La professoressa Kirsten Grønbjerg dell’Indiana University Bloomington, l’Università più prestigiosa delle Americhe per quanto concerne gli studi sul non profit, la raggiungiamo al telefono. È una domenica pomeriggio ma, nonostante sia in teoria un giorno di riposo, lei sta preparando l'ultima analisi per l'Indiana Nonprofits Project che dirige, sulle organizzazioni non profit e sui loro contributi allo stato e alla comunità locale. L'obiettivo della ricerca è aiutare i leader locali e i responsabili delle politiche pubbliche a sviluppare soluzioni più efficaci per le esigenze della comunità dell'Indiana ma "un po' di tempo per Vita, anche di domenica, lo si trova sempre", dice dopo che gli ho presentato nel dettaglio il nostro progetto editoriale.
Professoressa Grønbjerg, grazie per la disponibilità e cominciamo subito con la prima domanda. Negli Stati Uniti assistiamo ad un aumento delle donazioni nell'ultimo anno, ma la maggior parte è fatta da donatori miliardari. Oggi meno del 50% degli americani dona mentre due decenni fa la percentuale era molto più alta. Cosa spiega questa minore connessione della gente al non profit?
Il reddito e la ricchezza negli Stati Uniti sono diventati molto più diseguali di prima. Sono cresciuti i super ricchi e calati i guadagni disponibili per le persone nella metà inferiore della distribuzione del reddito. I salari minimi sono ancora molto bassi in diversi settori e regioni. Non sorprende quindi che le persone trovino più difficile fare donazioni quando esse stesse stanno lottando per far fronte alle proprie spese per la casa, il cibo e in particolare la cura dei figli. Gli Stati Uniti hanno un sostegno molto scarso per l'assistenza all'infanzia rispetto a molti Paesi europei. Credo quindi che un gran numero di persone nella fascia di reddito più bassa stia affrontando delle vere e proprie sfide per tirare avanti e non ha molte risorse aggiuntive da usare per condividere e dare il loro contributo, pur volendolo fare.
Chi ha usufruito maggiormente dell'aumento delle donazioni?
Alcune delle grandi e sofisticate organizzazioni non profit, in particolare le istituzioni artistiche e culturali, le università e le industrie sanitarie, hanno avuto molto successo nel lanciare campagne multimiliardarie. Questo ha assorbito molti dei dollari donati che in passato erano distribuiti in modo più uniforme verso altri settori del non profit.
Può fare degli esempi?
Ho esaminato le donazioni da 1 milione di dollari in su. Per quanto riguarda le università e i college, di tutte le donazioni milionarie, i dati più recenti ci dicono che hanno ricevuto 21 miliardi di dollari in donazioni da 1 milione o più. L'istruzione superiore ne ha ricevuti 10 miliardi.
Chi ne ha ricevuti meno?
Le non profit che si dedicano ai servizi umani, quelle che nutrono gli affamati, assistono le vittime di reati, forniscono formazione professionale, ospitano i senzatetto, aiutano le persone a riprendersi dai traumi, mantengono campi da gioco e sportivi, agiscono come difensori dei bambini e offrono programmi per aiutare i giovani a diventare adulti, contribuendo alla società. Queste hanno ricevuto appena l’1% delle donazioni milionarie. E, tenga conto, che ci sono molte più organizzazioni di servizi umani che istituzioni di istruzione superiore. Quindi è abbastanza chiaro che le persone in grado di fare donazioni da un milione di dollari lo fanno per favorire l'istruzione superiore dove magari si sono formati.
Quanto ricevono le fondazioni negli Stati Uniti?
Il 14% di questi fondi miltimilionari. La salute ha invece ottenuto il 10%. Le arti e la cultura hanno ricevuto un discreto numero di dollari, dato che si tratta di un numero relativamente piccolo di organizzazioni non profit. Ma ripeto, appena l'1% è andato alle organizzazioni dei servizi umani. Deve fare riflettere visto che rappresentano circa un terzo di tutte le organizzazioni non profit registrate negli Stati Uniti.
Preoccupante. E per quanto riguarda il futuro del settore non profit statunitense quali sono i cambiamenti che vede all'orizzonte?
La società americana è fortemente orientata a mantenere un forte settore privato, sia esso profit o non profit. Inoltre c'è poca voglia di aumentare il ruolo e le dimensioni del governo, come lo è stato da quando gli Stati Uniti sono stati fondati nel 1776. Se questo trend si mantiene, allora continuerà ad esserci un ruolo importante per le organizzazioni non profit nella società americana.
Come sta aiutando il governo Usa il settore?
