Tecnologia

Psicologia aumentata: «Il drago arrabbiato sono io»

di Anna Spena

Abbiamo provato l’innovativo modello di integrazione della realtà virtuale nella psicologia, arrivato in Italia con il progetto Become. Ecco come funziona e perché sarà la prossima frontiera nella cura dell’individuo

Immaginatevi un mondo antico, dove per arrivare ad un castello bisogna attraversare una foresta e superare la paura dei lupi. Immaginatevi poi un drago arrabbiato che sputa fuoco e ostacola l’ingresso. E un eroe che impavido supera le fiamme. Siete voi l’eroe? Forse sì, oppure, forse no. Io, per esempio, ho creduto di essere il drago. Ma cambiamo scenario.

Pensate all’universo. Adesso al centro dell’universo ci siete voi. E potete vedere le stelle, gli asteroidi, e un buco nero. Vi spaventa? Vi travolge? Vi coinvolge? Questi sono solo alcuni dei percorsi inventati da Become, dove la realtà virtuale si mette a servizio della psicologia. È difficile spiegare con le parole quello che succede quando si viene catapultati nel mondo della realtà virtuale. Che non è meno mondo, ma, appunto, un altro mondo.

Di realtà virtuale come ultima avanguardia del settore dell’entertainment si parla da diversi anni. Ma cosa succede quando la realtà virtuale entra a pieno titolo negli strumenti che gli specialisti utilizzano per sviluppare un percorso terapeutico? Become. Research and Psychologist è nata in Italia nel 2018. Un’iniziativa dove la realtà virtuale viene messa al servizio della psicoterapia e il benessere dell’individuo.

L’iniziativa, trasformatasi poi in impresa, è nata dall’incontro di Luca Bernardelli con altri psicologhi e psicoterapeuti, designer e informatici. Con lui, a raccontare a Vita.it che cos’è la psicologia aumentata, come funziona, e a quali scenari andiamo incontro c’è il professore Andrea Gaggioli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che ha supervisionato le ricerche già concluse o ancora in corso sui differenti protocolli della Psicologia Aumentata.

Che cos’è la psicologia aumentata? AG
Un innovativo modello di integrazione della realtà virtuale nella psicologia, basato sulle ultime frontiere della ricerca psicologica. Gli strumenti della Psicologia Aumentata sono le esperienze immersive, vere e proprie narrazioni virtuali, che possono essere integrate in ogni tipo di intervento psicologico o psicoterapeutico, a prescindere dall’orientamento clinico di fondo del professionista (psicodinamico, cognitivo-comportamentale, sistemico…ndr), per facilitare il processo di cambiamento. Attraverso le esperienze immersive, il paziente vive in prima persona, sperimentando un elevato livello di presenza, racconti trasformativi dal contenuto metaforico – per esempio, una barca che supera la tempesta, una montagna da scalare, un albero che cresce, l’incontro con un drago –

che diventano una fonte ricchissima di immagini e intuizioni, successivamente rielaborate con lo psicologo/psicoterapeuta, al fine di estendere e amplificare l’esperienza terapeutica.

Quando è nata l’idea di utilizzare le realtà virtuale applicata alla psicologia? AG
Quando ci siamo chiesti “Come posso utilizzare la realtà virtuale per creare esperienze simulate che aiutino i pazienti a superare delle criticità emozionali e difficoltà psicologiche?”. La psicoterapia cerca di risolvere problemi legati al comportamento che assumiamo nel mondo reale attraverso il dialogo terapeutico. Ma se al dialogo si aggiunge un’esperienza, tutto il percorso diventa più efficace. Quello che stiamo sviluppando con Become è la possibilità di lavorare su una situazione narrativa metaforica, e in quest’ottica le storie sono un arricchimento ulteriore della terapia. L’idea di base è quella di costruire esperienze virtuali che integrano la dimensione creativa e artistica oltre che quella tecnologica. E questo è un elemento affascinante perché con i linguaggi dell’arte si possono esplorare forme di esperienza che dal punto di vista del coinvolgimento emotivo hanno più spettri applicativi. Grazie a queste “storie di trasformazione”, il paziente viene immerso in metafore concepite da psicologi indipendentemente dall’orientamento clinico. Si tratta di vere e proprie sessioni esperienziali, vissute nello studio del professionista, che estendono il luogo fisico della somministrazione e amplificano l’esperienza di cura.

Com’è nato Become? LB
L’iniziativa di “BECOME. Research And Psychology Hub” nasce dal desiderio comune di uno staff di psicologi, psicoterapeuti, tecnologi e artisti, di realizzare strumenti d’avanguardia e renderli accessibili ai professionisti del benessere psicologico. Ciò sotto lo sguardo della ricerca scientifica e del controllo di efficacia, oltre che in dialogo e con la supervisione delle istituzioni e degli enti di categoria. La somministrazione dello specifico protocollo di Psicologia Aumentata (Augmented Psychology Protocol, APP) in 500 somministrazioni sperimentali e più di 100 studi di caso, ha fatto emergere diverse potenzialità legate a questo tipo di intervento. Secondo BECOME, le potenzialità della realtà virtuale in ambito sanitario e non solo possono rappresentare per tutti i professionisti del settore

una evidente occasione per potenziare le chance di generare benessere nei loro pazienti. Da questa visione, dopo due anni di studi e applicazioni, nasce il progetto “Psicologia Aumentata”, un innovativo modello di integrazione tra realtà virtuale, psicoterapia e supporto psicologico, basato sulle ultime frontiere della ricerca tecnico-scientifica. Grazie ai moderni visori a 360°, gli strumenti della Psicologia Aumentata sono le esperienze immersive, vere e proprie ambientazioni virtuali, attraverso le quali il paziente vive in prima persona racconti dal contenuto metaforico, sperimentando un elevato livello di presenza e attivazione.

