Era il desiderio di molti, così quale migliore nome se non “Our Dreams” per la nuova imbarcazione che la sezione palermitana della Lega Navale Italia ha reso totalmente accessibile per consentire anche ai disabili con carrozzina di vivere l’emozionante esperienza del mare aperto.
Emozione doppia sapendo che il “Jeanneau sun Odissey” 53 piedi a vela, pronta diventare l’ammiraglia della flotta palermitana, viene restituita alla collettività grazie all’affidamento alla Lega Navale Italiana dopo la confisca alla criminalità organizzata operata dalla Guardia di Finanza di Palermo nell’ambito di un’operazione tesa al contrasto internazionale di stupefacenti.
Un progetto di modifica importante, quello al quale si è lavorato, modificando il layout che ha abbattuto tutte barriere architettoniche normalmente presenti in una barca di serie per consentire anche alle persone con disabilità una navigazione a vela in sicurezza.
«Un sogno che diventa realtà – afferma Beppe Tisci, presidente della Sezione Palermo della Lega Navale Italiana – che ci consente di ampliare le nostre proposte alla cui base c’è sempre l’inclusione sociale. Si tratta di un progetto unico nel Meridione grazie al quale organizzeremo crociere scuola realmente inclusive, uscite a mare gratuite e nuove attività tese a fare in modo che tutti, nessuno escluso, abbiano le stesse opportunità. Mi sono incontrato anche con la “Lega del Filo d’Oro” e stiamo organizzando delle uscite con i loro ragazzi, ai quali siamo in grado di dare un’opportunità i importante».
Un traguardo tagliato grazie a un percorso fatto insieme ad altri attori sociali.
«Un altro successo della Lega Navale di Palermo – sottolinea Roberta Cascio, vicepresidente del Cip Sicilia e delegata regionale Fisdir – il cui obiettivo è potere usare questo tipo di imbarcazioni per fare crociere aperte ai ragazzi con disabilità fisica e intellettiva. A Palermo il fatto di avere l’unico molo nautico per i paralimpici, da Napoli in giù, per noi è una grandissima soddisfazione. Abbiamo cominciato a collaborare con la Lega Navale di Palermo almeno 12 anni fa con un progetto nato grazie alla Provincia regionale di Palermo quando abbiamo costruito Azzurra 600, un’imbarcazione nata attorno a un ragazzo in carrozzina che ora è istruttore di vela e si chiama Carmelo Forestieri. A realizzarla fu la cooperativa Azzurra, della quale facevano parte giovani ex tossicodipendenti e ragazzi con diverse fragilità. Oggi di Azzurra ce ne sono 7. Il lavoro portato avanti alla Cala di Palermo, dove ha sede la sezione di Palermo della Lega Navale Italiana, è lunga e tutta piena di soddisfazioni perché, alla base di tutto, c’è la voglia di lavorare insieme. Non è così scontato in Italia esser consapevoli che da soli non si va da nessuna parte».
“Our Dreams” è quasi del tutto pronta per levare l’ancora e consentire a chiunque lo voglia di procedere a vele spiegate alla scoperta del mare e dei suoi segreti.
«Ci sono piccole modifiche da fare – aggiunge Tisci – ma ormai ci siamo. La prossima settimana incontrerò l’Università di Palermo, con cui lavoriamo da tempo, e l’Ordine degli Ingegneri per definire un accordo. Siamo in attesa di sapere che tipo di contributo ci vorrà dare la Regione Siciliana, presente all’inaugurazione con il presidente Renato Schifani. Ci siamo un po’ persi di vista, ma sono certo che si risolverà tutto al più presto».
Ad aprile, dicevamo, le prime uscite anche per una fisiologica fase di rodaggio.
«A partire da giugno, però, “Our dreams” ha già in programma di partire da Palermo per fare il periplo a tappe della Sicilia coinvolgendo associazioni e istituzioni delle varie province siciliane interessate dalle soste. Per la prima volta si potranno imbarcare tanti ragazzi con disabilità per delle uscite a mare su una imbarcazione d’altura siciliana totalmente accessibile».
La Sicilia, ma non solo.
«Questo è un progetto che verrà supportato dalla Presidenza nazionale – dice in conclusione il presidente nazionale della L.N.I., l’ Ammiraglio Donato Marzano – che verrà inserito in una campagna lungo i nostri mari per avviare alla vela, ma anche monitorare lo stato delle nostre acque e delle nostre coste. Lo realizziamo con barche che lo Stato affida allo Stato, perché la Lega Navale è un ente pubblico. Noi, operò, dobbiamo continuare a meritarlo».
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