Famiglia

Stragi a scuola, ossessione di morte

La difficile ricerca di una spiegazione per gesti di lucida e preordinata disperazione

di Franco Bomprezzi

Due stragi preordinate, in Germania e in Alabama: i giornali oggi si interrogano sul perché un ragazzo possa concepire e portare a termine un disegno di morte così tremendo e lucido.

La rassegna stampa oggi si occupa anche di:

 

“Germania, torna nel liceo e fa una strage: 15 morti”: fotonotizia di spalla sulla prima di LA REPUBBLICA (che dedica il titolo di apertura alla proposta Franceschini: “Il Pd una tantum dai ricchi I Bot scendono sotto l’1%”). La cronaca a pagina 10. Riferisce l’inviato Andrea Tarquini: a Stoccarda, in pochi minuti Tim Kretschmer ha ucciso 15 studenti minorenni. Poi è fuggito inseguito dalla polizia. Ha sparato su passanti e  agenti e alla fine colpito alla gamba si è sparato alla testa. La strage degli innocenti è iniziata alle 9.30: Tim, vestito di nero come un ninja, è arrivato al suo ex liceo, in mano la Beretta rubata dalla collezione di papà, e ha cominciato, aula dopo aula, il suo massacro. «Sembrava un tipo tranquillo» commenta chi lo conosceva. In appoggio intervista allo scrittore Peter Schneider: “Vietare le armi, un falso problema ma è l’isolamento che fa paura”. «Non ho nulla contro leggi più severe sulle armi. Ma non credo che servano». Andrebbe invece affrontata la «disintegrazione della società. Gli insegnanti non hanno più tempo per affrontare i problemi psicologici di ogni studente», mentre i videogiochi «portano alla desensibilizzazione, mostrano la violenza omicida come normale». Il commento è di Francesco Merlo (a pagina 29): “I fucili ai ragazzini”. Parte dall’armamentario che il padre del giovane omicida possiede in casa: «con tutte quelle armi ha certamente contribuito a sviluppare le fantasie del figlio, a fargli saltare l’adolescenza, a farlo avvicinare alla violenza con naturalezza, a costruirgli l’occasione propizia per diventare criminale».

Il CORRIERE DELLA SERA dà spazio alle riflessioni del regista Tennis Gansel, che ha diretto L’Onda (Die Welle) in cui un insegnante, per un esperimento psico-sociologico, forza i comportamenti degli alunni fino a reazioni violente ed irrazionali. Il finale del film spiega perché si è chiesto un intervento del regista, infatti in chiusura di pellicola un ragazzo perde la testa, spara sui compagni e si toglie la vita. Secondo Gansel il movente che spiega queste stragi scolastiche, iniziate in America ma molto velocemente sbarcate anche in Europa, sta nella pressione sociale che i ragazzi subiscono. Secondo il regista tedesco l’aggressività dai giovani è una cosa normale, che in passato si esprimeva con le vecchie scazzottate, ma oggi, a causa dell’obbligo al successo, il trovare risposte a richieste sempre più impegnative e pensare sempre più con apprensione al futuro, questa aggressività è aumentata esponenzialmente e in alcuni casi può sfociare in vera follia omicida. Sempre sull’argomento il CORRIERE pubblica anche una riflessione di Scaparro che analizza il fenomeno del suicidio memorabile. Cioè di questa ricerca nel suicidio di medianicità e spettacolarità che si oppone fortemente alla natura originaria di un gesto da sempre caratterizzato da una dimensione strettamente privata. Tutto viene filmato, documentato e messo a disposizione di tutti in rete. E’ qualcosa senza precedenti e agghiacciante. In conclusione l’unica cosa certa è che combattere questa violenza è un dovere nei confronti dei propri figli.

Sulla  strage in Germania oggi LA STAMPA pubblica un’ampia cronaca in primo piano e pubblica un titolo in prima “Il giorno delle stragi” accostando il massacro nella scuola di Winnenden compiuto dal diciassettenne Tim Kretschmer e quello compiuto a Kinston, in Alabama, dal neanche trentenne Michael McLendon (11 parenti uccisi), entrambi finiti con il suicidio. Alla cronaca è accostata un’intervista sull’Italia a Chiara Camerani, psicologa e direttrice del Cepic, Centro europeo di psicologia investigazione e criminologia. Che dice: «In Italia non circolano così tante armi come altrove» ma anche il nostro Paese «va verso un aumento dell’alienazione, della disgregazione delle famiglia e della rete sociale e fenomeni come quello capitato in Germania e negli Usa ne sono il frutto». Perché tanta crudeltà? E’ la domanda che ci si pone più spesso. «Nei ragazzi si verifica un’esacerbazione dei problemi dell’adolescenza, una difficoltà a integrarsi, una forte percezione di alienazione e allora si cerca una forma di auto-affermazione». Un modo per dimostrare di essere “qualcuno”. Infatti «a differenza delle stragi compiute dagli adulti quelle dei ragazzi non sono raptus ma atti pianificati con cura».

