Primo maggio

Un lavoro che vuol dire libertà

di Ilaria Dioguardi

Mastri Biscottai è un’impresa sociale di Roma dell’associazione Ylenia e gli amici speciali. Una ricetta di successo i cui ingredienti sono molto più di un semplice biscotto per umani e di un biscotto premio per cani. Tra ragazzi in formazione e mastri, collaborano 40 ragazzi con disabilità. «Lavorare qui ci fa sentire liberi»

Appena apro la porta del biscottificio, sono accolta da un ottimo profumo di dolci e da Marco, che si presenta e mi inizia a spiegare cosa producono lui e gli altri Mastri Biscottai: biscotti per umani e biscotti premio per cani. «Stare nel biscottificio mi piace molto di più che stare al centro diurno, dove ho deciso che a breve non andrò più. Qui mi sento molto più libero», dice Marco Aleandri, 36 anni, che mi confessa di amare il reparto vendita. La parola libertà è una parola che i ragazzi mi dicono più volte, quando mi raccontano perché amano lavorare qui.

Due anni di dolcezza

Mastri Biscottai è nato intorno ai ragazzi di Ylenia e gli amici speciali, è un biscottificio di Roma che ha spento le sue prime due candeline lo scorso marzo, è un progetto nato dall’iniziativa dell’associazione e dalle famiglie socie che hanno creduto in un importante investimento per la realizzazione di una pasticceria, un luogo di formazione-lavoro per giovani con disabilità intellettiva e relazionale. Ha avuto inizio nel 2018, con la formazione di 15 ragazzi che lavoravano nella cucina dell’Istituto alberghiero Tor Carbone. Il nome Mastri Biscottai nasce da qui perché i ragazzi formati sono mastri rispetto a quelli in formazione. Attualmente nel biscottificio collaborano 40 tra ragazzi e ragazze con disabilità, 10 di loro sono in formazione. Nel progetto lavorano sei educatori, tre chef, una veterinaria nutrizionista, vari consulenti per la sicurezza sul lavoro e sull’alimentare, uno psicoterapeuta per il benessere del personale e organizzativo.

Un ambiente “protetto” e strategie per lavorare al meglio

«L’anno scorso ero al magazzino e confezionamento, mi piaceva fare un lavoro di squadra con gli altri. Quest’anno amo molto stare all’ingresso e accogliere i clienti. Ma se serve, la produzione deve andare avanti e vado in cucina», continua Aleandri. «I ragazzi lavorano su turni di quattro ore, ognuno lavora dai tre ai quattro turni alla settimana. Si trovano in un ambiente “protetto”, noi educatori ed operatori li aiutiamo a trovare delle strategie per svolgere al meglio il loro lavoro», spiega Elisa Recupero, referente del biscottificio, operatrice di Ylenia e gli amici speciali. «Ricevono un compenso in base alla presenza, quindi i soldi che guadagnano non sono molti, ma per loro vogliono dire tanto: li rende consapevoli del valore del loro lavoro». Oltre al reparto vendite, ci sono l’area confezionamento e la cucina. Un ascensore porta allo spogliatoio, al piano seminterrato. Nel reparto confezionamento, in questo momento, i ragazzi e gli operatori stanno valutando se si può accettare la richiesta di un catering, «in ogni turno di produzione c’è uno chef che organizza il lavoro. Dobbiamo capire se possiamo far fronte ad ogni richiesta, in base ai turni e al carico di lavoro».

Biscotti, ma non solo…

Il prodotto principale di Mastri Biscottai sono i biscotti, ma si producono anche il ciambellone una volta alla settimana, a Natale i panettoni, a Pasqua le pastiere. «Facciamo degli eventi, ad esempio una volta al mese organizziamo un aperitivo per cani, dove portiamo i nostri biscotti premio per gli amici a quattro zampe: alla zucca, alla carruba, alla banana e altri», spiega Tommaso Sannino, 21 anni. «Mi piace stare al magazzino con i miei colleghi. Preferisco realizzare i biscotti per cani, amo mangiare i biscotti per umani al caramello salato. Sono qui da un po’ di anni, sono contento di venire a lavorare, mi trovo bene perché mi piace questo lavoro e guadagno dei soldi. Noi ragazzi andiamo a vivere, a turni, in due casette per noi, ci alterniamo a piccoli gruppi e stiamo con gli operatori».

