Se la cultura ha una valenza terapeutica, perché non fare in modo che i medici, e in particolar modo i pediatri, possano prescriverla? D’altronde esistono numerosi studi scientifici che lo affermano e che la cultura faccia bene alla salute lo ha certificato nel 2019 anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Su questa idea di alleanza e di collaborazione tra soggetti molto diversi tra loro (donne e uomini di teatro, istituzioni e pediatri), l’Ater fondazione (ente che ha per soci fondatori la Regione Emilia-Romagna e 38 comuni, di cui sei capoluogo di provincia) ha costruito un progetto di welfare culturale, definendone i contenuti, gli obiettivi, le relazioni con i partner e le modalità di realizzazione. Il progetto si chiama Sciroppo di Teatro.
L’ideatore e anima del progetto è Silvano Antonelli, 68 anni, fondatore della compagnia Stilema, da 50 anni uno dei protagonisti del teatro per ragazzi in Italia. Sciroppo di teatro è partito con una sperimentazione nel 2021 ed è oggi alla sua terza edizione, con 11mila bambini coinvolti. Funziona in questo modo: i bambini e le bambine dai 3 agli 11 anni, assieme ai loro accompagnatori, possono andare a teatro con un voucher prescritto dai pediatri, per tre euro a spettacolo. Quest’anno è stata ampliata la rete dei pediatri che hanno aderito all’iniziativa: sono 253. L’anno scorso erano 167. Sono entrati nel progetto anche i centri per le famiglie. Ben 73 le rappresentazioni in programma fino ad aprile. «Vogliamo sviluppare il progetto», spiega Antonelli, «rendendolo fruibile a quelle persone che probabilmente ne hanno più bisogno e che altrimenti non farebbero mai un’esperienza di questo genere».
Si è scelto quest’anno di mettere al centro ancora di più il rapporto tra le famiglie e i pediatri
Silvano Antonelli, ideatore del progetto Sciroppo di teatro
Una sfida per la salute
«È un’idea su cui lavoro dal 2000 e poggia sulla consapevolezza che i pediatri non sono soltanto dei prescrittori di medicinali, ma dei riferimenti per le famiglie per la cura complessiva del bambino», ricorda Antonelli. La scintilla si è accesa vent’anni dopo. «Eravamo nel 2021, nel nel pieno dell’emergenza Covid, in una di quelle riunioni online fatte soprattutto per cercare di sopravvivere». L’idea però piacque. «Venne presa in carico con grande entusiasmo dalla presidente dell’Ater di allora, Patrizia Ghedini e dal direttore, Roberto De Lellis». Una scommessa nata in un periodo difficilissimo e che nel post Covid si è trasformata in «un’idea per la ripartenza e in una sfida per la salute».
Il bambino tutto intero
Ma perché una proposta di teatro ragazzi si trasformasse in un progetto di welfare culturale occorreva un passo in più. «Ater», precisa Antonelli, «ha creato un gruppo di lavoro misto, composto da gente di teatro e da pediatri. Il lato medico era guidato da Alessandro Volta». Il dialogo si è sviluppato «su un’idea semplice e chiarissima: il bambino tutto intero». Una prospettiva per la quale il piccolo «non ha solo bisogno di una pasticca, ma anche di un’esperienza di benessere totale, all’interno del suo ambiente, della famiglia e del suo percorso di crescita». Dunque, fare un’esperienza di welfare culturale come Sciroppo di teatro «crea benessere nelle bambini, che non è semplicemente esistenziale, ma anche fisico. I bambini così si ammalano di meno».
In questo quadro, ribadisce Antonelli, viene riconosciuto al pediatra anche un ruolo educativo nei confronti dell’approccio che la famiglia può avere sulla crescita del proprio figlio. Il “bambino tutto intero” è insomma una delle chiavi di volta di questo di questo progetto.
Alessandro Volta è stato coinvolto nell’iniziativa per questo motivo: pediatra, neonatologo per trent’anni nei punti nascita di Parma e Montecchio Reggio, 63 anni, oggi è direttore della pediatria della provincia territoriale di Reggio Emilia. Autore di diversi libri come Apgar 12, Mi è nato un papà, L’allattamento spiegato ai papà e di oltre 70 pubblicazioni sul tema salute e infanzia, è stato coinvolto nel progetto Sciroppo di Teatro come consulente scientifico dalla allora presidente di Ater Patrizia Ghedini per la sua visione a 360 gradi sulla salute del bambino, un orizzonte «molto più allargato, rispetto alla presenza o all’assenza di malattie», dice lo stesso Volta.
Sviluppo evolutivo. Il progetto Sciroppo di teatro mette a fuoco le possibilità del welfare culturale in un contesto pre adolescenziale. «Ci riferiamo allo sviluppo evolutivo e di salute di una bambina e di un bambino in crescita e agli stimoli e alle esperienze positive che creano benessere in generale ma che soprattutto rappresentano un determinante di salute globale».
