Ostia si lecca ancora le ferite, frastornata dal clamore mediatico che le imprese criminali più recenti le hanno, suo malgrado, riservato. Mafia Capitale prima e le imprese degli Spada poi, hanno mortificato un pezzo di Roma con 300mila abitanti, facendone l’unico Municipio della Capitale sciolto per mafia in seguito all’inchiesta sul “Mondo di Mezzo”. Perché Ostia è Roma ed è dalla metropoli che, secondo gli abitanti, arriva il peggio.
Sul litorale romano ci si arriva attraverso due strade, la via del Mare e la Cristoforo Colombo. La prima è da anni in vetta a tutte le classifiche per il numero di morti sulla strada, mentre la seconda è lo specchio della conquista del litorale, con il cemento che progressivamente sta cancellando il verde e un manto stradale ai limiti della follia con radici che fanno capolino su questa che è una vera e propria autostrada. L’amministrazione capitolina l’unica soluzione che ha trovato è imporre il limite di velocità a 50 Km/h. Inoltre, alla fine della Colombo, a poche centinaia di metri dal mare, si viene accolti dal paesaggio spettrale e triste della Pineta di Castel Fusano, uno dei polmoni verdi di Roma devastato da due incendi nelle scorse estati.
In queste condizioni, il ritorno alla normalità è molto difficile. La politica, come visto, non fa più presa e ci si affida a chi offre un’alternativa. Ad Ostia, paradossalmente, non esistono vie di mezzo: o si sta da una parte o dall’altra. «Questa storia degli Spada ci ha massacrato, Ostia non è solo crimine», si lamenta un operatore dell’Anffas che preferisce mantenere l'anonimato, l’associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale che opera nel Litorale fin dagli Anni Ottanta. La sede dell’associazione è proprio a Nuova Ostia, il territorio controllato dagli Spada. Anzi, per dirla meglio, la loro sede è a meno di 100 metri in linea d’aria dalla casa del clan di nomadi italiani. Solo ad Ostia, dove è nata la prima associazione della rete, l’Anffas segue 450 persone, sono invece 35mila in tutta Italia. Numeri importanti che la rendono la più grande associazione volontaria di famiglie d’Europa. «Qui si seguono tutti quelli che ne hanno bisogno», afferma un’operatrice, «ed è capitato che qualche erede della famiglia Spada sia passato qua». Qui hanno imparato a convivere con questa realtà, anche se poi raccontano di non avere mai avuto problemi. Se non con qualche sbandato che ha passato la notte di Natale nei loro locali rubando le monetine della macchinetta dei caffè.
«Qui siamo tutti di Ostia – continua l'operatore – e ci dà fastidio essere ormai etichettati come criminale per la sola appartenenza al nostro territorio. Nessuno nega quello che è successo e il degrado che ne è derivato. Noi lo viviamo quotidianamente e ce ne ribelliamo attraverso il nostro lavoro».
Anffas Ostia nasce nei primi anni Ottanta a Nuova Ostia grazie a Ilde Plateroti (attuale presidente) e braccio destro dell’ex sindaco Petroselli per il settore dei servizi sociali. Ilde è stata anche la prima, in accordo con Petroselli, ad avviare i soggiorni estivi per persone con disabilità, un’esperienza che ha rappresentato il primo caso di apertura del Comune di Roma alla società civile a Ostia. Ilde aprì Anffas Ostia con alcuni genitori e famigliari di persone con disabilità portando i servizi in un quartiere che ne era totalmente sprovvisto.
Negli anni, l’associazione grazie anche alla lungimiranza di alcune figure come quella del direttore generale Stefano Galloni e del direttore sanitario Francesco Cesarino, è riuscita a dare sempre maggiori servizi arrivando oggi a seguire oltre 450 tra bambini e ragazzi con disabilità intellettiva e dare lavoro a oltre 100 tra tecnici specialistici e operatori del settore. Ora le sedi sono due. La prima quella storica, sul lungomare di Ostia che è centro riabilitazione, centro diurno, direzione generale e presidenza. Il secondo è ad Acilia, sempre nel X Municipio, in uno stabile confiscato alla malavita organizzata. Proprio nella via dove ora sorge il centro dell’Anffas, uscendo dalla bisca, venne freddato Emidio Salomone, uno degli ultimi boss della Banda della Magliana.
«Quando il locale ci è stato consegnato nel 2011 – ricorda l'operatore – era completamente distrutto con muri imbrattati, servizi igienici divelti, slot machine scassate e abbandonate in giro: uno stato di devastazione totale».
Oggi, nell’ex bisca è sorta la prima Agenzia lavoro specializzata nell’inserimento professionale di persone con disabilità intellettiva del Lazio, dove si fa anche formazione professionale. La sede è anche il cuore pulsante di un importantissimo progetto per l’autismo, uno dei più avanzati in Italia, che coinvolge 60 ragazzi in età da 0 ai 18 anni. Fino ad oggi, sono state formate più di cento persone, portando promozione sociale in un contesto dove mancava tutto. Un modello che sta facendo scuola anc he fuori dai confini italiani. Nei mesi scorsi, una delegazione della Artic University di Tromsø (Norvegia) ha incontrato gli operatori e la dirigenza Anffas per confrontarsi proprio sull’inserimento lavorativo.
Proprio su quest’ultimo aspetto, all’Anffas hanno grandi aspettative. Il progetto è di far diventare la sede dii Acilia un grande centro collegato all’Agenzia lavoro. Alcuni contatti sono stati già avviati, tanto che «un produttore di caffè nazionale, che fa solidarietà da anni nel nostro network, vorrebbe assumere i nostri ragazzi e proporre a livello nazionale i prodotti inscatolati e gestiti proprio da loro». Se la politica ha deluso, è il Terzo settore che sta aiutando Ostia a rialzare la testa.
L'eccellenza di Ostia
Testi a cura di Vincenzo Mulé
Foto gentilmente concesse da Anffas
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