Migrazioni

In Puglia la ciclovia nata anche grazie a rifugiati e premiata a Strasburgo

di Daniele Biella

Il percorso storico dell'ex acquedotto in Valle d'Itria e dintorni è oggi un modello di mobilità sostenibile, grazie al progetto portato avanti dallo Sprar di Martina Franca cogestito da pubblico e privato sociale. "E' un riconoscimento a tutto il mondo delle ong, una forte risposta alla campagna negativa che c'è in Italia sull'accoglienza", afferma la presidente di Salam

Riconosciuto a Strasburgo tra le eccellenze nell’accoglienza dei rifugiati in Europa, poco noto tra l’opinione pubblica italiana dove sulle notizie d’apertura dei media appaiono di più gli scandali legati alla malagestione delle strutture in cui sono ospitati i richiedenti asilo. Stiamo parlando del progetto Sulle Vene della Puglia, la ciclovia che attraversa 11 chilometri della Puglia centrale, in particolare in Valle d’Itria, passando per il vecchio tracciato dell’acquedotto, che è stata realizzata negli ultimi anni grazie al fondamentale contributo delle persone accolte nel progetto Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) di Martina Franca, gestito dall’associazione Salam.

“Questo premio non è solo per noi. È un premio all’Italia, è un riscatto per l’intero mondo del Terzo settore e delle ong che lavora bene, contro la campagna negativa sull’accoglienza e il fango che viene gettato addosso anche da alcuni politici italiani”, spiega Simona Fernandez, presidente di Salam. “È un campanello per chi lo vuole ascoltare e che dice: raccontiamo quello che funziona, le buone prassi, che sono tante”. Gli ospiti richiedenti asilo, il personale di Salam, di tante altre associazioni e delle istituzioni locali: tutti hanno concorso a un’opera oggi annoverata tra le bellezze della Regione e soprattutto fresca vincitrice del riconoscimento promosso dallo Strasbourg Club Network, in occasione del World Forum of Democracy che si tiene dal 7 al 10 novembre a Strasburgo, organizzato dal Consiglio d’Europa con la città di Strasburgo, la regione Grand Est e il Governo francese. Lo Sprar di Martina Franca, che grazie al progetto Sulle Vene della Puglia, è stato inserito tra le realtà virtuose per le migliori pratiche nell’accoglienza nel nuovo Vademecum “Welcoming refugees with dignity” (accogliere i rifugiati con dignità), guida che dal 2016 viene pubblicata dalla municipalità di Strasburgo in rete con le altre città europee (European Solidarity City Network), con l’intento di raccogliere e promuovere le migliori pratiche in termini di politiche locali per la ricezione e l’inclusione dei rifugiati.

Il vademecum è stato progettato come uno strumento pratico, uno strumento di supporto decisionale e come vera fonte di ispirazione per le città che potrebbero sentirsi impotenti o isolate nell’affrontare l’accoglienza di un gran numero di rifugiati. Attraverso questa guida, l’unica nel suo genere, le città europee possono imparare l’una dall’altra e rafforzare la loro cooperazione in un settore in cui l’improvvisazione è purtroppo spesso il modus operandi. Lo Strasbourg Club Network comprende oltre 60 città europee ed è composto da 648 funzionari eletti, che rappresentano più di 200mila autorità locali in 47 Stati membri. Anche l’Associazione nazionale dei comuni italiani, Anci, è impegnata nello sviluppo di questa rete.

In occasione dell’incontro di Strasburgo l’associazione Salam presenta anche I Quaderni dello Sprar, progetto editoriale multilingue realizzato da alcuni richiedenti asilo politico e rifugiati, contenente la descrizione di alcune masserie bike friendly della Valle d’Itria ubicate nei pressi della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese. “La virtuosità di Sulle Vene della Puglia e di tutti gli altri progetti che portiamo avanti a Martina Franca e dintorni sta nel fratto che si è sempre lavorato in retre con più soggetti”, continua la presidente di Salam, “siamo pronti a far conoscere il nostro modo di lavorare a tutta Italia, per questo ci siamo proposti a Prefettura, ministero degli Interni e Servizio centrale Sprar per andare a nostre spese a incontrare altre realtà dove scambiare competenze”.

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