Rabbia, sentimento, allegria, tristezza. Sono i quattro concetti chiave che Martina Diliberto, 29 anni, insegnante di danza ha sviluppato nelle sue lezioni di Twerk e Dance Hall con le ragazze di Borgo Vecchio, quartiere periferico di Palermo, a pochi passi dal teatro Politeama che tra viuzze e vicoli si raggiunge facilmente dal maestoso porto di Palermo.
Un tempo il quartiere era caratterizzato dalla presenza di famiglie di pescatori, artigiani che ancora oggi resistono, ma che negli anni è stato colpito da una pesante crisi economica diventando spesso terreno fertile per la microcriminalità organizzata. Qui, i ragazzi, prima dell’avvento della pandemia Covid-19, erano soliti incontrarsi in strada per poi andare a trovare un parente o un amico. Ed è qui tra i silenzi che ricordano il vociare dei mercati rionali oggi “le ragazze fanno grandi sogni”. Questo è infatti il nome del percorso dedicato alle più giovani che affrontano il delicato passaggio dalla fase preadolescenziale all’adolescenza nel quartiere periferico siciliano e che fa parte del progetto React, portato avanti qui a Palermo da Per Esempio Onlus all’interno di un intervento nazionale di contrasto alla povertà educativa minorile nato a settembre del 2018, sostenuto dall’impresa sociale Con i Bambini di Fondazione Con il Sud e che ha come capofila l’organizzazione italiana non governativa WeWorld.
Borgo Vecchio è uno dei dieci quartieri periferici in Italia di React oggi in grado di fronteggiare la povertà educativa offrendo supporto a 3200 ragazzi, 1700 famiglie, 690 insegnanti su tutto il territorio nazionale.
«A Palermo abbiamo preso in carico 35 ragazzi dall’età di 11 a 17 anni che sono iscritti nel nostro centro aggregativo, mentre sono oltre un centinaio i ragazzi di Borgo Vecchio che seguiamo trasversalmente e lavoriamo anche con gli alunni delle scuole medie dell’istituto comprensivo Politeama all’interno del quartiere», spiega Martina Riina, 34 anni, coordinatrice operativa di React a Palermo.
Dalla attività di supporto allo studio, a laboratori ludico-ricreativi, sportivi ed espressivi l’intervento di React a Palermo si basa sul concetto di educazione non formale, «per reagire agli scontri della vita, attivando stimoli quanto mai significativi nel passaggio tra l’età preadolescenziale e l’adolescenza, comprendendo quali sono le proprie possibilità all’interno della famiglia di provenienza e del quartiere in cui si vive», aggiunge la coordinatrice Martina Riina che nella sua equipe è affiancata da quattro educatori, un case manager che segue il percorso individuale di ciascun ragazzo/a e un facilitatore territoriale.
Dovendo sospendere, a causa del Covid, alcune delle attività pubbliche in strada, come ad esempio le Borg’Olimpiadi in cui i ragazzi del quartiere erano coinvolti in un’entusiasmante staffetta, React si è ripensato e rimodulato: dalla fornitura di connessioni porta a porta per il supporto allo studio «di ragazzi che altrimenti rischiavano di abbandonare la scuola» a una serie di attività all’aperto nello spazio concesso al progetto dalla parrocchia di Santa Lucia.
È qui che, con i distanziamenti dovuti, che avvengono le lezioni di Urban Dance e le partecipanti tra i 14 e i 17 anni possono per un attimo levarsi la mascherina e coniugare quel linguaggio del corpo che dona autostima, libertà.
«La danza può cambiare la vita perché aiuta noi ragazze a capire qual è realmente il nostro posto, ci unisce agli altri attraverso l’autonomia che viene espressa e coltiva perché no una sana frivolezza, intesa come quella consapevolezza di abbattere un limite», racconta l’insegnante Martina Diliberto, in arte “Frozzy”, che è anche laureata in lingue e insegna francese. La danza per lei è stata dall’età di 11 anni più che una passione. E oggi il Twerk e la Dance Hall rappresentano anche uno strumento di confronto con le ragazze: «basta solo un semplice sguardo», chiosa Martina.
È questa una delle misure dell’impatto sociale di React a Palermo capace di stare al fianco di quegli adolescenti a cui gli effetti della pandemia hanno tentato di togliere una parte consistente della loro quotidianità: il rapporto con la strada, quella che inevitabilmente ti fa crescere.
«Riteniamo che React sia riuscito ad impattare positivamente sui minori coinvolti, offrendo stimoli, sostegno e proposte socializzanti alternative, preservando la didattica e la continuità delle relazioni, nonostante l’intervento sia basato su relazioni di prossimità in piccoli gruppi e, nel periodo estivo, su una educazione “in strada”, se possibile. Questo è vero in particolare a Palermo: gli esiti più evidenti del progetto durante l’emergenza sono il forte presidio territoriale per la raccolta dei bisogni educativi e il ruolo di ponte tra scuola, studenti e famiglie» commenta Stefano Piziali responsabile Advocacy e programma Italia di WeWorld .
Le lezioni di Twerk e Dance Hall a Borgo Vecchio continueranno e l’insegnante Martina Frozzy sta già pensando al prossimo concetto chiave da sviluppare. Potrebbe essere quello sul connubio tra autostima e attitudine, con un attenzione maggiore ai tempi e alle tecniche.
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