Innovazione sociale

L’Urban Dance che rigenera i sogni delle ragazze di Borgo Vecchio

di Alessandro Puglia

Il percorso per ragazze che affrontano il passaggio dell’adolescenza all’interno del progetto React portato avanti dall'associazione Per Esempio a Borgo Vecchio, quartiere periferico di Palermo. Tra Twerk e Dance Hall l’attività di Urban Dance negli spazi della parrocchia è un modo per avvicinarci a una realtà che oltre al supporto allo studio fa dell’educazione non formale un modello di crescita ripetibile. “E tra di noi basta uno sguardo”, racconta l’insegnante Martina "Frozzy"

Rabbia, sentimento, allegria, tristezza. Sono i quattro concetti chiave che Martina Diliberto, 29 anni, insegnante di danza ha sviluppato nelle sue lezioni di Twerk e Dance Hall con le ragazze di Borgo Vecchio, quartiere periferico di Palermo, a pochi passi dal teatro Politeama che tra viuzze e vicoli si raggiunge facilmente dal maestoso porto di Palermo.

Un tempo il quartiere era caratterizzato dalla presenza di famiglie di pescatori, artigiani che ancora oggi resistono, ma che negli anni è stato colpito da una pesante crisi economica diventando spesso terreno fertile per la microcriminalità organizzata. Qui, i ragazzi, prima dell’avvento della pandemia Covid-19, erano soliti incontrarsi in strada per poi andare a trovare un parente o un amico. Ed è qui tra i silenzi che ricordano il vociare dei mercati rionali oggi “le ragazze fanno grandi sogni”. Questo è infatti il nome del percorso dedicato alle più giovani che affrontano il delicato passaggio dalla fase preadolescenziale all’adolescenza nel quartiere periferico siciliano e che fa parte del progetto React, portato avanti qui a Palermo da Per Esempio Onlus all’interno di un intervento nazionale di contrasto alla povertà educativa minorile nato a settembre del 2018, sostenuto dall’impresa sociale Con i Bambini di Fondazione Con il Sud e che ha come capofila l’organizzazione italiana non governativa WeWorld.

Borgo Vecchio è uno dei dieci quartieri periferici in Italia di React oggi in grado di fronteggiare la povertà educativa offrendo supporto a 3200 ragazzi, 1700 famiglie, 690 insegnanti su tutto il territorio nazionale.

«A Palermo abbiamo preso in carico 35 ragazzi dall’età di 11 a 17 anni che sono iscritti nel nostro centro aggregativo, mentre sono oltre un centinaio i ragazzi di Borgo Vecchio che seguiamo trasversalmente e lavoriamo anche con gli alunni delle scuole medie dell’istituto comprensivo Politeama all’interno del quartiere», spiega Martina Riina, 34 anni, coordinatrice operativa di React a Palermo.

Dalla attività di supporto allo studio, a laboratori ludico-ricreativi, sportivi ed espressivi l’intervento di React a Palermo si basa sul concetto di educazione non formale, «per reagire agli scontri della vita, attivando stimoli quanto mai significativi nel passaggio tra l’età preadolescenziale e l’adolescenza, comprendendo quali sono le proprie possibilità all’interno della famiglia di provenienza e del quartiere in cui si vive», aggiunge la coordinatrice Martina Riina che nella sua equipe è affiancata da quattro educatori, un case manager che segue il percorso individuale di ciascun ragazzo/a e un facilitatore territoriale.

Dovendo sospendere, a causa del Covid, alcune delle attività pubbliche in strada, come ad esempio le Borg’Olimpiadi in cui i ragazzi del quartiere erano coinvolti in un’entusiasmante staffetta, React si è ripensato e rimodulato: dalla fornitura di connessioni porta a porta per il supporto allo studio «di ragazzi che altrimenti rischiavano di abbandonare la scuola» a una serie di attività all’aperto nello spazio concesso al progetto dalla parrocchia di Santa Lucia.

È qui che, con i distanziamenti dovuti, che avvengono le lezioni di Urban Dance e le partecipanti tra i 14 e i 17 anni possono per un attimo levarsi la mascherina e coniugare quel linguaggio del corpo che dona autostima, libertà.

«La danza può cambiare la vita perché aiuta noi ragazze a capire qual è realmente il nostro posto, ci unisce agli altri attraverso l’autonomia che viene espressa e coltiva perché no una sana frivolezza, intesa come quella consapevolezza di abbattere un limite», racconta l’insegnante Martina Diliberto, in arte “Frozzy”, che è anche laureata in lingue e insegna francese. La danza per lei è stata dall’età di 11 anni più che una passione. E oggi il Twerk e la Dance Hall rappresentano anche uno strumento di confronto con le ragazze: «basta solo un semplice sguardo», chiosa Martina.

È questa una delle misure dell’impatto sociale di React a Palermo capace di stare al fianco di quegli adolescenti a cui gli effetti della pandemia hanno tentato di togliere una parte consistente della loro quotidianità: il rapporto con la strada, quella che inevitabilmente ti fa crescere.

«Riteniamo che React sia riuscito ad impattare positivamente sui minori coinvolti, offrendo stimoli, sostegno e proposte socializzanti alternative, preservando la didattica e la continuità delle relazioni, nonostante l’intervento sia basato su relazioni di prossimità in piccoli gruppi e, nel periodo estivo, su una educazione “in strada”, se possibile. Questo è vero in particolare a Palermo: gli esiti più evidenti del progetto durante l’emergenza sono il forte presidio territoriale per la raccolta dei bisogni educativi e il ruolo di ponte tra scuola, studenti e famiglie» commenta Stefano Piziali responsabile Advocacy e programma Italia di WeWorld .

Le lezioni di Twerk e Dance Hall a Borgo Vecchio continueranno e l’insegnante Martina Frozzy sta già pensando al prossimo concetto chiave da sviluppare. Potrebbe essere quello sul connubio tra autostima e attitudine, con un attenzione maggiore ai tempi e alle tecniche.

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