«La strage del ragazzo “tranquillo”: va a scuola e spara, 16 morti».  Richiamo in copertina de IL GIORNALE e servizi  di cronaca alle pagine 8 e 9, con box che ricordano altre vicende “Quando l’aula si trasforma in inferno”. Negli Stati Uniti la notizia di un tale che uccide 10 persone si toglie la vita. In casa è stata trovata una lista delle vittime. 

Le stragi nelle scuole non sono un fenomeno solo americano: ne è vittima anche l’Europa, e sempre più spesso. Dopo i casi finlandesi, del 2007 e 2008, ricorda il SOLE24ORE, ieri è toccato nuovamente alla Germania. Il dramma è che la tragedia non è avvenuta in una zona povera del paese, magari alle prese con un alto tasso di disoccupazione, ma a Winnenden, a 20 Km da Stoccarda, una delle zone più ricche e industrializzate d’Europa. Il ragazzo che ha commesso la strage proveniva da una famiglia benestante. Il padre dell’assassino  ha l’hobby del tiro a segno e in casa non state trovate armi da fuoco. Un intervistato che lo conosceva, ha detto che il ragazzo era un collezionista di film dell’orrore. Quello di ieri il quarto atto di grave violenza in una scuola tedesca negli ultimi sette anni. La legge sul porto d’armi in Germania era stata rafforzata nel 2003 dopo il dramma di Erfurt. Anche se è considerata restrittiva, l’associazione dei poliziotti tedeschi ha detto che le norme non sono applicate con sufficiente severità.

“Scuola di morte” questo il titolo dell’editoriale di Mariuccia Ciotta in prima pagina su IL MANIFESTO dedicato alle stragi in Germania e in Alabama. «Una “folle corsa” disseminata di morti fa da trait d’union alle due stragi accadute ieri lungo l’asse Stoccarda  – Alabama (…) Località distanti una dall’altra, vecchio e nuovo continente, stessa reazione di incredulità disperata. Due avvenimenti casuali, si direbbe, ma le modalità coincidenti, non solo temporali – prima si uccidono gli “amici”, i parenti, poi gli “altri” – inducono a intrecciarli, a sovrapporli, in uno spazio senza confini, lungo quel tragitto di fuga che diventa luogo dell’immaginario». E conclude: «Sull’asse Stoccarda – Alabama corre il soggetto in “tuta mimetica nera”, il guerriero che si specchia in digitale davanti alla web-cam prima di agire, lascito esemplare per eventuali adepti, intolleranti agli affetti familiari e ai diversi da sé. È di queste ore la scoperta dell’arsenale del giovane neonazi munito di una “bomba sporca”, ossessionato dall’elezione di un nero alla Casa bianca… quanti ce ne saranno ancora, tanto che l’Fbi si è messa in allerta. È di queste ora il disegno di  legge del governo italiano per fornire ai minorenni i fucili da caccia. Li vediamo già questi ragazzi qualunque puntare il mirino sulle “bestie” e sterminare i fantasmi del loro inferno». Alle stragi sono poi dedicate due pagine.  

AVVENIRE dedica al massacro di Winnenden il primo piano di pag. 5. Al pezzo di cronaca e a un box in cui si ricordano i precedenti (questa è la quarta strage in Germania) si affianca un’intervista al sociologo Herbert Scheithauer, esperto di psicologia del comportamento e studioso della violenza giovanile. Nulla di trascendentale, ma molto buon senso. Attribuire un episodio del genere al dilagare generale del disagio giovanile è un po’ riduttivo. Di solito in questi casi ci sono vere e proprie patologie psichiatriche. Certo è che la paura, l’insicurezza e l’aggressività della vita contemporanea sui giovani ha effetti prima disorientanti e poi scatenanti. E proprio questo tarlo che divora dall’interno, la solitudine che cresce nell’anima di un giovane, è indagato nell’editoriale in prima pagina di Marina Corradi, che si domanda, anche alla luce della strage speculare in Alabama, «in quale humus si abbevera una simile ansia di morte?».

