Poesie espresse per rendere meno grave la giornata, per sentirsi più leggeri, per suggellare o per dire addio a un amore, ma anche per celebrare la bellezza della propria città.
Nata prima ancora della scrittura, la poesia venne considerata come il dono delle Muse agli uomini, trasformando i poeti in veri e propri messaggeri i cui versi riuscivano a toccare il cuore e l’anima.
Potenza, la loro, che si moltiplica e diventa portatrice di valori universali se riesce ad arrivare più velocemente a una platea quanto più vasta possibile.
Lo ha capito Vladimir Moreno Luna, 25enne con la passione per i viaggi, di qualunque natura essi siano, le cui “poesie espresse” stanno affascinando cittadini e turisti che transitano nel centro storico di Palermo. Con la sua fedele Olivetti Lettera 22, collocata sopra un banchetto ricco di scritti, segnalibro e fotografie, fermati da colorati sassi portati dal mare, trasforma le parole e i pensieri in ventate di freschezza.
Non a caso ama farsi chiamare l’allievo del maestrale.
«Il maestrale è il vento che ci trascina, che ci fa gelare ma che allo stesso tempi ci asciuga – dice Vladimir, facendo sembrare le sue parole quasi musica -. Ho scelto questo nome perché la vita è sempre grande maestra e gli insegnamenti possono arrivare come folate di vento. Io sono un esistenzialista e osservo l'esistenza nella sua interezza, con gioie e dolori, intrisa di esperienze che ci formano e segnano. Credo che il bene e il male non esistano, ma che insista un movimento continuo di energia».
Una parola, una confidenza, una piccola chiacchiera ed ecco che nasce una delle poesie di questo giovane girovago, come quella dedicata alla città di Palermo.
Palermo/ fiore sul mare/ tra le tue strade/ ho imparato a nuotare/ ho gustato il bene/ ho assaggiato il male/ ho lottato controcorrente/ per ritrovar la riva/ tra la follia di questa gente/ che infiamma l’anima/ cu ciavuri e sapuri/ che omaggia la vita / cu la gioia e cu u duluri.
Leggero diventa Vladimir, quando racconta del suo girovagare in autostop tra la Francia, l’Alsazia e la Bretagna; luoghi in cui ha conosciuto tante persone che amavano vivere come lui, libero, desideroso di scoprire sempre più sé stesso, protetto non solo dalla sua voglia di vivere, ma anche e soprattutto dalla sua Inca, il fedele amico a quattro zampe che non lo ha mai lasciato.
«Mi è stata vicina nei momenti di depressione, quando ho conosciuto anche l’alcool – prosegue il giovane poeta – . La mia è una storia simile a quella di tanti altri ragazzi che, uscendo dalla scuola, si trovano a dovere decidere quale strada intraprendere. A 13 anni è veramente difficile avere le idee chiare, infatti per me l’Istituto tecnico per il Turismo non avrebbe dovuto fare al caso mio. Ho fortunatamente superato tutto. Viaggiando, poi, ti rendi conto di non essere solo. Mi sento un vagabondo, ma nel senso più romantico del termine. Amo la vita di strada, almeno per ora, perché mi fa sentire libero».
Libertà che Vladimir riporterà sulla carta magari quando, a fine marzo, inforcherà la bicicletta e insieme a Inca ricomincerà a viaggiare. Un altro momento vagabondo, come le sue rime.
Un esempio?
Poesia vagabonda/ che nell’eterno dì sposta/canta per strada/selvaggia e ribelle/Fuori dalla legge/che non legge l’ingiustizia/nelle lacrime nostre/ mie e tue/e di chi si commuove a provare la fame/e il bisogno d’amore.
Come tutte le storie che si rispettino non poteva mancare il "Manifesto della poesia espressa", grazie al quale Vladimir accoglie chiunque gli si avvicina.
Che cos’è la poesia espressa? Innanzitutto è una solenne promessa/ di servirvi col respiro e con l’inchiostro/per dare vita e forma a ciò che è vostro./ Datemi un tema, una parola, una storia/ un frammento di cuore, una vostra memoria/ che sia un viaggio o una notte sul mare/ un dolore, un amore che vorrebbe cantare/ una lite tragicomica col proprio vicino./una festa nel bosco, un ricordo di vino/ Porgetemi il filo della vostra fiducia/e ricamerò in versi una nuova poèsia./ La poesia espressa è forse una risposta/ per chi cerca nel mondo quella magia nascosta/ è una lieve forma d’arte nata dall’incontro/ delle anime sensibili che vagano nel Vento/ rivoluzionaria e irriverente figlia della strada/ è Umile stella che brilla in omaggio alla vita.
Un omaggio, un inno alla vita che Vladimir esprime attraverso le sue rime, versi che forse un giorno diventeranno anche prosa. Magari avverrà quando deciderà di lasciare la strada e mettere radici, ma quel momento pare ancora molto lontano nel tempo.
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