Scuola

Il diario anti-bullo? Insegna il coraggio del rispetto

di Sara De Carli

Le Scuole Preziosine di Monza e Milano propongono un diario anti-bullo, realizzato in collaborazione con i ragazzi del Liceo Artistico durante l'alternanza scuola-lavoro. «Parlare di bullismo in realtà è un altro modo per parlare di inclusione, che significa saper valorizzare la differenza, in tutti i sensi. Fare un percorso anti-bullismo in fondo è imparare a valorizzare l’altro da te», afferma Roberta Castoldi

«Lo scorso anno abbiamo dedicato il diario alla creatività quotidiana, desiderando regalarvi un luogo dove essere artisti ogni giorno, rendendo belle e vive le sue pagine, ma anche dove esprimere affettività, idee, pensieri, disegni, ricordi… Quest'anno vorremmo che il diario vi parlasse del coraggio necessario ogni giorno per praticare il rispetto di voi stessi e degli altri. La gentilezza e la cooperazione siano le vostre inseparabili alleate per prevenire e combattere gli atteggiamenti prepotenti, alla radice del bullismo»: è questo il messaggio che le Scuole Preziosine di Monza e Milano affidano alle pagine del diario, quelle pagine che ogni giorno accompagnano bambini e ragazzi nell’avventura del crescere.

Il coraggio per praticare il rispetto di se stessi e degli altri. La gentilezza e la cooperazione come armi. Si chiama diario anti-bullo ma in verità non anti-nessuno, perché il suo messaggio è tutto in positivo. Anche le strisce che illustrano situazioni di bullismo sono senza parole: Skander, un alunno del Liceo Artistico di Monza, le ha disegnate in modo che ognuno mettere le proprie parole e i propri colori, perché il primo consiglio anti-bullo è proprio «SPEAK OUT! Non soffrire mai in silenzio».

A scuola dalle suore Preziosine vanno circa 1.300 ragazzi, dalla materna al liceo, nella sede di Monza e in quella in zona via Padova, a Milano. Il diario anti-bullo è stato proposto agli alunni dalla seconda classe della primaria alla terza media, circa 700 studenti: il 90% delle famiglie l’ha acquistato, preferendolo alle proposte griffate. Il diario di istituto è un’idea di Roberta Castoldi, responsabile della comunicazione, marketing e fundraising delle Scuole Preziosine ed è al suo secondo anno. Il valore aggiunto? Il diario è frutto anche del lavoro dei ragazzi e le ragazze del Liceo Artistico, che l’anno scorso, durante il loro percorso di alternanza scuola-lavoro, hanno rielaborato le richieste espresse dai più piccoli trasformandole in idee grafiche (negli ultimi due anni Eduscopio ha questo Liceo indicato come il migliore artistico di Milano e della Brianza). Gli alunni del Liceo delle Scienze umane invece, in un progetto di classe, hanno lavorato più sui contenuti, cercando di tradurre in molto semplice i concetti pedagogici che sono alla base del fare e del sapere preziosino.

Vorremmo che il diario vi parlasse del coraggio necessario ogni giorno per praticare il rispetto di voi stessi e degli altri

Perché un diario anti-bullo? «Perché il bullismo è tema caldo e attuale anche se noi siamo finora stati un ambiente un po’ privilegiato, non abbiamo avuto casi particolari, perché la pedagogia che si vive nelle scuole Preziosine mira a far crescere la persona e non l’individuo», afferma Roberta Castoldi, la vulcanica mente del diario. «Siccome il bullismo è legato alla competitività, privilegiando la persona, il suo sviluppo armonico, educando quotidianamente al rispetto e alla dignità della persona in ogni sua condizione, non ci sono stati episodio di bullismo. Quindi no, il diario non nasce con un obiettivo riparativo».

Nemmeno però ci si nasconde dalla realtà: si chiama il fenomeno per quello che è, proponendo valori in antitesi. Come la gentilezza e la cooperazione appunto. «Nel diario sono proposti dieci giochi cooperativi, che tutta la letteratura sulla prevenzione del bullismo sono proposti come uno degli strumenti chiave per la prevenzione e la soluzione. Vedo tante scuole proporre dei talent: ma il talent è sadomasochista, la persona più dotata vince e gli altri vanno a casa. Il gioco cooperativo al contrario non ha un vincitore, non c’è un migliore: tutti siamo “i migliori” se riesce il gioco. Ecco, si tratta di scegliere un modello: il talent o il gioco cooperativo, che funziona solo e soltanto se tutti i giocatori si rispettano fra di loro». Il bello è che in questa scuola gli spunti scritti sul diario li usano davvero: «Durante la giornata di accoglienza hanno fatto un gioco cooperativo, un altro il primo giorno di scuola. Li usano, sì, tutto diventa quodidiamo, ad esempio per capire cosa significa una “federazione” in senso geopolitico si usa un gioco cooperativo che prevede lo stringere alleanze», afferma Castoldi.

Vedo tante scuole proporre dei talent: ma il talent è sadomasochista, la persona più dotata vince e gli altri vanno a casa. Nel gioco cooperativo al contrario non c’è un migliore: tutti siamo “i migliori” se riesce il gioco. Ecco, si tratta di scegliere un modello: il talent o il gioco cooperativo, che funziona solo e soltanto se tutti i giocatori si rispettano fra di loro

Roberta Castoldi

Il questo senso il diario anti-bullo non è uno strumento estemporaneo. Tutt’altro. «Il diario si inserisce in un percorso articolato sulle otto competenze di cittadinanza – imparare ad imparare, collaborare, progettare… – e l’anno scorso siamo stati fra le 80 scuole d’Italia selezionate dal Garante Infanzia Nazionale per un progetto di cittadinanza rivolto alla primaria di primo grado, che poi noi abbiamo allargato anche alla scuola dell’infanzia e alla secondaria», sottolinea il preside dell’Istituto comprensivo di Monza, Vincenzo Di Rienzo. «Un altro elemento di forza è il lavoro con i genitori, le famiglie sono coinvolte, non è un’azione solo verso i ragazzi. E anche il laboratorio di teatro quest’anno avrà come tema conduttore proprio bullismo, quindi è un’azione a 360 gradi, che coinvolge tutti».

Con questo stile: «Parlare di bullismo in realtà è un altro modo per parlare di inclusione. Le nostre scuole hanno una capacità di inclusione altissima, inclusione significa saper valorizzare la differenza, in tutti i sensi. Fare un percorso anti-bullismo in fondo è imparare a valorizzare l’altro da te», conclude Castoldi.

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