Dal 1987 la Fondazione Sos Il Telefono Azzurro promuove il rispetto totale dei diritti dei bambini e degli adolescenti, sostiene le loro potenzialità di crescita e li tutela da abusi e violenze che possono pregiudicarne il benessere e il percorso di crescita. Fu in quell’anno che a Bologna venne fondata l’associazione su iniziativa di Ernesto Caffo, all’epoca professore associato di Neuropsichiatria infantile all’Università degli studi di Modena.
«La pandemia, con le sue restrizioni, ci ha costretti a cambiare radicalmente le nostre attività», spiega il professor Caffo. «Gli strumenti tecnologici ci hanno permesso di essere presenti anche in contesti in cui era prevalente la richiesta di aiuto diretto, cioè in presenza. Mentre gli adulti sono tornati alla vita reale, recuperando anche il contatto fisico, molti minori sono rimasti rinchiusi in casa, utilizzando sempre di più le piattaforme social nei rapporti con i pari. Questo d’altra parte ci ha permesso di adattare il nostro percorso e i nostri servizi post pandemia. Ma la situazione cambierà ancora in futuro, perché il virtuale diventerà sempre più importante e presente nella vita dei minori di tutto il mondo. Noi siamo presenti proprio lì dove i ragazzi sono, ad ascoltare i loro bisogni, cercando di dare delle risposte nel mondo che loro frequentano».
Telefono Azzurro è sempre stata molto attenta al tema della sicurezza dei bambini nella rete e il tema – sottolinea Caffo – resta ancora centrale: «Ma dobbiamo anche essere all’altezza delle loro richieste. I ragazzi, oggi, li vedo meno attenti nell’andare nelle strutture sanitarie per le cure tradizionali che assicuravamo in passato. Dobbiamo trovare il modo per inserirci in questo cambiamento epocale e garantire loro di essere protagonisti del futuro».
Telefono Azzurro è nato per dare una risposta concreta al “diritto all’ascolto” riconosciuto al bambino dalla Convenzione internazionale sui Diritti dell’infanzia firmata dalle Nazioni Unite. Lo fa attraverso diversi servizi: linee di ascolto telefoniche e online (mobile, web, chat, app, social network), interventi di emergenza in caso di calamità e disastri, progetti per i bambini figli di detenuti, progetti di prevenzione tramite educazione e sensibilizzazione nelle scuole ma anche nei confronti degli adulti, advocacy nei confronti dei decisori politici. Inoltre, opera in un contesto internazionale per la promozione della cultura dei diritti.
Il servizio 114 Emergenza infanzia, promosso dal Dipartimento per le Politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è gestito da Telefono Azzurro senza soluzione di continuità dal 2003, anno della sua istituzione. La Fondazione offre anche un servizio di "hotline" (sì, una linea calda proprio per l'urgenza delle segnalazioni che accoglie) per segnalare contenuti pedopornografici o illegali/dannosi diffusi attraverso la rete o comunque potenzialmente lesivi per bambini e adolescenti. Dal 25 maggio 2009, in occasione della prima Giornata internazionale dei bambini scomparsi, è attivo in tutto il territorio nazionale il 116000, numero unico europeo per minori scomparsi, siano essi italiani o stranieri: ogni giorno infatti centinaia di bambini scompaiono in tutto il mondo e sebbene la maggior parte di loro venga ritrovata nelle prime 24 ore, molti altri non riescono a tornare alle loro case e alle loro vite. Grazie ad una convenzione stipulata con l’Ordine degli avvocati di Milano, dal 2017 è attivo anche un servizio (gratuito) di orientamento legale. Telefono Azzurro inoltre propone interventi periodici online e nelle scuole di tutta Italia, con attività formative e di prevenzione su diverse tematiche, come il bullismo, l’abuso, l’uso sicuro di internet, la multiculturalità e i diritti dell’infanzia, dedicati a docenti e studenti di ogni ordine e grado.