Libertà è anche autonomia abitativa

Ylenia e gli amici speciali, nata il 21 dicembre 2007, prende il nome da una ragazza con disabilità scomparsa a 18 anni. È un’associazione di famiglie che si impegna per costruire un futuro dignitoso per i propri figli con disabilità, per assicurare loro una casa, un lavoro e servizi di qualità. La forza messa in campo dall’associazione ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo del lavoro nei confronti delle persone con disabilità. L’attività è svolta soprattutto attraverso l’attuazione di buone prassi e progetti innovativi. Dal 2016 con il progetto “31 casette” si occupa di percorsi di autonomia abitativa per avviare a una convivenza stabile di gruppi amicali di ragazzi che possano vivere insieme come famiglie. In questi due appartamenti realizzano quello che si chiama “Durante Noi”, l’accompagnamento al Dopo di Noi, una palestra abitativa in cui le famiglie cominciano a distaccarsi dai figli, i ragazzi imparano a vivere lontani dal nucleo di origine, a essere più indipendenti e soprattutto a realizzare relazioni affettive tra loro, rapporti di mutuo aiuto in quelle che poi diventeranno le loro famiglie di elezione.

«Vivo per alcuni periodi in uno dei due appartamenti, con il mio fidanzato Valerio (che in questo momento è di là in cucina a fare i biscotti) e due nostre amiche colleghe. Tra poco noi quattro andremo a vivere in una casa tutta nostra, non vedo l’ora», racconta emozionata e felice Federica Lauricella, 40 anni, Mastra Biscottaia da quando ha aperto il locale due anni fa. «Di questo lavoro mi piace stare con i miei amici. A me piace preparare i pacchetti dei biscotti, soprattutto quelli piccoli e medi, li trovo facilissimi da pesare e confezionare», dice, mentre sorridente pesa e confeziona i biscottini.

Con il primo stipendio lacrime di gioia

Dopo aver indossato la cuffietta per raccogliere i capelli, posso entrare in cucina, dove mi aspettano i ragazzi che stanno realizzando, in questo momento, i biscotti per cani. Andrea Di Stefano mi accoglie e mi saluta con un baciamano. Poi si mette a pulire un piano di lavoro. «Mi piace tanto cucinare, in particolare i biscotti con la formina del cane, che io chiamo “Bobby solo” e per umani faccio i tozzetti, le ciambelline al vino, i cookies al cocco, i biscotti vegani e altri» dice Giulia Pedicelli, 37 anni. «Quando ho preso il mio primo stipendio ero molto contenta, potevo comprarmi quello che volevo, mi sono sentita libera. Mi sono emozionata, molti di noi hanno pianto. È una grande soddisfazione poter comprare qualcosa con i soldi che guadagno lavorando». Nel frattempo Luca Valentini inforna i biscotti. «Io sono il futuro sposo. Tra poco andrò a vivere con Federica e due nostre amiche, sarò l’unico maschio, ma non vedo l’ora. Mi piace cucinare, lo faccio anche a casa da solo, soprattutto la pasta alla gricia», dice Valerio Calabresi, 37 anni.

L’orgoglio di vederli camminare da soli

Jean Pierre Marrocco, educatore, mi spiega che affianca gli chef in cucina e lavora con l’associazione da quando ha aperto questo negozio, a marzo 2022. «Inoltre, un giorno alla settimana, a turno con piccoli gruppi di ragazzi, faccio loro corsi di autonomia domestica e stradale. Per me è emozionante fare questo lavoro con loro, quando acquisiscono delle competenze e diventano autonomi è motivo di orgoglio per me e per tutti noi. Ora vedere che quattro di loro andranno da soli a vivere insieme è una grande soddisfazione. Speriamo di riuscire a sostenerci. Questo progetto è veramente importante per questi ragazzi», continua Marrocco. «I ragazzi hanno parte attiva in tutto il processo: pesano gli ingredienti, impastano, infornano, impacchettano, vendono. Seguono le procedure di pulizia della cucina, del forno».
Dopo le mie interviste, tocca a me ricevere le domande. Mi chiedono dove lavoro, quali sono gli argomenti dei miei articoli, se ho degli animali. Mi porto a casa tanti sorrisi, il ricordo di una mattinata con persone speciali, dei biscotti buonissimi che i ragazzi mi hanno regalato. E tanti motivi per raccontare sempre di più storie come questa.

Le foto sono di Ilaria Dioguardi

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