Inclusione sociale

Le borse di studio nate grazie ai tappi di plastica riciclati

di Gilda Sciortino

Un progetto che, grazie al ricavato dalla vendita di tonnellate di tappi di plastica, raccolti dall’associazione “Oratorio Don Bruno di Bella” di Villaciambra, in provincia di Palermo, e dalla parrocchia di “Santa Lucia” del capoluogo siciliano, sta offrendo a 11 bambini e bambine del Sud Sudan la giusta e dovuta istruzione attraverso altrettante borse di studio. A segurli sono i missionari comboniani presenti nel Paese. Un percorso raccontato con grande passione dal fotoreportage “Open Caps. Dalla Sicilia al Sud Sudan” della giornalista Marta Genova e del fotografo Antonino Costa

Dare modo a bambini e bambine di studiare e diplomarsi grazie a delle borse di studio finanziate con la semplice vendita di tappi di plastica. Una semplice e concreta pratica ecologica documentata da un reportage fotogiornalistico da cui nasce la mostra dal titolo “Open Caps. Dalla Sicilia al Sud Sudan, una storia di sostenibilità ambientale e sociale", che fonde l'idea progettuale della giornalista Marta Genova con le fotografie di Antonino Costa. Trenta scatti, la cui potenza emotiva ci permette di immergerci in una realtà dove basta poco per fare la differenza. Una storia che racconta la speranza in un futuro migliore.

«Io ho solo fatto da collante tra realtà che nessuno conosceva, ma che non si conoscevano neanche tra di loro – spiega Marta Genova -. Un’iniziativa, quella che da anni l’oratorio di Villaciambra porta avanti, alla quale oggi aderiscono tante parrocchie tra le quali quella di Santa Lucia, al Borgo Vecchio, dove c’è il comboniano Fratel Claudio Perotti. Chi, poi si trova in Sud Sudan e ha avuto l’idea delle borse di studio è padre Mario Pellegrino, originario di Marsala, in provincia di Trapani. Le borse di studio coprono l’intero arco degli studi di ragazzi e ragazze che scappano dai vari villaggi in guerra. Considerate che una sola borsa di studio serve a coprire l’intero ciclo di studi in quanto l’istruzione per loro è molto cara, diciamo quasi proibitiva. Ovviamente parliamo di cifre che per noi sono irrisorie».

L’istruzione, quindi, come speranza per una prospettiva di vita che viene data anche alle ragazze, in un Paese che registra i più bassi livelli di istruzione su scala mondiale.

«Non è, infatti, un caso che in realtà come quella che abbiamo raccontato il livello di istruzione sia meno accessibile alle donne. Le borse di studio, però sono molto eque, assegnate sia ai ragazzi sia alle ragazze. La cosa bella – aggiunge la Genova – è che coloro i quali sono stati selezionati da padre Pellegrino non avevano idea di cosa stesse succedendo loro. Quando io e Antonio siamo arrivati a Juba a fine agosto del 2022 e abbiamo raccontato loro questa storia non ci aspettavamo i loro pianti e la commozione che ha coinvolti tutti. Il carico emotivo ha fatto la sua parte anche con noi perché non era scontato che riuscissimo ad andare. Ce lo sconsigliava il Governo, per la pericolosità data dai conflitti in atto in gran parte del Paese, ma c’era anche il fatto che il viaggio aveva un costo particolarmente impegnativo».

e il reportage si è potuto realizzare è, infatti, non solo per la determinazione di Marta Genova e di Antonino Costa, decisi ad andare contro tutto e tutti, ma anche grazie al sostegno dell’associazione “Caramella Smile”, un’organizzazione italiana di volontariato, composta da medici e chirurghi che operano in Etiopia con un progetto per la diagnosi e le cure di malformazioni cranio facciali. A farne parte è il medico palermitano Antonio Puccio che, venuto a conoscenza del lavoro fotografico, della volontà di voler partire per il Sud Sudan ma soprattutto delle difficoltà economiche che questo comportava, si è offerto di sostenere la spesa per i biglietti aerei della giornalista e del fotografo.