 

E inoltre sui giornali di oggi:

 

ROBIN TAX

LA STAMPA – Titolo principale in prima e ampio spazio all’interno del giornale dedicati alla proposta del leader del Pd Franceschini: «per aiutare i più poveri un contributo straordinario nel 2009 di due punti sui redditi superiori ai 120mila euro, cioè come quelli dei parlamentari» sintetizza LA STAMPA. Una proposta che, a sopresa, ha incassato  l’apertura del leader della Lega Umberto Bossi, mentre il Pdl l’ha bollata come “demagogica” e persino Ferrero (Prc) l’ha definita “elemosina di stato”. Ma la proposta «nasce in ben altro contesto» scrive nella cronaca politica LA STAMPA: «Il segretario Pd ha visto i rappresentanti di Caritas, Sant’Egidio, Acli, Capodarco, insomma i protagonisti del Terzo settore. All’incontro, promosso dal giovane dirigente ex Ppi Lioni non voleva presentarsi a mani vuote. Di qui l’idea di un contributo di solidarietà, che andrebbe a coprire una platea di 150-200 mila contribuenti a cominciare dai nostri onorevoli (scucirebbero 1000 euro).

 

BANCHE

IL MANIFESTO – La proposta di passare il potere dell’osservatorio sui crediti ai prefetti è in un piccolo box a fianco di un’ampia intervista a Guido Rossi riassunta nel titolo «Le belve moderne? I banchieri», inoltre viene sottolineato come la grande finanza con la sua ingordigia abbia corroso l’economia reale. Rossi mette in guardia da un parallelo con la crisi del ’29, «molto diversa» inoltre «la crisi del ’29 fu purtroppo risolta dalla seconda guerra mondiale. Solo allora si uscì dalla grande depressione». E sulla possibile uscita dalla crisi attuale Rossi osserva «dobbiamo osservare che il centro di gravità del mondo è cambiato, si è spostato dagli Stati Uniti alla Cina» auspica la creazione di un’authority «internazionale sui mercati finanziari. Per far ciò è assolutamente necessario un ritorno del ruolo degli Stati e dunque del primato della politica sull’economia (…) Non possiamo permetterci la memoria corta. La crisi del ’29 ebbe come sbocco drammatico gli Stati totalitari in Italia e in Germania e poi la seconda guerra mondiale. Se vogliamo evitare catastrofi di quelle dimensioni dobbiamo immaginare un nuovo multilateralismo in grado di controllare e gestire la crisi».

 

ALLARME USURA

LA STAMPA – “E intanto l’usura va a gonfie vele” è il titolo di un’inchiesta che rivela che tra gennaio e febbraio c’è stata un’impennata di casi: +49%. Confermano le associazioni antiusura come Sos Italia libera e la Consulta nazionale delle Fondazioni antiusura e aggiungono: il volume d’affari dell’usura si aggira attorno ai 17,5 miliardi l’anno, due volte il Pil dell’Albania e «trovare un usuraio e facilissimo. Basta guardare sui giornali o su internet».

 

MILANO

LA STAMPA – “Dalla Lega al Pd per realizzare la grande Milano”. Intervista a Philippe Daverio, famoso critico d’arte, ex assessore alla cultura nella giunta leghista di Formentini nel ’93, che si è candidato nella lista civica che appoggia Filippo Penati, il presidente uscente del Pd. Che propone idee innovative per Milano e dice: «Nel ’93 la Lega nord era una forza innovativa, ora sono diventati dei reazionari». «Milano muore di claustrofobia ma è anche la città che con Torino ha sempre cambiato i destini del nostro Paese».

 

CHIESA

IL GIORNALE – In copertina una  foto di Benedetto XVI per la lettera, il cui senso è sintetizzato dal titolo in prima pagina “Nella Chiesa ci si morde e ci si divora”. L’analisi è affidata al vaticanista Andrea Tornielli che scrive «la lettera è un documento inusuale che ha lo scopo  di contribuire alla pace, spiegando il vero significato  della revoca della scomunica e lo stato della questione con i lefebvriani». 

