Carcere

Nel carcere di Opera le barche dei migranti diventano violini

di Luca Cereda

I relitti di Lampedusa saranno donati a Milano e trasformati in strumenti dai detenuti. L'idea è di Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione Casa dello spirito e delle arti ricevuta da Papa Francesco

Il progetto si chiama “Metamorfosi”, come quelle letterarie di Ovidio, come quelle personali e umane su cui lavorano i detenuti in carcere, proprio come quella da realizzare in un Paese diverso da quello di origine, ambita dai migranti. Ed è questo, in breve, che si propone di fare nel carcere milanese di Opera, il progetto “Metamorfosi” promosso dalla Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, in collaborazione con il ministero dell’Interno, l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli e la Casa di Reclusione Milano-Opera. Oggi infatti sono arrivati dieci barconi di quelli che nei mesi scorsi sono approdati in qualche modo sulle coste di Lampedusa, affidati per la loro metamorfosi alla Fondazione dal Ministero dell’Interno e trasportati nel carcere di Opera. «Da oggi vengono messi a disposizione del laboratorio di liuteria e falegnameria del carcere gestito da persone che stanno scontando la pena, e che lavoreranno per costruire strumenti dal potente significato simbolico: violini, viola e violoncelli verranno poi prestati ad orchestre italiane e straniere ed artisti di fama che li utilizzeranno per concerti in tutto il mondo», racconta Arnoldo Mosca Mondadori, presidente della Fondazione.

La “potenza” culturale (e musicale) dei laboratori in carcere

A fabbricare gli strumenti musicali quindi saranno le mani dei detenuti di Opera, con il simbolico – e anche concreto – desiderio di compiere gesti positivi e umanitari, dopo aver commesso reati di ogni tipo. Una metamorfosi, quindi. E il simbolismo è doppio perché i legni che hanno sentito le grida di chi rischiava di morire in mezzo al Mediterraneo, in futuro produrranno note in grado di riportare alla vita i sogni di chi è scomparso cercando di arrivare in Europa.

«Sono molto emozionato di essere riuscito a far andare avanti questa iniziativa, grazie alla collaborazione di molte persone, che si sono date da fare per aiutarci, a partire dalla ministra Lamorgese. Sono stato qualche giorno fa a Lampedusa e ho visto uno sbarco di persone migranti. Ho toccato con le mie dita le loro mani gelate. Tremavano dal freddo e c'erano bambini. Di fronte a questa umanità si deve tacere e fare i conti con noi stessi», spiega Mondadori.

Quando la metamorfosi parte dal carcere

Metamorfosi ha in sé diverse linee operative. Oltre al lavoro che verrà realizzato da chi svolge fa parte del laboratorio in carcere, prevede la nascita dell’Orchestra del Mare, e attività di sensibilizzazione nelle scuole: uno dei barconi non sarà trasformato in strumento musicale ma resterà nel cortile del carcere «e organizzeremo delle testimonianze con persone che hanno avuto esperienze migratorie per i ragazzi che vengono in carcere a conoscere la realtà del laboratorio di falegnameria», aggiunge Arnoldo Mosca Mondadori. Il progetto “Metamorfosi” è un’occasione per promuovere una nuova coscienza su un tema complesso come quello delle migrazioni. «L’iniziativa evidenzia la capacità di istituzioni e società civile di camminare insieme verso un impegno comune: offrire un nuovo progetto di vita grazie al lavoro di chi sta espiando la propria pena nel carcere di Opera ed in altri istituti penitenziari che aderiranno al progetto. Il fatto che il legno dei barconi arrivati a Lampedusa prenderà la forma di strumenti musicali assume un forte valore simbolico, un segno di speranza come i presepi già realizzati per il Natale 2021», ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

Metamorfosi culturale

«Con vero piacere ma anche con profondo senso di rispetto e responsabilità abbiamo sposato il progetto, perché così possiamo offrire una ulteriore opportunità di cambiamento alle persone detenute, se lo vorranno. Costoro avranno l’occasione di una rilettura “sapienziale” del proprio crimine mentre, con infinita pazienza, piallano e levigano i legni dei migranti che tanto raccontano delle umane sofferenze. Il tempo dedicato a questo lavoro li aiuterà a recuperare la propria dignità umana e, quindi, a cambiare i punti cardinali della propria vita, prendendosi cura della comunità civile e contribuendo con il proprio lavoro al “progresso materiale o spirituale della società” (art 4, co. 2 Cost). Insomma un progetto di redenzione umana e sociale, che si prende cura delle persone e che, partendo dalla propria storia personale, le aiuta a riorientare la propria vita», ha commentato Silvio Di Gregorio direttore della Casa di Reclusione Milano-Opera.

Ora questi strumenti musicali aspettano mani di musicisti per essere suonati portando con loro una cultura della conoscenza, dell’accoglienza e dell’integrazione attraverso la bellezza e le armonie.

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