di creare nuovi ghetti. Non si puo’ essere contro le scuole confessionali e separate a Milano e poi non lavorare per l’integrazione e l’inclusione”. Per Vittorio Cogliati Dezza, responsabile scuola e formazione di Legambiente si tratta di ”una proposta demagogica che offende la professionalita’ degli insegnanti. Viene da chiedersi piuttosto che fine ha fatto la figura del mediatore culturale e i finanziamenti per renderla concreta. Sarebbe un dovere del governo fornire tutti gli strumenti adatti per mettere gli insegnanti in condizione di lavorare. Ad oggi pero’ non e’ cosi’, sono gli Enti locali gli unici a darsi davvero da fare per risolvere il problema”. Cogliati Dezza sottolinea come dalla recente indagine del Tavolo nazionale ‘Fermiamo la Moratti’ sull’applicazione della Riforma emerga che il 65% delle scuole non puo’ contare sul mediatore culturale. Sopperiscono le scuole che mettono in campo progetti specifici utilizzando fondi forniti dall’Ente Locale, fondi di istituto per incentivare il lavoro aggiuntivo dei docenti o utilizzando risorse per l’arricchimento dell’offerta formativa date dall’applicazione della L. 440/97. ”La figura del mediatore culturale – conclude Cogliati Dezza – e’ un modello che non e’ fallito, e’ stato semplicemente soffocato. La soluzione non e’ nelle classi differenziali che, al contrario, sono inconciliabili con un vero inserimento nella scuola dell’obbligo”.


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