LA STAMPA – “Nella Chiesa odio contro di me”. Il Papa scrive ai vescovi di tutto il mondo per fare il punto finale sulla vicenda delle scomuniche tolte ai quattro vescovi lefebvriani. La lettera sarà resa pubblica oggi a mezzogiorno. Benedetto XVI riconosce alcuni errori, per esempio che «la portata e i limiti del provvedimento» non siano stati «illustrati in modo sufficientemente chiaro» ma aggiunge: «sono rimasto rattristato dal fatto che anche i cattolici, che in fondo avrebbero potuto sapere meglio come stavano le cose, abbiano pensato di colpirmi con un’ostilità pronta all’attacco».

 

MIGRANTI

LA REPUBBLICA – “Vietato registrare i figli dei clandestini”. Prosegue l’analisi del ddl sicurezza: per gli uffici legali dei sindacati l’abrogazione del divieto di denuncia diventa obbligo. Il ragionamento è il seguente: essendo i medici pubblici ufficiali e quello di clandestinità un reato, ergo i dottori sono obbligati. Ma quel che è più grave è che in base all’articolo 45 senza permesso di soggiorno non sarà possibile registrare all’anagrafe i bambini. Una norma che secondo l’Associazione dei giuristi per l’immigrazione è incostituzionale. E che farà certamente discutere.

IL MANIFESTO – Sulla fotografia di una bimba di colore in prima pagina il titolo “Mai nato”. Alla norma contenuta nel decreto sicurezza che impedirebbe ai figli degli immigrati irregolari di essere registrati all’anagrafe che IL MANIFESTO dedica la prima pagina rendendo questi bambini “invisibili, senza identità”. «La denuncia delle associazioni dei giuristi e dei pediatri: viola la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia. E sull’obbligo di delazione dei clandestini i medici si ribellano: non siamo spie, ricorreremo alla corte Ue di giustizia». Il tema è trattato a pagina 8 in due articoli. In particolare si sottolinea l’appello dell’Asgi (associazione studi giuridici sull’immigrazione): oltre alla violazione della Convezione Onu si osserva che questi bambini privi di identità sarebbero esposti a ogni violazione, «molti bambini non potranno acquisire la cittadinanza dei genitori e diventeranno apolidi di fatto», inoltre «È probabile che molte donne prive di permesso di soggiorno, temendo che il figlio venga loro tolto, decidano di non partorire in ospedale», con gravi rischi per la salute di donne e bambini e un aumento delle morti di parto e delle morti alla nascita.

 

RONDE

CORRIERE DELLA SERA – Focus di oggi dedicato alla moda delle ronde. Una pagina è dedicata alle storie di Ari e Modena. Nella città abruzzese, quella delle ronde cittadine è un abitudine consolidata, nata  dopo il dilagare nella zona di rapine in villa, che da ottimi risultati e ha fatto arrivare il numero dei furti a zero. Modena è un altro esempio di ronde come realtà positiva. Ercole Toni è il protagonista del racconto, nonché l’ideatore di queste ronde emiliane. Il senso delle ronde di Toni è quello di sgravare le forze dell’ordine di quelle mansioni che possono essere sbrigate da tutti.

 

SCUOLA

LA REPUBBLICA – “Sconti sui libri e premi ai più disciplinati”. Il ministro Gelmini ha presentato ieri agli studenti un regolamento che potrebbe arrivare domani in Cdm. 14 articoli. Fra essi uno che collega un bel voto in condotta alla possibilità di avere borse di studio o sconti per i libri. La rete degli studenti non è propriamente soddisfatta: «un nuovo regolamento, il terzo in ordine di tempo, che crea ancora più confusione nelle scuole che hanno già avuto molte difficoltà ad applicare il decreto al termine del primo quadrimestre… La maggior parte dei 34mila cinque in condotta è illegittima perché non rispetta i criteri del decreto».

