Il trenta settembre inaugurano, con una grande festa, “OGR is Big Bang”, le ex Officine Grandi Riparazioni di Torino. Una festa gratuita per tutti, lunga ben due settimane, organizzata per la riapertura del grande spazio di architettura industriale – recuperato e restituito alla città grazie all’impegno e alle risorse della Fondazione CRT – è ora è pronto ad accogliere nuovi protagonisti e pubblici diversi, con una serie di esclusive nazionali e progetti realizzati ad hoc per l’occasione da 10 artisti internazionali.
Giorgio Moroder, Elisa, Ghali, Omar Souleyman, The Chemical Brothers, solo per citarne alcuni. Ma sarà grande protagonista anche l’arte contemporanea. Ne è un esempio il un’installazione realizzata dall’artista sudafricano William Kentridge, che torna a confrontarsi con lo spazio pubblico in Italia, dopo la monumentale processione ricreata sulle sponde del Tevere a Roma nel 2016.
Sul numero di Vita di ottobre “L’Italia che non si butta via” ci siamo fatti raccontare da Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione CRT(cassa di risparmio di Torino) tutti i dettagli di questa trasformazione grandiosa. Ecco un’anteprima…
Sono state costruite tra il 1885 ed il 1895. Una vera “cattedrale industriale” che per circa un secolo è stata parte costitutiva della città di Torino. 35mila metri quadrati dove una volta si riparavano i treni. Quando negli anni novanta le Officine Grandi Riparazioni sono state chiuse, lo stabile ha iniziato poco alla volta a deteriorarsi, un cuore morto dentro la città che adesso però è pronto per la sua nuova vita. «Immaginatevi questa struttura gigantesca», racconta Giovanni Quaglia, «memoria della “Torino dei lavoratori”, degli operai. Era quasi un imperativo morale darle una nuova destinazione d’uso». 1000 i giorni di lavori, e cento milioni di euro investiti nella ristrutturazione le ex OGR ormai non più solo “officine” ma questa volta “fabbrica di idee”.
«Nel 2013», continua Quaglia, «abbiamo comprato dal comune di Torino le OGR per la cifra di 10 milioni di euro. Sono la sfida più straordinaria di tutti i 25 anni di storia della Fondazione CRT, ci sono state tante complessità, ma anche l’entusiasmo di ridare vita a un luogo bellissimo e unico, un elemento forte della nostra comunità cittadina, aprendolo al mondo. Le Officine grandi riparazioni potevano essere una ferita per la collettività, ed invece oggi sono una speranza di futuro».
La struttura a forma di H è stata ridisegnata e riallestita con un’idea precisa: «offrire alle persone, e soprattutto ai giovani, un luogo da vivere e con-dividere».
L’ala Nord della struttura, le “Officine Nord”. Gli spazi, qui sono stati concepiti per essere polifunzionali, l’area complessiva è di circa 9.000 metri quadri e 200 metri di lunghezza. Ospiteranno, mostre, spettacoli, concerti – dalla musica classica a quella elettronica – eventi di teatro, danza e persino esperienze di realtà virtuale immersiva, in una vera e propria digital gallery. In particolare, le arti visive saranno localizzate nei tre “binari” ovest delle Officine Nord, le arti performative nell’ala est, che mantiene l’antica denominazione di “Sala Fucine”; dotata di un palco ad altezze, di tribune per il pubblico mobili e a scomparsa, di una cabina di regia. Il cuore delle Officine Nord è il “Duomo”, una sala alta 19 metri – dove i vagoni dei treni venivano posizionati in verticale per le manutenzioni – che sarà destinata a simposi, workshop e conferenze, «per sottolineare», dice Quaglia, «il cambiamento della missione delle OGR, dalla riparazione dei treni alla riparazione e rigenerazione delle idee».
L’ala Sud della struttura, le “Officine Sud”. Ancora in fase di completamento questa zona sarà ultimata la prossima primavera. L’obiettivo è quello di realizzare un innovation hub internazionale. L’immagine storica della navata centrale è rimasta invariata. «E nelle due campate laterali dove l’inserimento del corpo scale metallico ricorda il “respingi vagone” di un tempo», descrive Quaglia, «stiamo costruendo ambienti vetrati per le sale riunioni e blocchi di uffici open space su due piani, modulari e flessibili per consentire la presenza continuativa fino a 499 persone». Un luogo di ricerca quindi, che vuole essere “attrattore” e acceleratore di start up innovative; polo per lo sviluppo progettuale nel settore delle industrie creative, laboratorio dedicato agli Smart Data, centro di sperimentazione funzionale anche alla proposta di contenuti ad hoc per il pubblico delle Officine Nord.
Transetto. Tra l’officina Nord e quella Sud c’è un punto di “Snodo”: 2.000 metri quadrati con mezzanino dedicato al gusto. «Questa parte», prosegue Quaglia, «avrà un forte legame con la filiera enogastronomica piemontese, e sarà aperta dalla prima colazione fino al dopo cena, 7 giorni su 7…»
OGR, lì dove in passato si riparavano i treni oggi si fabbricano idee
Testi di Anna Spena
Foto di Daniele Ratti e Fondazione CRT
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