Welfare

Storyteller vs Balanced scorecard

di Flaviano Zandonai

Sembra il titolo dell’ultimo episodio dei Gormiti. E in effetti è una lotta all’ultimo sangue. Le imprese sociali vengono da anni di investimento (direi di tempo soprattutto) su indicatori di performance economica e sociale e probabilmente hanno raggiunto il punto di non ritorno (e di avvitamento al ribasso) con l’obbligatorietà del bilancio sociale. Ma, come sempre in ritardo rispetto al business e agli anglosassoni (forse sono sinonimi), avanza inesorabile lo storytelling dove l’organizzazione non è più rendicontata d’impatto ma narrata di processo guardando alla storia delle persone che “la fanno” ogni giorno. Non vorrei che questa pseudo netx big thing fosse vista come una specie di scorciatoia per togliersi dal pantano di faldoni pieni di dati e analisi di costumer satisfaction e report di servizio che mandano in tilt la capacità di elaborazione e di sintesi (una bella balanced scorecard per l’impresa sociale non fu, a mio modesto avviso, mai scritta). Sarebbe un errore madornale. In primo luogo perché gli strumenti non sono alternativi ma complementari. E in secondo luogo perché la narrazione, anche e più dei commenti ai dati, si presta a clamorose forme di banalizzazione. All’occhio!


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