«I romanzi rosa aiutano a dimenticare. Non amo i libri pieni di tristezza… ci sono già tanti problemi», Efrosina, 73 anni il prossimo 1 novembre, sorride. Per lei questo è un momento felice. Ha appena scelto la montatura degli occhiali per poter leggere. Efrosina è russa, è arrivata in Italia 15 anni fa per fare la badante, dopo dieci anni di lavoro si è ammalata, e dopo essere stata ricoverata, rimasta senza casa, è approdata in via Mambretti da Fondazione Progetto Arca dove è stata ospitata nella sezione post-acuti. Ora è al centro di via Aldini ed è tra i circa 400 senza dimora e persone fragili che nel corso della settimana dal 14 e il 18 ottobre hanno potuto usufruire di una delle visite specialistiche organizzate dalla OneSight (la fondazione di Luxottica) in occasione del mese della vista. Per l’occasione la palestra di via Aldini è stata trasformata in un accogliente centro visite.
«Questo è il terzo anno che aderiamo all’iniziativa di Luxottica», spiega Tina Regazzo di Progetto Arca. «Lo scorso anno le visite sono state 418 e hanno permesso di individuare 58 casi con problemi importanti, anche con il rischio della perdita della vista». Regazzo, responsabile dei servizi della fondazione spiega come l’équipe medico sanitaria di Progetto Arca fa il primo screening tra gli ospiti e le persone assistite. L’attenzione agli aspetti sanitari non è nuova: «Dopo che abbiamo aperto la sezione per post-acuti, ci siamo resi conto che serviva anche un ulteriore passaggio per le persone che, dimesse da lì, avevano ancora bisogno di un’assistenza medico-infermieristica e ora abbiamo un “post post-acuti” con 20 posti dedicati alla fragilità sanitaria. Le persone vengono seguite anche da un’équipe socio-educativa e ora possiamo dire di coprire con le nostre équipe tutta la filiera della solidarietà verso i senza dimora: dall’unità di strada all’housing». E le visite oculiste sono un ulteriore servizio offerto agli ospiti dei centri di accoglienza e dell’housing sociale. «Osservare una visita oculistica di un bambino, di una donna o di un uomo che assistiamo nei nostri progetti», conclude Regazzo, «ci conferma che anche questa è integrazione, è un tassello ulteriore per favorire il reinserimento sociale di chi è più fragile».
Mentre parliamo Eufrosina si avvicina, ha in mano i fogli che le hanno consegnato dopo le visite, continua a sorridere. «L’anno scorso mi avevano detto che dovevo venire a farmi visitare gli occhi e infatti mi hanno dato gli occhiali per vedere da lontano. È stata la prima volta, non avevo mai messo degli occhiali in vita mia», continua. «È stato come vedere il mondo per la prima volta però per leggere non vanno bene, ma tra un mese mi arrivano quelli nuovi». Eufrosina non vede l’ora di poter leggere i suoi romanzi rosa che trova nella biblioteca del centro di via Mambretti «leggo i libri in italiano perché non ce ne sono in russo, ma ora potrò leggerli senza fare fatica».
Gli ospiti di Progetto Arca entrano alla spicciolata nella palestra dove sono accolti dagli operatori e dai dipendenti di Luxottica, per loro si tratta della giornata di volontariato aziendale. «Per me è la seconda volta, anche due anni fa ero stata qui ad Arca ed è sempre un’esperienza che ti fa sorridere il cuore» racconta Valentina Smedile (nella foto) che si occupa della realizzazione del progetto di volontariato aziendale con un passato come volontaria di Servizio civile in una comunità per disabili. «È molto bello il rapporto che si instaura con le persone e vedere la gioia nei loro occhi è contagioso. Prima un ragazzo del Gambia mentre l’accompagnavo alla visita mi guardava dicendomi “sei bellissima”. Ma la cosa più bella è poter fare un’azione positiva».
Chi vive in strada o si trova in un momento di fragilità molto spesso non si cura della propria salute, per non parlare della prevenzione come sottolinea il dottor Riccardo Vinciguerra, oculista all’Humanitas San Pio X: «Qui si tendono a vedere patologie cronicizzate e alcune volte anche patologie trascurate che possono portare alla cecità». Accanto a problemi come miopia, ipermetropia e presbiopia, nella casistica riscontrata durante le visite in Aldini ci sono anche casi di cataratta, retinopatia diabetica, glaucoma «ma abbiamo riscontrato anche un caso di uveite», spiega ancora il medico. «Per chi vive in condizioni precarie purtroppo sono tutti problemi che vengono considerati secondari, alcune persone che ho visitato tendono a trascurarli anche perché non sanno di avere una patologia. Qui facciamo tutte le visite da quella oculistica a lla misurazione della pressione oculare».
Alcuni momenti della giornata di visite alla vista in via Aldini (le prime due immagini sono ©lilith foto)
Il medico torna nell’area visite mentre davanti allo stand dove si provano le montature si è creata una piccola coda. C’è Benita, che arriva dalle Filippine, anche lei come Efrosina sorride mentre prova una montatura dopo l’altra e si guarda allo specchio. Seduto ad aspettare il suo turno c’è Claudio Cesari. E come capita spesso nelle sale di attesa dei medici si parla dei propri problemi. «Ho sempre avuto problemi alla vista, ho una cataratta congenita e ho sempre portato occhiali per vedere da lontano. Adesso però ho bisogno di quelli da vicino… è l’età». Si mette a ridere, ma subito dopo torna serio.
Per lui è la prima volta che partecipa alla visita gratuita della vista con Progetto Arca. «Tra il 2015 e il 2017 ero un dipendente di Arca, facevo l’autista dei pulmini in occasione dell’emergenza profughi, li accompagnavo ai vari centri», racconta. Adesso è un ospite di Arca, cosa è successo? Gli chiediamo. «Sono qui in Aldini da sei mesi» inizia a raccontare. «Ero emigrato in Svizzera con la mia compagna, ma dopo un primo tempo in Canton Ticino ci siamo trasferiti a Zurigo. Purtroppo se non sai il tedesco non puoi lavorare e se non lavori non puoi restare. Così sono tornato a Milano, ma non avevo più la casa». Claudio da poco ha trovato un lavoro, «ho anche fatto domanda per la casa popolare, vedremo…».
Entro poche settimane tutti riceveranno il loro nuovo paio di occhiali e come dice Eufrosina «sarà come guardare il mondo come se fosse nuovo».
L'iniziativa in occasione della Giornata mondiale della vista a Milano è stata organizzata da OneSight, fondazione di Luxottica, in collaborazione con l'assessorato alle Politiche sociali e abitative del Comune di Milano, il Centro Universitario di Ricerca in ottica e optometria dell'Università Bicocca (Comib) e con la Humanitas San Pio X. Le visite sono state effettuate dal 7 all'11 ottobre alla Casa di Accoglienza "Enzo Jannacci" e dal 14 al 18 ottobre al Centro di via Aldini di Fondazione Progetto Arca. Le visite sono state effettuate con strumenti tecnologici all'avanguardia grazie al coinvolgimento di Essilor Italia.
L'immagine in apertura è di ©lilith foto
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