Disabilità

Nora e Paola, storie di inclusione nate in oratorio

di Luca Cereda

Nora Buccheri e Paola Colombo sono due donne con disabilità cognitive, e da un anno sono catechiste nel quartiere di Chiesa Rossa a Sud di Milano: “Grazie a Papa Francesco”

Uscire dagli schemi. Guardare l’altro negli occhi per capire di cosa ha bisogno, e anche di cosa ha paura: per affrontarla insieme. Può non sembrare semplice, ma è questo quello serve fare insieme ad una persona con disabilità. Coinvolgerla in modo attivo nella comunità di cui fanno parte, dando loro un ruolo. È quello che accade nella parrocchia di Sant’Antonio Maria Zaccaria nel quartiere Chiesa Rossa a Sud di Milano.

Inclusione, fede e amicizia sono i tre valori su cui poggia il percorso che ha reso Nora Buccheri e Paola Colombo catechiste. Oggi sono protagoniste della formazione dei giovani della parrocchia e contribuiscono ad abbattere gli ostacoli e le paure generate dallo stigma sociale della disabilità cognitiva e a mettere al centro dei percorsi di inclusione portati avanti con i ragazzi del catechismo: «Da un anno ormai sono catechista della 5a elementare e sono contenta, perché se all’inizio ero affiancata da una catechista esperta, ora gestisco in autonomia la mia classe di bambini», spiega Nora.

Fratelli tutti, tutti sullo stesso cammino verso una società inclusiva

In questi giorni a Roma si sta tenendo il 1° Convegno nazionale sulla Pastorale per le Disabilità organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei). Questo momento è intitolato «Noi, non loro – La Disabilità nella Chiesa», e rappresenta un importante primo passo verso un cammino pastorale consapevole verso l’inclusione, uno degli stili di vita più autentici, radicato nel concetto di “sinodalità”,ovvero l’essere tutti compagni di cammino.

«Sono orgogliosa di fare la catechista, del rapporto di stima delle altre persone di questa comunità e della fiducia ricevuta per il ruolo educativo che ricopro. Mi piace insegnare ai ragazzi che sono contenti che io sia la loro catechista. È un modo anche per me per crescere», racconta Nora, che nelle stesse aule in cui ora insegna, ha seguito lei stessa catechismo da giovane.

Tra le tante contraddizioni che oggi stiamo vivendo c’è una che colpisce particolarmente perché inizia dalle parole: quella tra inclusività ed esclusività. “Inclusività”, vera o ostentata che sia, è la parola del momento. Ma in maniera quasi uguale e contraria c’è una forte spinta sociale all’esclusività. Nel caso di Nora e Paola sono la parrocchia di Sant’Antonio Maria Zaccaria la comunità del quartiere Chiesa Rossa hanno chiesto loro di intraprendere questo percorso di inclusione attiva e partecipata da tutti. «È stata un’amica, Liliana [Liliana Ghiringhelli, di Fede e Luce una realtà associativa attiva anche a Milano che si occupa di inclusione sociale delle persone con disabilità] a chiederci se volessimo iniziare questa esperienza», testimoniano Nora e Paola, che aggiunge: «I bambini della mia classe sono vivaci, ma quando parlo mi ascoltano. Così come le altre catechiste che mi chiedono come ne penso su come gestire l’insegnamento ai ragazzi»

Dalla scintilla, al mettersi in cammino: l’inclusione è una pratica, non solo una parola

La scintilla che ha fatto nascere l’esperienza di fede e di inclusione di Nora e Paola ha un’origine ben precisa, ricorda Liliana Ghiringhelli, referente di Fede e Luce una realtà associativa attiva anche a Milano che si occupa di inclusione sociale delle persone con disabilità nelle parrocchie e negli oratori: «Siamo amiche almeno dagli anni ’80 – chiosa -. Nella Giornata mondiale della disabilità dello scorso anno, Papa Francesco ha invitato a rendere le persone con disabilità protagoniste di ministeri e delle attività in parrocchia, non solo a prendervi parte. L’estate scorsa durante un campo estivo fatto con le persone del quartiere e della parrocchia di Chiesa Rossa, quelle parole hanno affondato le radici nella nostra comunità. Lì abbiamo chiesto a entrambe se per l’anno successivo avessero voluto fare le catechiste. Loro hanno accettato». Per i 50 anni dell’associazione Fede e Luce lo scorso autunno siamo stati ricevuti dal Pontefice a Roma e abbiamo raccontano anche questa ultima iniziativa di inclusione di due persone con disabilità che da partecipi diventano parte attiva del percorso di fede e di comunità della parrocchia. È stato lui stesso a esprimere la sua felicità per questa iniziativa. Quel momento è stato anche immortalato in un video da cellulare e mostrato a Nora e Paola che, già convinte di iniziare questa esperienza, hanno trovato nelle parole di Papa Francesco un ulteriore stimolo per iniziare questo cammino». E ora questa esperienza verrà replicata in molte altre parrocchie milanesi.

Quando le buone pratiche diventano un modello

La Diocesi di Milano, di cui la parrocchia in cui Nora e Paola fa parte, sono anni che ha istituito una Consulta Diocesana Disabilità, che sostiene passo dopo passo anche altri progetti come “ConTEsto – Inclusione verso una cittadinanza attiva”, iniziativa della Comunità pastorale di Magenta che viene presentato in questi giorni a Roma in occasione del 1° Convegno nazionale sulla Pastorale per le Disabilità organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana.

Il progetto ConTEsto è stato invitato al Convegno come «originale proposta di rete-per-inclusione che coinvolge realtà differenti», con uno sguardo rivolto alla città e al territorio. È un importante riconoscimento per un percorso che, a partire dagli oratori del territorio, è iniziato nello scorso di settembre e che sta coinvolgendo diversi ambiti territoriali. Dagli animatori, agli educatori fino ai catechisti stanno condividendo un cammino di informazione sulla diversità, la disabilità e la ricchezza sociale data dall’inclusione delle persone con disabilità, supportati da professionisti in ambito educativo. L’obiettivo è rendere senza barriere fisiche e culturale il Grest e l’oratorio estivo ormai alle porte. ConTEsto ha coinvolto oltre che la parrocchia di magenta, anche il tessuto sociale intorno e ha iniziato a costruirsi pian piano, con l’obiettivo di far crescere una comunità capace di sguardi inclusivi e di accoglienza concreta e di valorizzare le capacità di ciascuno, nessuno escluso.

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