Non si vede che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi. Non può che saltare alla mente questa famosissima frase de "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupéry guardando il trailer di “Pane dal Cielo”, il film sui senza dimora che è in queste settimane al centro di una campagna di crowdfunding.
La trama è semplice: Lilli e Annibale vivono a Milano, sono senza dimora e dormono in zona Bicocca, la notte di Natale trovano un bambino in un cassonetto, sano e vivace. I due cercano di portarlo al più vicino ospedale pediatrico… ma nella coperta gli infermieri vedono solo aria, il nulla. Il bambino sembra invisibile a tanti. Ma non a tutti….
Del resto quello che si sta girando a Milano è un film dedicato ai tantissimi invisibili che popolano i suoi portici e le sue stazioni. Con i suoi circa 13mila homeless il capoluogo lombardo può essere definita la capitale dei senza dimora che in Italia sono stimati in circa 60mila.
A girare il film è Giovanni Bedeschi, regista e produttore che con la sua casa di produzione Bedeschifilm ha autoprodotto i primi 20 minuti di pellicola ,un teaser da cui è stato estratto il trailer, ma l’obiettivo è quello di realizzare un vero e proprio lungometraggio, un film indipendente ed è per questo che si punta al crowdfunding su Indiegogo.
Abbiamo voluto incontrare Giovanni Bedeschi (a fianco nella foto) per capire il perché di un film su un tema così scomodo e difficile da trattare, spesso dimenticato e sottaciuto. «Il mio lavoro è fare spot pubblicitari e facendo questo di mestiere per me è stato logico pensare di utilizzare questo mezzo: le immagini, per raccontare questo mondo che ho imparato a conoscere» spiega Bedeschi.
«D’altra parte sono dieci anni che faccio volontariato alla mensa di Opera San Francesco e lì ho imparato a conoscere questo mondo, sconosciuto perché non se ne parla. Diciamo che ho voluto colmare questo vuoto».
Nella gallary alcune immagini dal backstage del trailer
Perché un film come “Pane dal cielo”?
Frequentando Osf, conoscendo le persone che vengono in mensa è nata in me la voglia di raccontare questo mondo invisibile. A Sergio Rodriguez, un mio amico autore, ho raccontato le mie emozioni e le storie di alcuni senza dimora che ho incontrato. È nata così la trama di Pane dal Cielo che inizia dal ritrovamento di un neonato da parte di una coppia di senza dimora cinquantenni: non sono partner, ma tra loro c’è un’affinità e la notte di Natale escono dalla mensa dei poveri e trovano questo bimbo. Lo portano all’ospedale, ma lì non lo vede nessuno e i due vengono presi per matti.
Non tutti possono vedere il bambino, perché?
Può essere visto solo se si osservano le cose, le persone, le situazioni con il cuore. Servono gli occhi del cuore e solo in quel momento il bimbo diventa visibile. È come se lui portasse un qualcosa di speciale e diventa il centro di tante storie che si incroceranno e snoderanno. È un bambino che porta speranza e come se per un attimo Milano diventasse più buona. E poi come è arrivato il bambino sparisce nel nulla.
(Giovanni Bedeschi non va oltre nel racconto, non vuole anticipare molto della trama… di quello che accade e delle storie che si intrecciano….)
Nelle immagini del trailer si vede la mensa di Osf…
L’idea del film del resto è partita da lì. In questi anni sono arrivate tante persone e mi sono reso conto che ci vuole veramente poco per trovarsi in mezzo a una strada. Ho ascoltato le storie di papà separati che non ce l’hanno più fatta, persone che hanno perso il lavoro, pensionati che non arrivano a fine mese. Adesso ci sono anche mamme single con i bambini e poi tanti persone fallite, persone con problemi psichiatrici… tutto un mondo che ha sentito come il dovere di far emergere, dando loro voce e allo stesso tempo ridare una speranza.
Quella che vedremo non sarà solo una pellicola di denuncia. Dalle prime immagini traspare anche molta poesia, nel trailer siamo accompagnati dalle parole della poetessa milanese Alda Merini che si chiude con la citazione "Tutte le meraviglie del cielo e della terra sono inconsapevoli".
Raccontiamo una storia, ma allo stesso tempo vogliamo regalare un momento di poesia. Le figlie di Alda Merini mi hanno autorizzato a utilizzare i versi della madre che si definiva “la poetessa dell’emarginazione”. Il nostro vuole essere un film poetico legato a Milano che è anche la capitale del volontariato.. è una città di grande energia e poi è la città che conosco.
Guardando le prime immagini non si può non fare un parallelo con Miracolo a Milano, il film di De Sica del dopoguerra
Come Miracolo a Milano anche questo vuole essere un film che apre alla speranza. In fondo ci sono tante potenzialità positive, basti vedere la capacità di accoglienza di questa nostra città che ha saputo far fronte all’emergenza siriani e quella degli eritrei, nel film c’è anche una festa multietnica, perché a Milano in fondo l’integrazione c’è anche se se ne parla poco.
Protagonisti del film sono i due homeless Lilli (Donatella Bartoli) e Annibale (Sergio Leone), ci sono poi Ruben (Gigi Piola) e Ada (Paola Pitagora), una signora della Milano bene «che cambia atteggiamento nel dipanarsi della storia» rivela Bedeschi.
Le comparse sono invece dei veri senza dimora, «nel casting siamo stati aiutati oltre che da Osf anche da Progetto Arca, per i protagonisti non potevamo chiedere ai senza dimora di fare gli attori. Ma i protagonisti hanno fatto un vero e proprio lavoro di immersione in questo mondo ai margini con cui il film vuole essere solidale: gli utili che ci saranno verranno donati alle associazioni che si occupano di loro».
Obiettivo della campagna di crowdfunding è contribuire a raggiungere la cifra complessiva di 250mila euro necessaria per completare il film che ha già un accordo per la distribuzione nelle sale d’essai di tutta Italia e c’è un contatto con una casa di distribuzione della Svizzera italiana.
Già due i patrocini ricevuti da “Pane dal Cielo” il primo dal Comune di Milano e il secondo da Pubblicità Progresso.
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