Al di là della genetica. Quando parliamo di determinante globale entriamo in un contesto di prevenzione delle malattie croniche degenerative dell’adulto, delle allergie, delle intolleranze e di certe predisposizioni ai tumori. «Queste patologie dell’adulto hanno una base predisponente genetica, ma il determinante di salute, cioè l’ambiente, è quello che fa sì che certe condizioni avvengano o non avvengano». È dimostrato «che la noia, lo stress tossico e l’ansia minano in buona parte lo stato di salute, riducendo ad esempio le difese immunitarie». Sciroppo di teatro è un progetto che va in questa direzione e si muove nel solco di esperienze come “Nati per leggere”, iniziativa promossa dall’Associazione Italiana Biblioteche, dall’Associazione Culturale Pediatri e dal Centro per la Salute del Bambino, «che da 20-25 anni promuove la lettura ad alta voce come esperienza positiva tra il bambino e l’adulto fin dai primi mesi di vita».
Il ruolo delle emozioni. Per Volta mettere nelle condizioni i bambini di emozionarsi «fa molto molto bene al cervello, che progredisce e si sviluppa, favorisce la memorizzazione e il pensiero. Andare a teatro per un bambino vuol dire divertirsi ed emozionarsi con altri coetanei e con l’accompagnatore, con il genitore. È un’esperienza relazionale che favorisce il dialogo e la riflessione».
La ricetta per andare a teatro
Di fatto lo “Sciroppo di teatro” è un libretto impreziosito dalle illustrazioni di Matteo Pagani, che contiene tre “ricette”, cioè tre tagliandi staccabili, ognuno dei quali corrisponde a un biglietto. «Noi lo chiamiamo ticket, perché di salute si tratta», ribadisce Silvano Antonelli. Una “prescrizione” di sciroppo di teatro funziona infatti anche in un’ottica di prevenzione. Tutti i bambini hanno diritto al teatro, «non solo quelli che presentano qualche criticità. Il teatro, ma anche la danza, l’arte figurativa sono in grado di andare incontro ad una difficoltà, ma sono anche un gesto di welfare».
Il cartellone degli spettacoli (QUI tutte le info) che Sciroppo di teatro mette in programma spazia dai grandi classici del teatro per l’infanzia alla rivisitazione in chiave moderna delle fiabe più note, fino alle nuove produzioni che uniscono musica, danza, narrazione e teatro di figura.
Ater, che programma gli spettacoli, è attenta a costruire un cartellone in linea con la fascia di età con una grande cura per l’accoglienza
Silvano Antonelli
Tra i titoli, domenica 7 gennaio in Romagna, in provincia di Forlì, al Teatro Petrella di Longiano va in scena Storia di un no della Compagnia Arione de Falco, mentre in provincia di Rimini, al Teatro Il Lavatoio di Santarcangelo di Romagna il sipario si alza su Biancaneve de La Baracca – Testoni Ragazzi. In Emilia, sabato 13 gennaio al Teatro Comunale di Carpi spazio a Il cielo degli orsi del Teatro Gioco Vita, che replica domenica 14 gennaio al teatro comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno. Sempre domenica 14, al teatro comunale di Russi, nel Ravennate, va in scena Rumori nascosti del Teatro del Buratto.
L’analisi degli effetti
A supporto dell’iniziativa e per comprenderne, analizzarne e valutarne gli
impatti sui soggetti coinvolti (cioè famiglie, pediatri e spazi teatrali), alla seconda stagione Ater Fondazione ha realizzato un’indagine, condotta attraverso questionari e focus group. Dall’analisi dei dati è emerso che Sciroppo di Teatro ha favorito l’aumento dell’offerta di spettacoli dedicati alle famiglie, permettendo ai teatri di raggiungere più famiglie del territorio e di aree limitrofe. Dal punto di vista del pubblico, il report ha messo in evidenza come l’iniziativa abbia avuto la funzione di ampliare il pubblico di teatro ragazzi, coinvolgendo, attraverso lo strumento dei voucher, anche quelle famiglie che non sono solite andare a teatro.
Lazio, Piemonte e altre regioni si sono dimostrate interessate a replicare l’esperienza nel loro contesto
Alessandro Volta, pediatra
Il progetto ha anche stimolato l’aumento del consumo culturale di quelle famiglie che avevano già l’abitudine a frequentare le sale teatrali, costituendo dunque uno strumento di penetrazione di un segmento specifico. I dati mostrano inoltre che le famiglie non si sono limitate a recarsi soltanto nei teatri della loro città, ma si sono spostate all’interno delle province e fra province vicine.
Questo articolo fa parte di una serie di racconti che VITA dedica alle esperienze di welfare culturale in Italia, per contribuire a far sì che questi strumenti nuovi entrino sempre di più nella “cassetta degli attrezzi” degli operatori sociali. In apertura foto di Mauricio Keller Keller da Pixabay
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