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Nanko Madu

«In Nigeria con la tecnologia sfidiamo lo status quo»

di Anna Spena

Il numero di VITA di giugno, “Un’Africa mai vista”, è un viaggio fuori dai luoghi comuni. Qui c'è un mondo di innovazione sociale, imprenditoriale e tecnologica che non può più essere taciuto. Lo spiega bene Nanko Madu, 39 anni. La passione per la tecnologia l'ha portata a diventare la direttrice dei programmi di AfriLabs, un’organizzazione che dal 2011 sta costruendo «una comunità», racconta, «che aggrega 450 hub tecnologici sparsi in tutto il continente»

Nanko Madu, 39 anni, è nata e vive in Nigeria. Una laurea in architettura e una passione per la tecnologia che l’ha portata a diventare la direttrice dei programmi di AfriLabs, un’organizzazione che dal 2011 sta costruendo una rete, una «comunità», come la chiama Madu, intorno ai centri di innovazione e agli hub tecnologici di tutta l’Africa. «Sosteniamo», racconta, «450 hub di innovazione e tecnologia sparsi nel continente. Il nostro obiettivo è rafforzare le capacità di questi hub, supportare gli imprenditori, gli innovatori e gli sviluppatori africani, fornendo formazione completa dalle questioni legali a quelle finanziarie risorse e opportunità di networking». In passato Madu ha lavorato per la Banca Mondiale, lavorando come consulente sul progetto “Youth Enterprise With Innovation In Nigeria (YouWiN!)”, dove ha guidato la progettazione e l’implementazione di un programma di formazione su larga scala per oltre 40mila piccole e medie imprese. È appassionata di sviluppo del capitale umano, inclusione delle donne, risultati e impatto per guidare il cambiamento nel continente africano. Madu a maggio è volata in Italia per partecipare all’evento organizzato da Save the Children, “Impossibile 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora”. Ha raccontato la sua esperienza durante il panel “Unlocking Youth potential: youth empowerment and youth participation”.

Madu, come si è appassionata alla tecnologia? 

La mia passione per l’innovazione tecnologica nasce dalla testimonianza del potere di trasformazione della tecnologia nell’affrontare le sfide sociali. Crescendo in Nigeria ho visto in prima persona come la tecnologia potesse colmare le lacune nell’accesso ai servizi essenziali, migliorare i mezzi di sussistenza e stimolare la crescita economica. Ciò mi ha ispirato a perseguire una carriera incentrata sullo sfruttamento dell’innovazione per creare un cambiamento positivo nella mia comunità e oltre.

È la direttrice del programma di AfriLabs, può raccontarci qualcosa in più su questa organizzazione, nata in Nigeria, e ora attiva in tutto il continente?

Siamo un gruppo molto dinamico, siamo nati nel 2011 e da allora abbiamo costruito una comunità di hub tecnologici. Oggi aggreghiamo più di 450 realtà in 53 Paesi. Il nostro obiettivo è rafforzare le capacità di questi hub, e quindi supportare imprenditori, innovatori e sviluppatori africani fornendo formazione completa, risorse e opportunità di networking. Attraverso i nostri sforzi collettivi, miriamo a guidare la crescita economica e lo sviluppo sociale in tutto il continente.

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