Film

Insert Coin, tra il baratro dell’azzardo e la storia di un’amicizia

di Anna Spena

Intervista a Gianmaria ed Alberto Fornari, fratelli, registi, autori e sceneggiatori di Insert Coin, lungometraggio che arriverà nelle sale a settembre del 2019. «Pensiamo che sia un film forte e necessario, su cui abbiamo investito gli ultimi 4 anni delle nostre vite. Si tratta di una sceneggiatura che fotografa la caduta di un uomo nel baratro delle slot da bar, in una Milano chiaroscurale», dicono i registi

La storia di Ivan si intreccia con quella dell'amico di gioventù Mimmo, con cui ha condiviso strada e riformatorio. Ivan si indebita con Mimmo per le slot e Mimmo ora è un uomo dell'Ndrangheta. Dopo minacce e cadute, Ivan e Mimmo, si 'bruciano' entrambi e si alleano nel tentativo di un 'colpaccio' che non lascia margine d'errore.
Il film non è solo una storia di ludopatia e amicizia, ma per primo in Italia affronta la dinamica del Sistema delle slot, dove da una parte la ex AAMS progetta slot per bar che guadagnano un euro ogni 4 secondi.

E dall'altro lato, spesso, come dimostrano molte sentenze, la 'Ndrangheta ottiene la concessione delle slot, corrompendo funzionari dello Stato. Arriverà nelle sale a settembre del 2019. A brevissimo sarà chiuso il piano finanziario, cosi partiranno le sei settimane di riprese e ne serviranno altre sei focalizzate sulla postproduzione. Il lungometraggio sarà girato quasi esclusivamente a Milano e ha ottenuto il patrocino del comune della città meneghina. A dirigere la fotografia Michele D’Attanasio, David di Donatello alla fotografia 2017, per “Veloce come il vento”. «Lui è un pittore di immagini», dicono i registi. «E il patrocino del comune di Milano ha un grande valore simbolico»

Da quanto lavorate insieme?
Da oltre 20 anni.

Com’è nata l’dea di Insert Coin?
Quattro anni fa. Il dilagare delle slot era un fenomeno evidente. Insieme alla denuncia sociale volevamo dimostrare che, pur non facendo un documentario sociale ma uno spettacolo cinematografico, si può raccontare la caduta di un uomo nel baratro delle slot che vengono create, fin dall’inizio, solo per portare danni. Pensiamo che 'Insert coin!' sia un film forte e necessario, su cui abbiamo investito gli ultimi 4 anni delle nostre vite. Si tratta di una sceneggiatura per lungometraggio di fiction che fotografa la caduta di un uomo nel baratro delle slot da bar, in una Milano chiaroscurale.

Di cosa parlerà la storia?
La storia di Ivan si intreccia con quella dell'amico di gioventù Mimmo, con cui ha condiviso strada e riformatorio. Ivan si indebita con Mimmo per le slot e Mimmo ora è un uomo dell'Ndrangheta. Dopo minacce e cadute, Ivan e Mimmo, si bruciano entrambi e si alleano nel tentativo di un colpaccio che non lascia margine d'errore. Il film non è solo una storia di ludopatia e amicizia, ma per primo in Italia affronta la dinamica del Sistema delle slot, dove da una parte la ex AAMS progetta slot per bar che guadagnano un euro ogni 4 secondi. E dall'altro lato, spesso, come dimostrano molte sentenze, la 'Ndrangheta ottiene la concessione delle slot, corrompendo funzionari dello Stato. Come ben sapete, nella sola Lombardia ogni anno sono 65000 le persone affette da ludopatia. Un articolo corposo di Fabrizio Gatti su l'Espresso del 5 febbraio fa il punto sul dramma nazionale delle slot. Le concessionarie devono allo Stato 90 miliardi di euro. Un lungo articolo del New York Times del Dicembre 2014 racconta al Mondo il fenomeno italiano, definendo Pavia capitale mondiale delle slot. Per scrivere la sceneggiatura ho vissuto un anno al quartiere Giambellino, frequentando i bar che raccontiamo e intervistando molti giocatori di newslot.

Comunque non un documentario ma un film vero e proprio
‘Insert coin!’ è un film di amicizia e con una potente spinta drammaturgica che introduce elementi crime, noir, action, non solo un film di denuncia sociale. È un film profondamente intriso dalla presenza di un’alternanza tra corpi solidi neri, quelli delle slot, che contengono apparenti liquidi al progressivo avvicinamento e contatto con liquidi. Il protagonista contempla la visione liquida delle giocate introducendo nel corpo liquidi (alcol) in cerca di liquidi ancestrali di cui trova tracce nelle strade bagnate e che si inverano nelle acque del naviglio, dell’idroscalo, del lago di Braies (Trentino) che riportano il protagonista a una situazione uterina vicina alla sua essenza e lontana da regole di buonsenso e autoconservazione.

Quali sono le realtà del non profit e quelle comunali che vi stanno sostenendo?
Si è formato attorno al film un network di soggetti sociali. In primis l’Assessore alle Politiche Sociali, salute e Diritti del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, attraverso una lettera d’intenti che allego riconosce il valore sociale di film no slot, supporta il progetto attraverso la messa a disposizione di location scelte e condivise tra i beni confiscati presenti nell’elenco dei beni immobili del Comune di Milano, mettendoci inoltre in connessione con le realtà associative ed enti che hanno in gestione ogni singola location. Libera, l’Associazione e altre associazioni appoggiano il progetto.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.