Chi lo conosce sa bene che per lui i libri sono come il pane quotidiano, un’occasione per alimentare quella fame di cultura che non tutti riescono a soddisfare per tanti motivi. Per Pietro Tramonte, quindi, la sua biblioteca itinerante è sempre stata un’oasi in cui potere sostare anche per un’ora e fare scoprire nuovi mondi.
Una volta andato in pensione, circa 13 anni fa, per lui è cominciata una seconda vita, con al centro sempre i libri. Irrequieto, desideroso di continuare a imparare, ha così deciso di dare vita a un luogo in cui incontrarsi e scambiarsi saperi. E in piazza Monte S. Rosalia, angolo nascosto del centro storico di Palermo, arrivano da ogni parte del mondo per cercare, trovare, sfogliare, scambiarsi testi di ogni genere, molti dei quali anche antichi. In tutto circa 60mila i volumi che oggi fanno parte di questa biblioteca itinerante. Che poi, tanto mobile non è mai stata veramente.
«È la bellezza dell’effimero – spiega lo stesso Tramonte – come in tante piazze delle più grandi metropoli del mondo. Una su tutte, Montmartre, a Parigi. Hanno, però, cercato e cercano ancora di mandarmi via dicendo che occupo uno spazio abusivamente. Io, invece, credo di offrire un servizio alla città anche perché qui nessuno acquista i libri; lascia un’offerta o ne porta altri da scambiare. La cultura per me deve viaggiare e, se non si ha la possibilità di mettere mano al portafogli, da me non avrà mai alcun problema».
L’amore è il tema che anima la vita di questo singolare libraio. Era, infatti, il giorno di San Valentino quando ha tagliato idealmente il nastro di quella che è cominciata come un’avventura ed è diventata la sua ragione di vita.
«Non erano trascorsi tre giorni da quando ero andato in pensione e già non ce la facevo a stare fermo. Avevo questo magazzinetto e ho cominciato a portare i 5mila libri che avevo collezionato negli anni. Qui faccio quel che mi piace e cioè parlo con le persone, esprimo me stesso, socializzo. Praticamente vivo».
Ma perché si parla di biblioteca itinerante?
«Perché all’inizio, ma qualche volta ancora oggi, quando mi chiamavano riempivo la mia macchina di libri per andare dove mi volevano. Ora quelle stesse persone che richiedevano la ma presenza, vengono a portarmi valigie di libri oppure mi chiamano per andare a svuotare le librerie di case che vengono abbandonate. Uno scambio umano continuo che si alimenta con l’incontro con persone provenienti da tutto il mondo».
La dimostrazione è l’arrivo, mentre si chiacchiera, di un uomo bengalese, alla ricerca di alcuni libri per i figli che stanno cominciando ad andare a scuola. È un minuto ed ecco un turista francese che cerca qualche testo in lingua. Dietro di lui, appare una coppia di tedeschi i cui occhi si illuminano appena girano l’angolo della strada e si immergono nella magia di questo luogo veramente fuori dal tempo.
«Se non ci fosse stato lui non so bene cosa sarebbe diventata piazza Monte S. Rosalia – racconta Lillo Militello, un amico di vecchia data di Pietro Tramonte con il quale ama trascorrere le sue mattinate -. Forse sarebbe uno dei tanti posteggi che sorgono nella nostra città a causa della mancanza di spazi in cui asciare la propria auto. Me lo ricordo quando ha cominciato a piazza Marina dove arrivava e srotolava il suo tappeto per unirsi a tutti coloro i quali hanno dato vita al mercato del vintage che oggi è diventato un luogo in cui fase affari, una tappa obbligata anche per i turisti che passano da Palermo. Pietro è ormai un’istituzione che non va toccata».
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