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Strade di Sport, strade di legalità ovunque

Il Centro sportivo italiano di Reggio Calabria ha celebrato la giornata nazionale dello sport, lo scorso 3 giugno, in uno dei quartieri considerato off limits della città. E questo perché, ha ricordato Paolo Cicciù non può esistere un'azione educativa attraverso lo sport «che si dimentichi di Arghillà». Con i volontari Csi la rete di ActionAid Italia e il Consorzio Macramè

di Redazione

Il Csi calabrese è convinto che non possono esserci limiti invalicabili per lo Sport: non esistono “zone franche” rispetto alla gioia dei bambini nel rincorrere un pallone o di tentare di fare una canestro. Proprio per questo il Centro sportivo italiano di Reggio Calabria ha deciso di celebrare la giornata nazionale dello Sport, che si è tenuta il 3 giugno, in uno dei quartieri considerati “off-limits” della città dello Stretto.
Si tratta di Arghillà Nord, una delle più grandi piazze di spaccio del Sud Italia.

“Strade di sport, strade di legalità” questo è il nome del contest sportivo al quale hanno partecipato decine di ragazzi del quartiere-ghetto reggino. Purtroppo c'è stato un confine insuperabile posto dall'incuria: il rione Modenelle, infatti, era ricoperto di spazzatura con frequenti capannelli di fumo dovuto all'incendio di immondizia. Troppo pericoloso per la salute dei piccoli impiantare lì il villaggio dello sport Csi. Un piccolo "fuori-programma" superato con l'invasione sportiva della piazzetta di Arghillà – a 500 metri da Modenelle – in cui il Csi ha comunque deciso di indossare calzoncini e maglietta e giocare insieme ai più piccoli. Lo ha fatto a poche ore dalla finale di Champions Leaugue di Cardiff era l'Old Trafford o il Bernabeu, ma il campetto sulla strada ad Arghillà Nord è stato comunque un bottino di emozioni.

«È già la seconda volta nel giro di pochi mesi che torniamo in questa periferia crediamo fortemente che non possa esistere un'azione educativa attraverso lo sport che si dimentichi di Arghillà» dice Paolo Cicciù, presidente provinciale del Csi Reggio Calabria. «Occorre prendersi la responsabilità di questo e "buttare il cuore oltre gli ostacoli"». Un tema, quello della responsabilità condivisa, che diventa amaro ad osservare il contesto urbano in cui si sviluppa questo rione-esilio per gli emarginati della Città. Accanto alla pervasiva presenza della criminalità organizzata, ad Arghillà si registra la latitanza dello Stato di diritto. Per questo assieme ai volontari del Csi è scesa in campo la rete di ActionAid Italia e del Consorzio Macramè, con la quale l'ente di promozione sportiva, sta portando avanti un progetto sperimentale, “Lavoro di Squadra”, sostenuto da Fondazione con il Sud ed Axa.

«Il progetto vede in iniziative "di strada" come questa la naturale esigenza di far vivere al territorio l'esperienza intrapresa, "contaminando" il percorso dei giovani coinvolti, con altri gruppi sportivi, le associazioni, i residenti e la scuola» ha spiegato Eleonora Scrivo, rappresentante istituzionale di ActionAid a Reggio Calabria. «La partecipazione ai tornei e l'allenamento al lavoro, consente loro gradualmente di uscire dai confini spesso indotti del quartiere, confrontandosi con l'ambiente-città».

Calcio, basket, volley, dodgeball, hip hop: queste le discipline di un pomeriggio di sport nel rione. «Porteremo avanti questo avamposto socio-sportivo», confida Cicciù, «sono già oltre venti i ragazzi che settimanalmente incontriamo e che grazie allo sport di squadra si stanno riscoprendo in una dimensione comunitaria e personale». Una sfida tutt'altro che semplice, ma che ha goduto del sostegno di tante “antenne” sensibili al tema di massima urgenza delle periferie e del disagio giovanile che è imperante a Reggio Calabria. Tra questi anche Libera, associazione contro le mafie che con la parrocchia di Sant'Aurelio di Arghillà e la Polisportiva “Fortunato Quattrone” hanno supportato l'iniziativa “Strade di sport, strade di legalità”.

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