Quali sono i pilastri di Become? LB
Forniamo a psicologi e psicoterapeuti di qualsiasi orientamento esperienze immersive di realtà virtuale che permettono ai pazienti di vivere stati percettivi d’impatto per il cambiamento positivo, offrendo stimolazioni analogiche che generano insight, elaborazioni e ristrutturazioni. Ma forniamo anche a psicologi che lavorano con le aziende esperienze immersive che offrono percorsi di realtà virtuale concepiti per ridurre lo stress lavoro-correlato, mitigare il tecnostress, favorire l’empowerment, amplificare la creatività, contribuendo al buon clima aziendale e al benessere organizzativo. Tutti gli specialisti che vogliono utilizzare questo strumento devono partecipare a corsi di formazione. Le ulteriori possibili declinazioni, oltre al contesto clinico, organizzativo e sportivo, sono quelle proprie dell'ambito del rilassamento, per il quale sono state realizzate ambientazioni con caratteristiche grafiche e sonore ispirate alle attuali ricerche in ambito psicologico e neuroscientifico. Attraverso appositi protocolli, le esperienze immersive di "Rilassamento Aumentato" o di "Stress Management Aumentato" possono essere somministrate in quei contesti di cura che richiedono specifici interventi di gestione dello stress o terapie distrattive (pazienti o caregiver, in ospedali, cliniche, RSA,…), o in aziende, anche senza il supporto di un professionista della salute mentale (seppur consigliato per una maggior efficacia dell'intervento).

Qual è concretamente il valore aggiungo di Become? LB
Un’esperienza immersiva è multisensoriale e più e coinvolgente. Ciò significa che dura di più in termini di apprendimento. L’esperienza del buco nero, ad esempio, può essere identificata come depressione, relazione tossica, può rappresentare una dipendenza. Per questa ragione abbiamo cercato di creare metafore trasversali: dalla barca allo spazio. Dal deserto al mondo ghiacciato (Sono consultabili a questo link ndr). Siamo sempre più strutturati, razionali e logici. Abbiamo un enorme difficoltà ad accedere al mondo immaginario, in terapia, invece, è fondamentale che l’aspetto immaginativo emerga. Con la realtà virtuale facciamo un “prestito di immaginario”, che funge da strumento catalizzatore per un accesso più veloce all’immaginario stesso.

Quanto è importante il vissuto personale a prescindere dallo strumento? AG
È tutto. Perché a parità di contenuto la tecnologia si connette con la tua biografia. La realtà virtuale è sempre ancorata alla tua storia. Ed è questo che fa la differenza. Possiamo dire che la realtà virtuale è un medium per gli psicologi e terapeuti, che li aiuta, attraverso le immagini, ad arrivare prima al problema. L’elemento centrale rimane il percorso di terapia con lo specialista.

Cosa succederà tra 10 anni?
Siamo nel pieno della trasformazione. Si sta cominciando a percepire la potenzialità dell’innovazione tecnologica applicata alla psicologia. Anche gli strumenti stanno diventando più accessibili e per questa ragione bisogna porre degli argini. Alcuni li pone il professionista, alcuni l’impresa. Ma da qui a dieci anni gli strumenti tecnologici in campo medico saranno cosi persuasivi che a porre l’argine dovrà essere anche il legislatore per definire i limiti dell’applicazione. Il tema, infatti, è anche etico e culturale. È fondamentale, da questo momento in poi, far uscire la ricerca scientifica dalle stanze dell’università per portarla a beneficio dei pazienti.

Andrea Gaggioli
Si è laureato in Psicologia (indirizzo: Psicologia Generale e Sperimentale) presso l’Università di Bologna, nel 1999.
Dopo aver svolto iniziali esperienze di ricerca industriale presso l’Istituto Fraunhofer di Stoccarda, nel 2005 ha conseguito un Dottorato di ricerca in Psicobiologia presso la Facoltà di Medicina dell'Università degli Studi di Milano. Dal 2001 ha avviato una pluriennale collaborazione scientifica con l'Applied Tecnology for Neuro-Psychology Lab presso l'I.R.C.C.S. Istituto Auxologico Italiano. L'attività di ricerca del Prof. Gaggioli si inquadra nel scientifico-disciplinare della Psicologia Generale, con due principali filoni di indagine: (i) l'analisi dei processi cognitivi e comunicativi implicati dai media digitali e le relative applicazioni nella promozione del benessere psicologico e dell'empowerment (Tecnologia Positiva); (ii) lo studio della creatività individuale e di gruppo.

Luca Bernardelli
Esercita la professione di psicologo ed è specializzato nello sviluppo di soluzioni di tecnologia positiva. Focalizzato sullo studio del tecnostress, ha ideato e
realizzato Relaxity VR, una delle prime esperienze di Realtà Virtuale dedicate allo stress management. Con una ventennale esperienza commerciale nel mondo delle multinazionali Tech, è co-founder di Bowman, start-up di prodotto in ambito Big Data e Machine Learning, e founder del portale mainstream dedicato alle esperienze trasformative PersonalDreamer.com.

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