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Strage a Netanya: 16 morti contro la pace in Medio Oriente

La prima giornata dei lavori della Lega Araba si apre con un attentato che uccide 16 persone e ne ferisce 125. E dopo due settimane di silenzio, Hamas rivendica. Le reazioni d'Israele, Anp e Bush

di Paolo Manzo

Almeno 16 persone, compreso l’attentatore, sono morte questa sera in Israele, quando un terrorista suicida si è fatto saltare in aria nel Park Hotel di Netanya. I feriti sono oltre 125, di cui dieci in condizioni critiche.

Nell’albergo si trovavano numerose persone per partecipare alla tradizionale cena dell’inizio della pasqua ebraica. Secondo testimoni, il terrorista si è mescolato agli invitati che uscivano da un servizio religioso.

La strage è stata rivendicata pochi minuti dopo con una telefonata alla Tv del Qatar Al Jazeera dal gruppo oltranzista islamico Hamas. L’autore della strage, che si è “immolato” per uccidere, si chiamava Abdel-Basset Odeh, appartenente alle Brigate Izz el-Din al-Qassam, della città di Tulkarem (in Cisgiordania), appena una decina di chilometri da Netanya.

Nelle ultime settimane Hamas non aveva rivendicato alcun attentato in Israele. Fonti della sicurezza israeliana hanno detto che l’attentato di oggi avrà conseguenze “significative” sull’Autorità palestinese. Lo riferisce il sito Internet del quotidiano Haaretz.

Il capo della sicurezza dell’Autorità palestinese in Cisgiordania, Jibril Rajub, ha detto in un’intervista alla televisione del Qatar Al Jazira che la responsabilità dell’attentato di oggi a Netanya è di Israele.

Ed una reazione immediata si è avuta anche da parte degli Usa. Appena venuto a conoscenza della strage all’hotel di Netanya, il presidente degli Stati Uniti George Bush ha affermato che “questo crudele massacro a sangue freddo deve finire”, per poi aggiungere: “rivolgo a Mr Arafat ed all’Autorità Palestinese un appello perché facciano tutto quanto in loro potere per porre fine al massacro terroristico, perché in Medio Oriente c’é gente che preferisce uccidere piuttosto che avere la pace”.

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