Profughi ucraini

Le “vacanze italiane” dei piccoli profughi ucraini

di Luca Cereda

Vacanze normali in tempo di guerra, gocce di speranza per i piccoli profughi ucraini e le loro famiglie grazie a Caritas, Acli e a decine di volontari

Il mandato era “non lasciare sola la popolazione dell’Ucraina, soprattutto i più fragili”. La Chiesa italiana organizza da mesi voli umanitari per i profughi vulnerabili. Mentre 137 Caritas diocesane hanno accolto 7.254 persone sulle 12.709 prese in carico dalla Cei. 5.667 di questi rifugiati sono minori. E 234 non accompagnati.

La risposta all’appello, anche d’estate

Sono stati coinvolti numerosi volontari per offrire un’estate di svago e apprendimento ai bambini ucraini, e alle loro famiglie. Questo grazie alla collaborazione delle Caritas diocesane coinvolte e della rete Acli. Religiosi, operatori (tra cui interpreti ucraini da tempo in Italia) stanno assicurando vitto, alloggio e attività ricreative al primo gruppo di profughi ucraini – 115 persone con 99 minori (42 maschi e 57 femmine) di età compresa tra gli 8 e i 18 anni e 16 educatori -. Resteranno in villeggiatura in Lombardia fino al 26 agosto divisi in due nuclei: il primo – 41 minori e sei educatori – a Sondalo, provincia di Sondrio e diocesi di Como. Nel centro di formazione professionale “Vallesana“. Gli altri, 58 minori e 10 educatori, a Vezza d’Oglio, in Val Camonica, diocesi di Brescia, nella casa vacanze Occhi.

In Lombardia e Toscana, vacanze diffuse per i profughi ucraini

«Molti di questi bambini e adolescenti – spiega Monia Copes, responsabile dell’accoglienza della diocesi di Como per i territori di Sondrio e Alto Lago – hanno perso genitori e familiari o non hanno più notizie dei genitori al fronte. L’obiettivo è offrire loro momenti di serenità e sicurezza. Li abbiamo portati a Bormio e a Livigno dove sono stati ospiti delle parrocchie mentre a Sondalo l’amministrazione comunale e la parrocchia hanno realizzato una vera e propria festa di accoglienza. Abbiamo avuto una grande risposta, la solidarietà con gli ucraini è forte».

Gli ospiti della struttura bresciana sono accolti dalle Acli milanesi con 15 volontari. «Lo schema pensato – spiega il presidente provinciale aclista Andrea Villa, che ha risposto all’appello della Caritas nazionale durante una missione congiunta in primavera a Leopoli – è quello dei campi estivi parrocchiali con giochi, animazione e gite in montagna che stanno garantendo loro uno stacco dal contesto di guerra in cui sono immersi». L’idea è avviare gemellaggi. «Come abbiamo fatto con i Balcani per creare relazioni e scambi». Già a settembre con un’altra missione Acli e Caritas consegneranno un’ambulanza a Leopoli.

Il secondo gruppo, organizzato da Caritas Spes, è arrivato in Italia il 20 agosto e fino alla fine del mese 102 persone con 93 bambini (45 maschi e 48 femmine) tra uno e 17 anni di età e nove educatori sono ospitati in Toscana dal seminario vescovile della diocesi di Massa Marittima-Piombino, che sta accogliendo 44 minori e 4 educatori, e dalla casa vacanze Sant’Agostino a Gerfalco, nella diocesi di Volterra, che ospita 49 minori e 5 educatori. Anche qui sono stati coinvolti numerosi volontari.

«Abbiamo risposto volentieri all’appello. Offriamo giorni di svago e apprendimento per riprendere la scuola a settembre con meno stress – commenta don Filippo Balducci, rettore del seminario -. Stiamo facendo conoscere loro l’ambiente della zona di Follonica e dell’Elba. Oltre alle gite al mare facciamo serate di conoscenza dei fondali tenute da esperti e faremo una visita alle miniere di Piombino». Vacanze normali in tempo di pace, gocce di speranza per i piccoli ucraini.

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