Welfare

#Stracolletta: l’obiettivo è poter sfamare 2 milioni di poveri

Sabato 14 giugno la Colletta Alimentare straordinaria, «In attesa del Fead l'unica leva per non fermare gli aiuti è far appello agli italiani» dice il presidente del Banco Alimentare, Andrea Giussani. I magazzini sono quasi vuoti e aumentano le richieste di aiuto.

di Antonietta Nembri

Obiettivo 5mila tonnellate di cibo. È questo il risultato che al Banco Alimentare si spera di raggiungere con la Colletta Alimentare straordinaria che domani, sabato 14 giugno, vedrà circa 65mila volontari all’opera in poco più di 6.500 punti vendita. A disegnare gli obiettivi il presidente Andrea Giussani che non nasconde le difficoltà di aver dovuto organizzare in due mesi questa Colletta straordinaria. «Il problema è stato avere a disposizione solo due mesi per fare quello che di norma realizziamo in 11 mesi. L’appuntamento di fine novembre è un evento atteso, tutte le catene della Gdo si preparano anche i volontari conoscono la data e si tengono liberi. Per questo appuntamento sono stati tutti colti di sorpresa e non è stato facile. Ma non potevamo non organizzare questa Colletta straordinaria: i nostri depositi sono quasi vuoti, sono venute meno 22mila tonnellate di alimenti» constata Giussani.

Il fatto è che con la chiusura del programma europeo Pead e il passaggio al Fondo di aiuti europei agli indigenti Fead si è creato un vero e proprio buco. «Il Banco alimentare ha due fonti di ingresso da un lato c’era il Pead e dovrà esserci il Fead, l’altra metà è data dalla Colletta alimentare annuale e dalla raccolta di eccedenze di produzione e distribuzione» spiega Giussani. «Siamo stati troppo ottimisti. Il Pead ha chiuso il 31 dicembre, l’Agea da parte sua aveva ancora delle consegne arretrate che sono arrivate tra febbraio e marzo, noi abbiamo gestito i magazzini in modo elastico così da riuscire a coprire al meglio le richieste, ma speravamo che per giugno entrasse a regime il Fead, il nuovo programma di distribuzione».

E invece? «Quando ai primi di aprile abbiamo capito che il programma operativo del Fead non sarebbe diventato operativo a breve ci siamo detti: qui va a finire che prima di settembre, ottobre non ci saranno alimenti da questo canale» spiega Giussani. «Certo abbiamo fatto pressione su produttori e Gdo per le eccedenze e abbiamo chiesto donazioni, ma l’unica altra leva che avevamo in mano per non fermare gli aiuti che ci chiedevano gli 8.800 enti caritativi che aiutiamo era fare ricorso a una Colletta straordinaria».

Ad aggravare la situazione anche il fatto che la forbice tra bisogni e alimenti a disposizione si è sempre più allargata «soprattutto nelle regioni del Sud i nostri magazzini sono in sofferenza. Al Nord ci sono molte più aziende, mentre al Sud ci sono meno aziende ma molti più poveri» precisa Giussani. E il problema non riguarda solo l’Italia. «Come Banco facciamo parte del network della federazione europea dei Banchi alimentari. La povertà avanza in tutta Europa. Solo che alcuni governi in previsione del buco che si sarebbe creato tra la chiusura del Pead e all’avvio dei Fead hanno anticipato, con soldi propri il nuovo programma di aiuti. Per esempio» illustra il presidente del Banco Alimentare «in Francia piuttosto che rischiare la carestia hanno seguito questo metodo e ad aprile c’è stata una prima consegna di alimenti grazie ai fondi anticipati dal governo francese».
E l’Italia? «nei giorni scorsi è stata inviata alla commissione europea la bozza di programma operativo del Fead (l’Italia ha a disposizione 595 milioni per il periodo 2014-2020 assegnati dall’Europa, ndr.), al ministero delle risorse agricole c’è anche un tavolo per la distribuzione dei 10 milioni del piano nazionale. Non è che non ci sono i fondi. Ma mancano i programmi attuativi».
Insomma siamo ai soliti problemi italiani… «i meccanismi non sono semplici, anzi sono complicati anche dalla burocrazia. Noi abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza pluriennale (Il Banco con altri enti caritativi partecipa al Gruppo “Insieme per l’aiuto alimentare”, ndr). Servirebbe lavorare di più insieme» conclude Andrea Giussani.  

L’appello che arriva dal Banco Alimentare è quello  di andare sabato 14 giugno a fare la spesa anche per chi non può farla. Olio, pelati e sughi, tonno e carne in scatola, alimenti per l’infanzia sono i generi alimentari richiesti per poter aiutare 2 milioni di persone che nei prossimi mesi rischiano di non ricevere l’aiuto alimentare di cui hanno bisogno.
Per conoscere i punti vendita interessati al sito del Banco Alimentare
 

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