Il governo ha messo a disposizione delle non profit finanziamenti consistenti e questo è uno dei motivi per cui sono aumentate di numero e dimensioni. Oltre all'esenzione e al sussidio fiscale derivante dalla possibilità di ricevere contributi deducibili, sono disponibili anche finanziamenti statali per i servizi sanitari, sovvenzioni e contratti. Non molti, ma alcuni per l'arte da parte di organizzazioni culturali, un po' per lo sviluppo della comunità e i servizi umani. Questi flussi di finanziamenti governativi consistenti, in particolare in alcuni campi, sono ben radicati nella struttura politica americana e, ovviamente, ci sono molti interessi acquisiti nel mantenerli. Non vedo quindi nessun cambiamento importante in tal senso. Penso invece che ci sarà uno spostamento verso strutture più a scopo di lucro e verso il modo in cui questi flussi di finanziamento saranno resi disponibili.
In che senso?
Le organizzazioni dovranno competere per ottenere i finanziamenti governativi e competere non solo con le altre organizzazioni non profit, ma anche con quelle a scopo di lucro. I flussi stessi tendono a basarsi sulle prestazioni il che, se si vuole, pareggia il campo di gioco tra profit e non profit, ma non significa necessariamente che i servizi saranno di qualità superiore. In parte dipende anche dal modo in cui vengono compilate le statistiche.
Può spiegare meglio questo aspetto?
Negli Stati Uniti abbiamo un sistema in cui le organizzazioni possono documentare che si occupano di benefici generali per la comunità o degli interessi dei loro membri. Tutti gli individui o organizzazioni che possono, richiedono lo status di "accettazione fiscale", il che significa che non pagano alcuna imposta sul reddito per qualsiasi attività intrapresa. Un sottoinsieme di queste organizzazioni è idoneo a ricevere donazioni che sono considerate spese deducibili dai contribuenti, dalle persone fisiche e dalle imprese. La tendenza è dunque di più organizzazioni che vogliono utilizzare questi benefici fiscali. Ci sono circa 1,6 milioni di organizzazioni non profit registrate presso l'IRS, l'Internal Revenue Service, che è l'autorità fiscale federale degli Stati Uniti che raccoglie le tasse, ma in realtà solo circa 1 milione di queste sono idonee a ricevere questi contributi di beneficenza deducibili dalle tasse. Consideri anche che il numero di 1,6 milioni di non profit esclude la maggior parte delle chiese negli Stati Uniti perché la nostra Costituzione considera le organizzazioni religiose come una categoria molto speciale, e non devono registrarsi per essere considerate organizzazioni idonee a ricevere contributi deducibili.
Come la pandemia ha cambiato il Non profit?
Sull'impatto iniziale della pandemia abbiamo condotto un'indagine all'Università dell'Indiana per verificare come le organizzazioni non profit siano state colpite. È stata condotta nel maggio del 2020 e ha mostrato che una percentuale molto alta ha dovuto ridurre o interrompere l'erogazione di programmi per trasferirli, quando possibile, online o via telefono. Molte hanno subito riduzioni significative di importanti fonti di finanziamento. Si tratta delle organizzazioni che se non vedevano fisicamente i clienti, non ricevevano finanziamenti. La legislazione federale ha avuto un impatto molto significativo all'inizio, per cercare di fornire fondi di stimolo. Una parte di questi fondi è passata attraverso il non profit. In alcune comunità locali, tra cui quella in cui vivo, si è cercato con successo di ottenere donazioni per aiutare le non profit, in particolare quelle che forniscono servizi di emergenza, a espandersi e a continuare a fornire tali servizi. Direi che alcune organizzazioni non profit hanno ottenuto risultati ragionevoli grazie a queste alternative, mentre altre, in particolare alcune organizzazioni artistiche e culturali, hanno vissuto un periodo molto difficile.
Quale il ruolo dell'innovazione sociale nel terzo settore oggi negli Stati Uniti?
Ci sono stati molti sforzi in termini di advocacy e organizzazione. Molti gruppi sono stati in grado di utilizzare i social media e le capacità di Internet che sono ora disponibili in modo efficace per migliorare le cose. Alcuni sono molto utili per aiutare, mentre altri hanno aumentato la conflittualità sociale. Se questo sia un bene o un male dipendere dalla prospettiva politica. So che le organizzazioni non profit hanno storicamente un ruolo importante nello sviluppo di nuovi metodi innovativi. Non a caso i primi sforzi per affrontare la crisi sono stati compiuti proprio nel settore non profit, dove c’è stato anche un maggiore richiamo all'imprenditorialità.
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