Una bella sinergia che ha consentito di realizzare un reportage non sulla guerra, sulla povertà, sulla tragedia, ma su quanto di bello esiste, nonostante tutto quello che accade sul posto. Bellezza che ora va diffusa e va sostenuta.

Ognuno ha fatto la sua parte. Ovviamente per le borse di studio si deve dire grazie all’impegno di una comunità che si è data da fare per raccogliere i tappi, poi portati a una ditta che li ha acquistati dall’associazione “Oratorio Don Bruno di Bella” di Villaciambra, in provincia di Palermo. Una realtà che da 15 porta avanti l’iniziativa della raccolta dei tappi, coinvolgendo le famiglie della diocesi di Monreale e le scuole, vedendo aderire alcune parrocchie della città di Palermo, come “Santa Lucia”, al Borgo Vecchio, quartiere nel quale il disagio sociale, la povertà educativa si combatte quotidianamente attraverso la concretezza di azioni che mettono in sinergia diversi attori e danno prospettive concrete soprattutto alle nuove generazioni.

«Siamo nati nel 2009 – dice il presidente dell’associazione, Francesco Raccuglia – e da sempre ci dedichiamo ai ragazzi proponendo loro attività sportive, ludiche, teatrali, laboratori creativi come il cucito, che puntano ad aggregarli attraverso iniziative sane. Contemporaneamente, grazie all’idea venuta al sacerdote dell’epoca, Padre Bellante, abbiamo cominciato a raccogliere i tappi di plastica con il cui ricavato ogni anno abbiamo finanziato progetti in tutto il mondo: per esempio, costruendo dei pozzi in Somalia, realizzando una scuola in Libano e un ambulatorio medico in Perù. Nel 2022 è stata la volta delle borse di studio in Sud Sudan. Grazie al passaparola, la nostra comunità in 15 anni ha raccolto 140 tonnellate di tappi. Non lo credevamo possibile neanche noi».

Open Caps. Dalla Sicilia al Sud Sudan” racconta questo pezzo di percorso, un reportage che documenta un viaggio ma anche il lavoro che fanno i missionari comboniani in Sud Sudan con padre Pellegrino.

«Quando ci hanno proposto questa iniziativa abbiamo ovviamente detto subito di sì – afferma Fratel Claudio, il cui compito a “Santa Lucia” è di animare la comunità –. Noi come comboniani siamo da sempre in Sudan; non a caso Daniele Comboni fu il primo vescovo di questo Paese. Il progetto delle borse di studio è, però, in Sud Sudan, paese che ha ottenuto l’indipendenza solo nel 2012. È noto a tutto che le sue risorse minerarie fanno gola a molti. I proventi finiscono, infatti, nelle mani di élite politiche e militari, potenze economiche extra africane, per esempio cinesi e occidentali, che non hanno alcun interesse a fare il bene della popolazione. Noi, però, crediamo nei segni e garantire l’istruzione a bambini e bambine di questi villaggi può fare la differenza. Sappiamo che non risolveremo l’analfabetismo o il problema della raccolta differenziata a Palermo, ma con un atto semplice e concreto come quello della raccolta dei tappi di plastica possiamo fare la nostra parte. Se, poi, pensiamo che un tappo pesa milligrammi, possiamo capire quanto impegno è stato profuso dalla nostra comunità per raccoglierne così tanti. Dicono che sono diventato un “compulsivo dei tappi”, ma io sostengo che aprono cammini, creano situazioni. È un gesto concreto che chiunque può fare. Ci sono alcune famiglie che pensano di non fare la raccolta differenziata ma, quando si presentano con il loro sacchettino pieno di tappi di plastica, esordisco: “Non è vero perché la fate con quello che raccogliete e ci portate”. La consapevolezza apre orizzonti e aiuta a far crescere una comunità».

La mostra sarà allestita dal 2 al 22 aprile nella parrocchia "Santa Lucia", dove si potrà visitare grazie alla disponibilità dei Missionari Comboniani.

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