Donne

Quel tombolo ci ha messe Sotto Sopra

di Ilaria Dioguardi

Dall'incontro con alcune ricamatrici tradizionali nasce, per Marcella e altre signore di Ausonia, nel Frusinate, l'idea di mettersi in gioco professionalmente e, con essa, la sartoria sociale "Sotto Sopra". Una storia di formazione e sostegno all’autoimprenditorialità, scambi intergenerazionali, connubio tra antico e moderno, economia circolare. Che cresce anche con le stampanti 3d. L'aiuto dell'8x1000 di Chiesa valdese

Riciclare le vele da surf per farne delle borse sartoriali di artigianato. Da un’idea di riparazione e di ricostruzione del senso e dell’utilità delle cose nasce la sartoria Sotto Sopra della cooperativa Spazio Incontro Onlus, che punta a favorire l’autoimprenditorialità femminile nella comunità di Selvacava, frazione del piccolo paese di Ausonia, nel Frusinate.

«Questo progetto è iniziato nel 2019 e subito si è bloccato a causa della pandemia. Dopo la ripresa, da circa un anno siamo a pieno regime». A parlare è Marcella Zampa, 62 anni, nata in Francia; da giovane andò qualche giorno ad Ausonia, incontrò il ragazzo che poi divenne suo marito e rimase a vivere lì, ha 3 figli. Insieme a Maria e Maria Pia, porta avanti il lavoro della sartoria. «Siamo solo noi, speriamo presto di diventare di più. Tutto è iniziato dal dono alla sartoria di una vela, da parte di un campione di kitesurf del territorio. Da lì abbiamo cominciato a progettare, con la combinazione di vela e jeans. I ragazzi del Servizio civile ci danno una grossa mano, anche per quanto riguarda la parte tecnologica. Da poco abbiamo una stampante 3d, i ragazzi stanno cercando di stampare sulle borse il nostro logo, curano le pagine social e il sito. Abbiamo una nuova macchina per tagliare le parti più piccole delle borse».

Le sarte, tutte ultracinquantenni, lavorano anche con il tombolo. «Abbiamo fatto conoscenza con un’associazione di donne che lavorano con il tombolo, usato per la realizzazione di pizzi e merletti, abbiamo realizzato delle borse e una di queste è esposta al museo del Tombolo di Isernia. Partendo da un modello, realizziamo creazioni che sono, ognuna, un pezzo unico. Il modello a volte è lo stesso, ma non usiamo mai lo stesso materiale per realizzarlo», racconta Zampa. Non comprano quasi nulla, usano gli scarti delle aziende: un’impresa di moda ha regalato loro delle stoffe, un’azienda di scarpe ha fornito tanta ecopelle e accessori. Realizzano anche svuota tasche, cinture, pochette, tovagliette per la tavola. «Recuperiamo anche gli accessori, le borchie, le chiusure. Non si butta niente, è importante come stile di vita, anche per i ragazzi del servizio civile che lavorano con noi: bisogna riciclare tutto. Siamo nella società dell’usa e getta ed è fondamentale tramandare l’importanza del recupero alle nuove generazioni».

L’obiettivo di Sotto Sopra è autosostenersi economicamente. «Vorremmo trovare altre compagne di avventura, bisogna essere mosse dalla passione per il cucito e avere voglia di stare insieme e condividere. Vivendo in un posto isolato, che offre ben poco, Sotto Sopra è un bel momento di vita. Il cucito a me piace tanto, farlo con altre persone è molto più bello. Siamo tutte autodidatte, ognuna dà qualcosa alle altre. Inoltre, lo scambio e la condivisione con i ragazzi del servizio civile sono stimolanti», dice Zampa.

La cooperativa Spazio Incontro Onlus, che ha dato vita al progetto, è in un edificio che è stato dato in comodato d’uso dal comune di Ausonia. Al piano superiore c’è la casa famiglia per minori, gestita dalla cooperativa, una parte del piano inferiore è riservata a Sotto Sopra.

Quasi in contemporanea alla sartoria, è nato il crowdfunding. «Non ci sono ancora abbastanza vendite per autosostenerci, stiamo incrementando la parte online. Abbiamo voglia di farci conoscere, non c’è una grande risposta sul territorio», continua Zampa. A giorni Sotto Sopra parteciperà a Rimini al Web Marketing Festival (15-16 e 17 giugno), per la seconda volta, quest’anno con uno stand. «Nella nostra partecipazione all’edizione del Festival del 2021 sembravamo delle intruse, siamo arrivate con le nostre borsette ad un evento in cui si parla di tecnologia e innovazione; sembrerebbe un mondo troppo lontano dalla nostra linea, invece abbiamo avuto dei contatti interessanti e ci hanno invitato a continuare», prosegue. Ciò che interessa molto del progetto è l’ecosostenibilità. «Noi compriamo pochissime cose, giusto il filo per cucire e qualche accessorio, il resto è tutto riciclato. I nostri fornitori sono un’impresa di Isernia, una fabbrica di scarpe di Trani, i vari tappezzieri e negozi del territorio, amici cella cooperativa che ci hanno regalato un paio di vele».

Per i suoi trent’anni, la cooperativa Spazio Incontro Onlus voleva creare un’attrazione sociale di impatto per la popolazione del territorio. Così è nata l’dea della sartoria.

«Nel nostro lavoro spesso entriamo in contatto con donne che, per diverse situazioni familiari, escono più velocemente dal mercato del lavoro, non riescono ad entrarci o a rientrarci. A volte, fanno scelte di vita e non sono indipendenti», racconta Angela Di Russo, presidente della cooperativa Spazio Incontro Onlus. «La nostra zona è vicina a luoghi abbastanza difficili, Formia (Latina) è a 40 minuti da Casal di Principe (Caserta), se non si ha una formazione che permette di affacciarsi al mercato del lavoro con una certa capacità contrattuale si diventa una bassa manovalanza più avvicinabile dalla malavita. Quello in cui crediamo molto è la prevenzione. Il progetto, nato grazie ad un finanziamento della Chiesa Valdese, è nato per fornire competenze professionali spendibili nel mondo del lavoro a donne che vivono condizioni di fragilità».

Ausonia è un piccolo paese di montagna ma ha un tavolo di progettazione sociale. Dopo la pandemia molte donne non sono più volute andare in sartoria, il progetto ha coinvolto dall’inizio una quindicina di persone. «Vogliamo cambiare approccio culturale e trasformare questo progetto in una cooperativa, che unisca il vecchio al nuovo, in modo da avvicinare i giovani. Le donne del progetto, a Selvacava, hanno un grande disagio: non sanno dove andare, il territorio non offre nulla. La sartoria è diventata luogo di aggregazione e motivo di partecipazione ad eventi lontano da qui», dice la presidente Di Russo. «Le donne di Sotto Sopra non hanno un lavoro, sono contente di questo progetto e soddisfatte dell’apprezzamento delle loro creazioni. Hanno voglia di crescere e diventare uno spin-off della cooperativa, una realtà imprenditoriale autonoma e speriamo che ci riescano presto».

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