Scuola è un sostantivo che deriva dal greco scholè, e significa tempo libero. Platone e Aristotele ritenevano che solo nel tempo libero dalle necessità materiali è possibile costruire la propria personalità, imparare, crescere. La scuola, anche oggi, è quel luogo fisico e ideale dove ci dedichiamo a noi stessi per crescere e ragionare fuori da qualsiasi necessità materiale. La scuola è il luogo del ragazzo che non lavora. E proprio per questo motivo impara a lavorare, perché si scopre e si appassiona.
«Scuola Futuro Lavoro aiuta me e gli altri ragazzi come me ad affrontare alcune delle sfide della vita di tutti i giorni», spiega Tobia Saviano, 21 anni e con la sindrome di Asperger. «Ci dà una mano a trovare soluzioni che per noi funzionano e soprattutto la scuola ci permette di guardare dentro quelli che potremmo definire i nostri difetti e le nostre problematiche e da lì partite per migliorarsi».
Una scuola per il futuro e il lavoro
La sindrome di Asperger viene considerata una forma di autismo ad alto funzionamento e incide soprattutto sulle capacità relazionali e sociali dei soggetti, senza comportare ritardi nell’acquisizione delle capacità linguistiche, né disabilità intellettive. Una sintomatologia che spesso rende “invisibili” alla società queste persone.
Questa sindrome sta iniziando a ricevere una maggiore attenzione, grazie a personalità come la giovane ambientalista Greta Thumberg che vive questa condizione. Un nome, il suo, che insieme a quello del fondatore di Apple e Pixar Steve Jobs, fanno immediatamente comprendere come questa sindrome possa celare grandi potenzialità e come «ossessioni incomprensibili, con una guida, possano essere trasformate in competenze utili a trarre soddisfazioni personali e nel lavoro», spiega Massimo Montini, imprenditore milanese e papà di un ragazzo Asperger, che con la sua fondazione Un futuro per l’Asperger, ha inaugurato a settembre a Milano, Scuola Futuro Lavoro.Questa èla prima scuola italiana pensata anche per chi convive con questo disturbo, ma aperta a tutti. «La sindrome di Asperger è invalidante solo per certi aspetti, su cui ci si può lavorare. Nel mondo del lavoro, infatti, se gli Asperger riescono a sviluppare il talento per il quale sono predisposti possono diventare molto performanti», spiega Montini.
Cenni storici sulla sindrome di Asperger
Fino a vent’anni fa la sindrome di Asperger era difficilmente diagnosticata, ma la definizione risale al 1981, quando la psichiatra inglese Lorna Wing la coniò in onore dello psichiatra Hans Asperger, tra i primi a studiare bambini che presentavano difficoltà nelle interazioni sociali e che mostravano interessi particolari.
Trattandosi di un disturbo non ancora ampiamente conosciuto e che non presenta disabilità cognitive e linguistiche, è interessante capire meglio come riconoscerne i sintomi. «Si evidenzia intorno ai tre anni di età», spiega Montini, portando il caso di suo figlio Roberto, oggi adolescente. I limiti dei soggetti Asperger sono tutti rintracciabili a livello delle interazioni sociali, come il mancato contatto visivo, o mostrando interessi esasperati specifici che portano i bambini ad isolarsi dagli altri e a chiudersi nel loro mondo. «Questo portava Roberto, e conduce le persone Asperger, a cadere in stati d’ansia quando si trovano ad affrontare situazioni nuove, anche quotidiane, come incontrare una persona sconosciuta».
Come nasce la scuola del futuro
«Dobbiamo cercare di far capire che i ragazzi con Asperger non vanno “corretti” o fatti avvicinare ai nostri comportamenti, ma bisogna conoscere le loro abitudini per comprenderle», ritiene Montini. Per guidare la loro crescita personale, che «può condurli a raggiungere una certa indipendenza, è importante parlare con loro delle loro difficoltà nei giusti modi e senza fargliene sentire il peso». Queste persone infatti «sanno riconoscere le loro difficoltà. Noi possiamo aiutarli a scavalcarle, fornendogli i giusti strumenti», spiega ancora Montini. Oggi con Scuola Futuro Lavoro ce n’è uno in più.
Il futuro per gli Asperger passa dalla passione e dall’innovazione
«Scuola Futuro Lavoro è un centro di formazione pensato e progettato per ragazzi con sindrome di Asperger e altri tipi di disabilità come per esempio la dislessia, ma adatto e aperto a tutti i ragazzi in possesso di diploma», spiega Elisa Delli Zotti docente della classe di Graphic Design. Questa è la carta d’identità di questa scuola, che da settembre a Milano ha avviato un piano di studi e corsi di specializzazione – «i più richiesti dal mondo del lavoro attuale», chiosa Massimo Montini – per formare professionisti nel settore tecnologico.
I corsi sono strutturati in moduli da 400-500 ore complessive e includono due corsi base come, graphic design e informatica per l’industria 4.0, e quattro corsi specialistici: videomaking,web design,game design,digital fabrication. Oltre ai percorsi modulari la scuola prevede anche altri corsi mirati alla crescita personale e professionale, come «per esempio si impara come affrontare un colloquio o come comportasi in ambiente lavorativo», illustra la docente Zotti. Spesso, infatti, le difficoltà relazionali degli Asperger li penalizzano proprio in fase conoscitiva e di colloquio, privandoli di importanti opportunità, non per mancanza di competenze, ma per difficoltà comunicative. «La didattica in questa scuola punta a costruire a 360 gradi il miglior percorso per ciascuno, in base a quelle che sono le sue caratteristiche e con l’obiettivo di trovare la loro passione, il loro punto di forza e guidarli nel mondo del lavoro».
Un programma ideale non solo per i ragazzi con disabilità, ma per tutti: «Credo che la diversità, soprattutto in questo caso, sia un’opportunità per chiunque dei miei studenti, un valore che intendiamo coltivare giorno dopo giorno», conclude Elisa Delle Zotti.
Punti di forza, non debolezze
«In Italia siamo molto indietro», racconta Tobia Saviano. «Da Viterbo mi sono dovuto spostare a vivere di 500 chilometri da casa, a Milano, per poter frequentare un corso che mi permettesse di coltivare la mia passione». Tobia a Scuola Futuro Lavoro frequenta il corso di Informatica per l’Industria 4.0, «qui imparo a programmare dei bracci robotici. Il mio sogno dopo la scuola è quello di lavorare nel campo dell’IT, dell’information technology, e di fare anche un’esperienza all’estero».
Alle aspirazioni, Tobia, sa di doverci arrivare affrontato la realtà di tutti i giorni, un percorso di crescita umana prima di tutto e professionale poi, che vive insieme ai suoi compagni: «Con gli amici di scuola il rapporto è bellissimo, e tutti siamo uniti dal tentativo comune di farci riconoscere per quello che siamo: ragazzi. La sindrome di Asperger è una delle nostre caratteristiche, non siamo noi ad essere diversi, sono gli altri ad etichettarci così». L’obiettivo di Tobia, di questi ragazzi e di Scuola Futuro Lavoroè quello di valorizzare le caratteristiche di ognuno, «senza paura di chiamarle diversità», ma facendo emergere il valore da ciascuna di queste differenze. Punti di forza, non debolezze.
«Questa scuola ci aiuta a individuare i nostri talenti, a farli emergere», conclude Tobia, perché «un difetto di noi Asperger è che siamo magari bravi in un campo specifico che troppo spesso non riusciamo a riconoscere. È necessario invece che tutti sappiano che è possibile».
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