 

CAFFARELLA

IL GIORNALE – In prima pagina “Tutti i misteri del biondino della Caffarella” è il titolo di un pezzo di Gian Marco Chiocci  che ripercorre la vicenda che  è entrata in un vicolo cieco. A Pagina 11 anche  Stefano Zurlo  riflette «Cosa ha spinto Isztoika ad accusarsi di un delitto così grave?» dato che pare che, come dice il titolo del GIORNALE  “L’unica certezza è che il biondino sa e mente”. Un fondo di Massimo de Manzoni che esordisce: «Non vi sembra troppo presto per parlare di scandalo, di razzismo»…

 

DROGA

SOLE24ORE – In occasione della cinquantaduesima sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla droga, oggi a Vienna sarà votata la strategia che sarà il punto di riferimento nei prossimi 10 anni nei confronti della lotta contro il traffico di droga. Il SOLE24  ore parla di linea dura dell’Onu, che dalle indiscrezioni sarà più realistica e concreta e forse meno ambiziosa e retorica. La posizione più vincente e risoluta, sostenuta in Europa da Italia e Svezia, è uscita vincente  e oggi sarà formalizzata dall’assemblea plenaria. Gli Stati Uniti hanno deciso di avvallare la linea dura, o per lo meno, cita il Sole 24, “quella che punta su reinserimento del tossicodipendente piuttosto che sulla riduzione del danno”.
Per quanto guarda la posizione dell’Italia, in sostanza, ha spiegato il sottosegretario per la tossicodipendenze, Carlo Giovanardi, l’Italia si è fatta promotrice di una revisione della dizione, cioè della riduzione del danno, ( uno dei pilastri della strategia antidroga, insieme e a prevenzione, cura e contrasto al narcotraffico) che «può nascondere altro, cioè la cronicizzazione della tossicodipendenza attraverso, per esempio, le cosiddette stanze del buco. Misure che rendono il tossicodipendente subalterno alla droga senza tendere al suo recupero». Secondo i dati citati dal Sole24 ore, la situazione sul campo è allarmante. Per Carel Edwards, capo dell’unità antidroga della Ue «il consumo di droga in Europa è stabile con un aumento della cocaina rispetto all’eroina. Si avverte solo recentemente un leggero declino, forse solo provocato dall’invecchiamento della popolazione». Il business della droga è stimato sui 320 miliardi di dollari, pari al Pil di uno Stato situabile al 21/mo posto, esattamente dopo la Svezia. Su un totale di 4,2 miliardi di persone nel mondo, di età compresa tra i 15 e 64 anni, quelle che hanno fatto nel 2007, l’uso, anche occasionale, di droghe sono il 7% del totale.

 

ACQUA

AVVENIRE – “Emergenza acqua. Non poca ma mal distribuita. Denuncia del rapporto Onu”. In vista del forum mondiale di Istanbul è stato presentato il rapporto più dettagliato mai realizzato, secondo cui sono disponibili 40mila chilometri cubi di riserve, sfruttate solo per un decimo. Tuttavia, gli squilibri e la crescita dei consumi mettono a rischio alcune zone del mondo.

 

STRADA

IL GIORNALE – Sotto al titolo rosso “Sinistra da salotto” il titolo del pezzo di Guzzanti è: “Ricompare Strada e difende il boia del Sudan”. L’occhiello spiega “Dopo il mandato di cattura del tribunale dell’Aia, Gino corre in aiuto di Omar al Bashir, un sanguinario tiranno. Il medico-politico, amico di tutti i nemici dell’Occidente, aggiunge un altro personaggio alla sua discutibile galleria”.

 

DARFUR

AVVENIRE – La copertina di Avvenire è dedicata al Darfur, con l’intervento degli Usa e l’incontro fra il presidente Obama e il segretario Onu Ban Ki-moon per far tornare le Ong espulse (sono 5 milioni nel Darfur le persone che dipendono dagli aiuti umanitari), e al preoccupante rapporto di Medici senza frontiere secondo cui le principali crisi internazionali faticano a trovare spazio sui telegiornali.



FINE VITA

AVVENIRE – “Fine vita, passo falso e promesse di rimediare”. Viene respinto l’emendamento proposto da Anna Finocchiaro che apriva alla possibile sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione, ma passa la proposta di Roberto Centaro (Pdl) «che capovolge il senso dell’articolo 6» e rende vincolanti le Dat, prestando il fianco a un possibile contrasto con il punto 8 del ddl, nel quale si stabilisce che il medico «non può prendere in considerazione indicazioni orientate a cagionare la morte del paziente».

 

DISABILI

IL GIORNALE – A pagina 46 la notizia di una iniziativa del servizio nazionale ciechi dei Lions. Si tratta di adottare un cucciolo di 2-3 mesi e svezzarlo sino all’età di 8 mesi quando sarà pronto per ricevere l’addestramento come cane guida per i ciechi.  Info www.caniguidalions.it .

 


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