«Nel corso del 2022 il Servizio di Ascolto e Consulenza 19696 di Telefono Azzurro ha gestito 2.886 casi, con una media di otto casi al giorno. Il 37,26% dei rientra nell’area “Salute Mentale”: ciò significa che quasi 4 minori su 10 hanno chiesto aiuto per situazioni come ideazione suicidaria, progettazione suicidaria, agiti autolesivi. Sei minori su 10 tra quelli che hanno chiesto aiuto rientrano nella fascia di età 15-17anni», afferma Simona Maurino, psicologa, Contact Center Manager di Telefono Azzurro. Fra le richieste di aiuto pervenute c'è quella di Chiara (nome di fantasia), 16 anni: «Non so se ho fatto bene a scrivervi perchè non sono vittima di alcun maltrattamento. Fino a qualche mese fa avrei detto che ero una ballerina appassionata. Oggi non sono più niente di tutto questo, mi sento senza prospettiva e non so neanche perché vi sto scrivendo. Mi manca la voglia, la forza fisica e quella mentale, ma non solo per la danza… semplicemente alzarmi la mattina e andare a scuola per me è qualcosa di insormontabile, da più di un mese. Quando mi guardo allo specchio vedo un fantasma, mi sento vuota e sbagliata e non riesco più a stare con gli amici. Loro mi chiamano per uscire, come sempre hanno fatto, ma io non ci riesco, vi giuro, non ci riesco. Passo i miei pomeriggi a letto, spesso in silenzio, non ho più voglia di fare niente e spesso mi chiedo che senso abbia vivere così, come un vegetale. Non ho più nessuna speranza che la mia situazione possa cambiare, ho paura che le sensazioni che sto provando non passeranno mai, la Chiara di prima sta morendo di stenti».
In quasi vent'anni di gestione del Servizio 114, Telefono Azzurro ha accolto e gestito oltre 31mila casi di emergenza. Solo durante il 2022 i casi trattati sono stati 2.246 e già 535 quelli accolti nel primo trimestre del 2023. I casi di abuso sessuale, online e offline, gestiti nel 2022 da Telefono Azzurro attraverso il 114 e l'1.96.96 sono stati 275, quasi uno al giorno: dal 2015 al 31 marzo 2023 sono stati 2.791 in tutto. Nel caso dell’abuso offline, quasi una volta su quattro (38% dei casi) il responsabile è un genitore della vittima, mentre nell’abuso online si tratta con maggior frequenza di un estraneo. «Il tema della pedofilia è difficile perché è invisibile», dice Caffo. «Se prima questo tema riguardava la vita reale, oggi il mondo dell’online è diventato una grande sfida. Spesso le insidie del web sono invisibili anche agli adulti. Bisogna mettere a sistema le grandi risorse del paese: le istituzioni, le forze dell’ordine, il mondo accademico, i media».
«Uno dei temi che caratterizza da sempre la nostra associazione è quello di dare più voce ai bambini. È un obiettivo che sia le Nazioni Unite che il Parlamento europeo ci ricordano continuamente», afferma il professor Caffo. «Dare voce ai bambini e alle bambine significa consentire ai ragazzi di partecipare alle scelte che riguardano il loro presente e il loro futuro. Questo però implica costruire dei modelli che siano concretamente in grado di accogliere le loro istanze. Molto spesso i bambini non hanno organi di rappresentanza e di frequente vengono dimenticati nelle programmazioni e nelle scelte da parte degli adulti: questo accade anche in Italia, nel nostro Parlamento. I bambini hanno poca voce anche in famiglia. Dobbiamo tutti dare loro un ruolo centrale. Proprio lavorare a stretto contatto con bambini e adolescenti d'altronde ha permesso a Telefono Azzurro di crescere in questi 36 anni: è questo che ci consente di capire i linguaggi e i percorsi che li caratterizzano oggi. Perciò la formazione continua dei nostri operatori è fondamentale».
Perché i cittadini dovrebbero dare il 5 per mille a Telefono Azzurro? «Per tre buoni motivi: siamo l’unica associazione in Italia che, dalla sua fondazione, è aperta 24 ore su 24, tutti i giorni e gratuitamente, per dare voce ai bambini e al loro disagio; l’ascolto reale dei bambini ci permette di trasformare in azioni concrete d’aiuto le loro richieste e di trasferire poi determinate azioni alle istituzioni preposte; infine, perché il futuro di un Paese si basa sull’impegno a favore dei minori, è questo che costituisce le fondamenta di uno sviluppo sostenibile. La salute mentale dei bambini è un bene che non appartiene soltanto a loro, ma all’intera collettività».
Per destinare il 5 per mille alla Fondazione SOS Il Telefono Azzurro, metti la tua firma nel riquadro "sostegno degli Enti del Terzo Settore" e inserisci il codice fiscale 92012690373.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.