Cultura

Stranieri, chi ci pensa

Aumenta la percentuale di Immigrati tra i nuovi casi di Aids. La risposta del progetto farsi prossimo

di Antonietta Nembri

Gli ultimi dati sui nuovi casi di Aids stimano in un 14% l?aumento dell?infezione tra gli immigrati presenti in Italia. Come aiutarli? Formando operatori appartenenti alle comunità straniere. È la strategia adottata dal consorzio Farsi Prossimo della Caritas Ambrosiana. Da un triennio, sensibilizzano sui rischi dell?Hiv educatori, responsabili e custodi di una quindicina di centri di prima accoglienza di Milano e dell?hinterland. «L?idea base è fare in modo che la prevenzione primaria degli ospiti dei centri venga fatta direttamente dalle stesse persone che gestiscono l?accoglienza», spiega Laura Rancilio, del Consorzio Farsi Prossimo, che sottolinea come questo progetto sia, comunque, in rete con gli altri messi in campo da Ala e dalla Fondazione Aids-Aiuto per la popolazione straniera e miranti alla prevenzione dell?infezione da Hiv. Il progetto di Farsi Prossimo, che ha realizzato anche dei vademecum per i singoli centri con informazioni di base sull?Hiv in diverse lingue, è multiculturale sotto tanti punti di vista. A partire dalla nazionalità degli immigrati con funzioni di custode che appartengono alle diverse etnie che vivono a Milano: dai sudamericani ai centrafricani, dai bosniaci agli arabi. Delle 74 persone che hanno partecipato alle lezioni del progetto, 21 sono stranieri, quasi tutti uomini, mentre i rimanenti 53 educatori e responsabili sono equamente divisi tra uomini e donne. Gli ospiti dei centri di prima accoglienza coinvolti nel progetto e raggiunti dai mediatori sono stati, fino a oggi, 1.855.


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