Innovazione sociale

Syskrack, rompere il sistema in nome di Peps

di Luigi Alfonso

Un progetto che nasce dopo la prematura e tragica scomparsa di Giuseppe Porsia, un giovane di Grassano. Un'associazione che conta centinaia di soci sparsi in tutto il mondo. La fusione della natura con le idee tecnologiche più avanzate passa per la condivisione di idee e l'inclusione. Così si combatte lo spopolamento e si spera di invertire la tendenza

È possibile combattere lo spopolamento, soprattutto l’emigrazione giovanile, abbinando la tecnologia alla natura? I fondatori di Syskrack ci credono a tal punto da aver costituito un’associazione senza scopo di lucro che ha, per l’appunto, l’obiettivo dichiarato di creare un mondo migliore attraverso l’uso consapevole della tecnologia e la condivisione di conoscenze. Non deve stupire, pertanto, che l’idea sia partita da Grassano, un paese di poco più di quattromila abitanti situato nel cuore della Basilicata, in provincia di Matera, tra le vallate che accompagnano dolcemente i fiumi Bradano e Basento.

Il vero visionario è stato Giuseppe Porsia, per tutti Peps, un giovane che era almeno trent’anni avanti a tutti. Parlava di stampanti 3D quando nessuno sapeva che cosa fossero, e molti credevano che fosse un’impresa impossibile. Lui non si era arreso di fronte allo scetticismo generale ed era andato avanti, imperterrito. Sino a quando, durante una vacanza all’estero, un indicente se l’è portato via a soli 29 anni. Era il 2013. La sua morte aveva scosso l’intera comunità ma, subito dopo la sua prematura scomparsa, familiari, parenti e amici di Peps hanno trasformato in positivo la rabbia, il dolore e l’incredulità in qualcosa di positivo. Così è nata Syskrack, un nome neanche tanto misterioso perché racchiude l’essenza della filosofia di Giuseppe Porsia: la rottura del sistema globale, inteso come una macchina che fagocita tutto e tutti, sconvolgendo antichi equilibri sociali ed economici.

Questa iniziativa oggi conta centinaia di associati sparsi in tutto il mondo. Una community in continua espansione, che nel tempo ha consentito di avviare una serie di progetti che hanno alcuni obiettivi: combattere la povertà educativa, sostenere la tutela del patrimonio culturale e rurale, agevolare la diffusione di buone pratiche di condivisione e di aggregazione sociale. Nell’arco di nove anni è stato fondato un Fablab che, ogni giorno, permette di testare idee e opportunità della cosiddetta maker culture, la cultura del fare, attraverso lo sviluppo delle competenze tecnologiche, sociali, imprenditoriali, didattiche ed educative.

Naturalmente tecnologici” non è solo il motto che campeggia nel sito dell’associazione, bensì il titolo di un’iniziativa lanciata quest’anno per diffondere le buone pratiche della cittadinanza attiva e partecipativa per la tutela e la salvaguardia del territorio, all’affannosa ricerca di un punto di equilibrio tra la tecnologia e la natura, come nomadi digitali che bramano la sostenibilità ambientale e una serenità interiore che non è facile trovare, soprattutto in questi anni contrassegnati dalla pandemia prima e dalla crisi dopo.

«Non è retorico dire che il modo di ragionare di Peps ha cambiato la vita a tanta gente, a cominciare da me», sottolinea suo cugino Giuseppe Liuzzi, anima di Syskrack. «Il primo progetto a cui ci siamo dedicati nel nostro laboratorio, denominato Reprap, era dedicato alle stampanti 3D open source e replicanti, che cioè sono in grado di realizzare altre stampanti. In questo modo abbiamo reso omaggio a Peps, portando avanti un suo progetto senza nemmeno sapere come si facesse a creare una stampante 3D. Eravamo davvero dei profani in quella materia. Ci siamo messi a studiare e, piano piano, siamo arrivati alla meta. Nel primo periodo, dopo la sua morte, di notte non riuscivo a dormire, ero irrequieto. Così ho iniziato a “smanettare”, a fare tante prove, senza farmi travolgere dagli insuccessi».

Il tempo ha lavorato a favore. E pure l’ubicazione della sede associativa, che sta in pieno centro. «È diventata un punto di riferimento per tanti studenti, professionisti, addetti ai lavori e persino semplici curiosi», racconta Liuzzi. «Ognuno di noi ha dato il proprio contributo di idee, senza limiti o pregiudizi: da noi non arrivano soltanto persone che possiedono un certo percorso di studi, proprio perché tutti possono sviluppare idee e progettualità. La crescita è stata naturale e costante. Nel primo periodo della pandemia, senza volerlo, abbiamo creato un ufficio di co-working che ha permesso a tanti giovani di lavorare con una connessione in rete affidabile. Qualcuno è venuto a trascorrere dei mesi in un luogo a dimensione d’uomo, altri hanno fatto o stanno per fare la scelta di tornare a Grassano perché la qualità della vita e i costi sono decisamente inferiori alle grandi città. A poco a poco stiamo registrando una inversione di tendenza rispetto al passato. C’è ancora tanto da fare, ma è già un buon segnale».

