Simonetta Agnello Hornby

La mia Inghilterra, in crisi ma ancora aperta al mondo

di Paolo Manzo

Simonetta Agnello Hornby
Simonetta Agnello Hornby
VITA ha intervistato Simonetta Agnello Hornby, una delle più famose scrittrici italiane, ma anche un'avvocatessa che con coraggio e determinazione si è occupata di migranti e di infanzia. Ma, soprattutto, è una osservatrice profonda della realtà inglese, visto che vive a Londra dal 1979 ed è cittadina britannica

Palermitana di nascita ma londinese d’adozione, la 78enne Simonetta Agnello Hornby non ha bisogno di presentazioni. Scrittrice sublime che ha descritto la Sicilia attraverso gli occhi delle donne, avvocatessa ma, soprattutto un’intellettuale a tutto tondo. VITA l’ha intervistata per descrivere, dal suo osservatorio, l’Inghilterra contemporanea, che lei conosce bene, vivendo a Londra dal 1979. Il suo primo lavoro è stato presso uno studio legale inglese nella City “poi, visto che avevo dei bambini piccoli, ho deciso di cercare un lavoro vicino casa a Brixton. Lavorare come avvocato in un quartiere di migranti mi è servito a fare tanta esperienza, soprattutto in un contesto di grandi cambiamenti”. 

Mi interesserebbe conoscere la sua opinione sui cambiamenti odierni della società britannica, in relazione proprio ai migranti.

Dal punto di vista dei migranti, l’Inghilterra è sempre stata molto aperta, molto più dell’Italia. Per esempio, durante l’Impero britannico c’erano tanti indiani non solo all’università come studenti, ma anche come insegnanti. Da questo punto di vista, la Gran Bretagna è sempre stata molto aperta e lo è stata nel suo interesse, perché questa gente poi guadagnava, lavorava, faceva soldi, pagava le tasse. Più aperta della Sicilia dove abbiamo comunque una bella frase, “gente di fuori”.

Gran Bretagna e Sicilia sono due isole che sanno bene di dipendere dal resto del mondo

Simonetta Agnello Hornby

Ci può spiegare meglio il significato di questo modo di dire siciliano?

Mia madre, che era una donna colta, educata, buona e brava, raccontava sempre che, quando lei era piccola, avevano un museo in casa che aprivano ai turisti e, se erano turisti di fuori, sua madre, mia nonna, metteva le tazze più belle per offrire loro il caffè. Per darle un’idea di quanto fosse bello, anche io lo farei.

Il concetto è che Gran Bretagna e Sicilia sono due isole che sanno bene di dipendere dal resto del mondo. In passato c’erano tante colonie e per questo erano ricchi, ma ora sono molto aperti a gente di ogni tipo. Pensiamo a Rishi Sunak, per esempio, che è indiano.

L’Inghilterra è stata una colonia dei Romani, perciò ha sempre tratto insegnamento e ispirazione dalla cultura dei popoli con cui entrava

Simonetta Agnello Hornby

Proprio questo volevo chiederle, visto che i Tories dopo Sunak, hanno scelto come loro leader, la 44enne Kemi Badenoch, una donna nigeriana. Come mai i conservatori inglesi, a differenza dell’Italia e di altri paesi europei dove i migranti vanno verso i partiti di sinistra, scelgono migranti per le loro leadership?

L’Inghilterra è stata una colonia dei Romani, perciò hanno sempre tratto insegnamento e ispirazione dalla cultura dei popoli con cui entravano in contatto.

Cosa si intende in Sicilia con “esci e rinasci”? Significa che chi va all’estero riesce bene. Bene, gli inglesi hanno trasformato questo detto siciliano in “chi esce (ovvero arriva da fuori) sta bene qui”.

Simonetta Agnello Hornby

Se si osserva la storia d’Inghilterra, si nota che era in lotta costante con i francesi, ma c’è sempre stato anche il senso di prendere il meglio dall’esterno, proprio come i Romani. In Sicilia abbiamo anche un altro detto, “esci e rinasci”, che significa che chi va all’estero riesce bene. Bene, gli inglesi hanno trasformato questo detto siciliano in “chi esce (ovvero arriva da fuori) sta bene qui”.

Oggi è ancora così?

In realtà non lo so, ma conosco un gran numero di avvocati inglesi di origine indiana o africana che sono molto bravi e sono completamente accettati. Poi, il razzismo è un’altra storia, però è innegabile che gli immigrati abbiano dato un enorme contributo alla Gran Bretagna che, senza di loro, non avrebbe avuto lo stesso successo.

Basti pensare ai grandi primi ministri del passato come Benjamin Disraeli, era ebreo ma la gente non ci ha mai fatto caso. Questo è il bello degli inglesi, perché perlomeno li accettano, anche se poi magari li sfruttano e li mandano via. 

A proposito di queste folate di razzismo, cosa ne pensa dei cosiddetti Patriots? 

La Gran Bretagna è un Paese in crisi, è uscito dall’Unione europea e si rende conto di avere commesso un errore. È diventato un posto dove la gente non viene più tanto per ammirare le bellezze dell’Inghilterra, ma perché forse ci sono dei vantaggi finanziari.

Questo è un degrado notevole dell’Inghilterra che mi spiace tanto vedere, perché i miei figli, i miei nipoti e io stessa siamo cittadini britannici, oltre che io anche italiana. Oggi è un momento di grande crisi per l’Inghilterra e non sappiamo quanto durerà. Ho molta paura che, a un certo punto, la Scozia possa separarsi dall’Inghilterra e diventare parte dell’Unione europea. In tal caso, l’Inghilterra diventerà un paese modesto. 

Collegandomi a questo, cosa ne pensa della Gran Bretagna del dopo Brexit? 

L’Inghilterra è uscita dall’Unione europea e tutti erano contenti perché finalmente erano indipendenti, perché non volevano più dipendere da altri. Tuttavia, non hanno capito che, finanziariamente, è stato un disastro, ma soprattutto che, dal punto di vista del lavoro, i cittadini britannici hanno perso.

È terribile, prima potevano andare a lavorare in Europa, imparare, viaggiare, conoscere e fare parte di un tutto pertanto è stato un errore enorme e stupido, di cui mi vergogno in quanto cittadina britannica, e da allora non sono riusciti a riconoscere il proprio errore.

Dovrebbero fare un mea culpa e chiedere di rientrare nell’Unione europea, ma al momento non lo vogliono fare. È un brutto momento ma non saprei come descriverlo ulteriormente.

Non accettano mai di aver sbagliato, del resto hanno perso l’impero perché non conoscono il significato della parola “mea culpa”. Questo è il vero difetto della Gran Bretagna

Simonetta Agnello Hornby

Forse i Tories con questa nuova leadership potrebbero tornare sui loro passi? 

Io sono laburista, quindi non so cosa dirle, ma uno dei migliori amici di mio marito è un ministro conservatore molto bravo, quindi conosco e rispetto quelli che sono bravi.

Credo che al momento il partito conservatore sia in una situazione critica e, in quanto donna, mi sono vergognata delle loro ultime leader donne. È davvero un brutto momento e non credo che i conservatori abbiano l’abilità di ammettere gli errori.

Ecco, questo è il vero difetto della Gran Bretagna: non accettano mai di aver sbagliato, del resto hanno perso l’impero perché non conoscono il significato della parola “mea culpa”. 

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