Agricoltura sociale

L’Albicocca di Scillato protetta da Slow Food

di Gilda Sciortino

"Terre di carusi" è la dimostrazione di come, anche da parte dei più giovani, ci possa essere il desiderio di proteggere il proprio territorio attraverso la valorizzazione dei prodotti che la natura regala. È il caso dell'Albicocca di Scillato, diventata "Presidio Slow Food" che la sta tutelando in quanto a rischio di scomparsa

Piccola e di forma asimmetrica, dal colore arancio chiaro che diventa rosso nella parte esposta al sole, ma soprattutto profumatissima, l’albicocca di Scillato, piccolo comune del Parco delle Madonie di appena 600 abitanti, è oggi presidio Slow Food. Una varietà che si è reso necessario tutelare per garantirla nel tempo.

È, però, grazie a un gruppo di ragazzi scillatesi che, anche gli stessi abitanti, hanno cominciato a credere nelle potenzialità di questo frutto, vera ricchezza di un territorio che deve fare i conti con tanti problemi: per esempio, gli attacchi dei daini che, in quest'area del Parco delle Madonie, preoccupano non pochi perchè ultimamente hanno divorato 250 alberi e, per costruire recinzioni alte più di 2 metri, si dovrebbero affrontare spese non indifferenti.

Anche per questo proteggere l’albicocca di Scillato è stato per Slow Food quasi un dovere morale nei confronti di giovani che non vogliono mollare. Prova ne è la costituzione di “Terre di Carusi”, associazione che combatte contro il depauperamento dei territori.

Non credendoci veramente, infatti, tra gli anni Ottanta e Novanta il mercato produttivo e di alta produzione ha cominciato a tagliare gli alberi, non solo di albicocche ma anche di ulivo, dando un duro colpo al settore.

«Combattiamo ogni giorno per superare tutti gli ostacoli che abbiamo incontrato e continuiamo a incontrare lungo la nostra strada – afferma Alberto Battaglia, presidente dell’associazione, nella quale oggi sono attivamente impegnasti anche Angelo Nicchi e Giuseppe Oddo – . Ci chiamano "I Carusi ( i Ragazzi, ndr), ma stiamo crescendo e ogni giorno che passa ce la mettiamo tutta per coltivare il nostro obiettivo. Abbiamo preso un impegno con noi stessi: riportare le terre incolte a essere produttive, nel massimo rispetto dell'ambiente e della qualità. Riscoprire la terra, perchè è dalla terra, dal lavoro delle braccia e della mente che dipende il nostro futuro».

Filosofia che l’associazione mette in pratica anche con “Casa e Putia”, la bottega che ha aperto in via Matteotti, vicino Piazza Aldo Moro, nella quale sono presenti le deliziose albicocche, un’altra varietà interessante di arance rosse locali, anche sotto forma di marmellate e confetture, come numerosi altri prodotti, frutta e ortaggi freschi e genuini coltivati nel territorio di Scillato.

«Sino a qualche tempo fa vedevamo partire sei o sette camion al giorno – prosegue Battaglia – , mentre oggi meno della metà, neanche 22 quintali, provenienti da neanche 500 alberi di albicocco. Solo nel 2014, grazie a Slow Food, costituendo l'associazione, abbiamo potuto avere la nostra prima vetrina espositiva al "Terra Madre Salone del Gusto", cominciando la nostra produzione a dare i suoi risultati. Grazie anche ai tanti consigli di Francesco Sottile, docente presso il Dipartimento di colture arboree dell’Università degli Studi di Palermo e attuale vice presidente di Slow Food Sicilia, conosciuto in occaione di un corso per operatore agricolo, abbiamo capito come fare capire qual è l’ulteriore valore delle nostre albicocche, che non vengono attaccate dalla mosca della frutta, nonostante non utilizziamo alcun prodotto chimico. Anche per questo la raccolta deve avvenire entro 20 giorni, in quanto la maturazione ha il suo picco tra fine maggio a fine a metà giugno».

Una storia che esprime tutta la tenacia e caparbietà, ma anche l’orgoglio di essere siciliani e di vincere la scommessa di non lasciare la propria terra.

«Non vogliamo scappare perché desideriamo creare un’armonia col resto del mondo. L’agricoltura per noi deve essere pensata per la comunità. Siamo giovani, siamo carusi e crediamo in quello che facciamo. E, statene certi, non molleremo».

La determinazione a farcela, a Scillato, ha, dunque, il sapore dell’albicocca, il cui profumo è così inebriante che si dovrebbe inventare il modo di farlo sentire anche attraverso il web. Operazione che, chissà, forse un giorno sarà possibile, ma che fortunatamente non potrà mai sostituire l'impagabile emozione di andare nei campi a raccogliere personalmente questi prodotti o assaporarli, morso dopo morso, dopo averli acquistati nella bottega di Scillato. Un'esperienza totalizzante, che non ha eguali.

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