I progetti si moltiplicano, le commesse dal resto d’Italia e dall’estero pure. Si guarda a un futuro sostenibile, tecnologicamente avanzato, socialmente sviluppato e inclusivo. «Il territorio della Basilicata permette di sperimentare modelli di co-housing e co-living in ambienti rurali, attualmente in stato di abbandono. E questo lo rende appetibile, soprattutto ora che la pandemia ha cambiato il modo di ragionare di tanta gente. Ci confrontiamo tutti i giorni, anche a migliaia di chilometri di distanza, perché le idee viaggiano veloci. Questa opportunità ha permesso a tanti giovani di non lasciare la propria terra in cerca di miglior fortuna. Lavoriamo per scoprire nuove soluzioni attraverso l’open source-hardware, la metodologia Steam (acronimo di Science technology engineering art mathematics, un modello di apprendimento interdisciplinare che è stato sviluppato negli Usa a partire dal 2000, per avvicinare gli studenti di ogni provenienza sociale alle discipline matematiche e scientifiche, ndr), il “learning by doing” e l’organizzazione di eventi, meetup e concerti, per stimolare la creatività e l’apprendimento di nuove abilità tecniche in contesti virtuosi, non formali. Dapprima era una finestra che, da Grassano, si affacciava nel mondo. Ora accade il contrario: da vari Paesi si sono accorti di questa realtà innovativa e ci fanno delle proposte di lavoro o di collaborazione».

Syskrack sta portando a termine un progetto denominato “Classi fuori Classe”, avviato grazie a un bando dell’impresa sociale Con i Bambini, in partnership con molte associazioni e cooperative del territorio. L’obiettivo, in questo caso, è il contrasto alla povertà educativa. «Questo è il terzo e ultimo anno in cui portiamo la stampa 3D in un format da mini Fablab, con un approccio bottom-up che permette di imparare partendo dalla risoluzione di un problema e sviluppando skills specifiche, sia soft che hard, utilizzandole direttamente sul campo. Abbiamo erogato percorsi formativi di 30 ore circa per una media di 30 ragazzi ogni anno. Ma questo è soltanto uno dei progetti educativi che stiamo portando nelle scuole. Prima della pandemia ospitavamo in sede almeno 4-5 ragazzi per i progetti di alternanza scuola-lavoro. Per quanto riguarda i meetup, invece, al momento si è tenuto solamente il primo, a Bologna. Il secondo è in programma a maggio, ad Accettura (sempre in provincia di Matera) durante uno dei riti arborei più antichi della Basilicata. Ne approfitteremo per incontrarci in presenza e non più soltanto in rete, vivendo il contesto rurale e approfondendo le tematiche antropologiche in collaborazione con Marina Berardi, nostra socia e celebre fotografa ed antropologa. L’idea è di sviluppare meetup in tutte le città dove sono presenti i soci Syskrack, anche semplicemente per innescare opportunità di crescita, dialogo e confronto ogni 2-3 mesi. Unitamente a questo, raccogliamo idee e richieste da parte di utenti, soci e dai nostri concittadini, per risolvere problemi della vita quotidiana con tutti gli strumenti a nostra disposizione. È facile farlo con la stampa 3D: non immaginate quanti tostapane, asciugatrici, fornetti, frigoriferi e altri elettrodomestici abbiamo salvato, semplicemente stampando manopole introvabili o fuori commercio. Al momento non stiamo più portando avanti questa attività a causa della mancanza di risorse sul posto».

Tra i progetti più innovativi, quello di monitoraggio ambientale in collaborazione con il meteorologo Paolo Bonelli, con cui Syskrack ha sviluppato una stazione meteo completamente autocostruita. «Presto si aggiungerà alla stazione meteo anche un sistema di monitoraggio in real time delle frane che sarà presentato al World Landslide Forum di Firenze. Grassano è infatti un territorio molto fragile per questo tipo di fenomeni. Tutti gli strumenti saranno autofinanziati attraverso le quote associative e le campagne di crowfunding. Saltuariamente abbiamo ricevuto dei piccoli contributi dal Comune, ma non basta».

Syskrack è una community aperta. Chiunque abbia voglia di cimentarsi in cose nuove, di imparare, lavorare insieme e conoscere nuove persone, può unirsi al server Discord cliccando qui.

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