La memoria dei luoghi

Il castello incantato nel cuore di un bosco di cerri

di Gilda Sciortino

Il viaggio nei siti abbandonati della Sicilia ci fa arrivare con la sua nona tappa in un luogo magico. Parliamo della “Casina di Piettatagliata” dove, diversamente dagli altri luoghi nei quali, grazie all’attività esplorativa di Urbex, si possono scoprire stanze e spazi maestosi, l’ingresso è off limits. Come se si volesse proteggere una vita che ancora corre all’interno del castello

Quando si pensa a un castello si immagina un luogo magico, nel quale si animava una corte di dame e cavalieri, di fanti pronti a difendere la fortezza dall’alto delle sue torri. Imbattersi nel Castello dell'Impallaccionata, noto anche come la “Casina di Pietratagliata", permette di immergersi in questa favola, anche perché, prima di arrivate a destinazione si deve percorrere. il rigoglioso viale di cerri all'interno del bosco di Caronia, ad 837 metri sopra il livello del mare, nei pressi di Portella Pomo, in provincia di Messina. Si arriva così a questa maestosa costruzione aristocratico-rurale, nata intorno primi anni del ‘900, destinata a residenza estiva che, dopo decenni di abbandono e fatiscenza, viene ristrutturata nel 2010 probabilmente per renderla ricettiva in ambito di turismo rurale, ma poi abbandonata al suo destino.

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A farla rivivere, dando modo di sapere della sua esistenza, un urberex come il fotografo Alessandro Montemagno, grazie al quale stiamo scoprendo luoghi dell’entroterra siciliano nei quali l’attività umana ha raggiunto momenti di splendore ma che, poi, causa il cambio inevitabile dei tempi, si è interrotta, sino all’abbandono totale dei siti. Come per la “Casina di Pietratagliata”.

«Sarebbe bello conoscere la storia della famiglia che viveva al suo interno – afferma il fotografo – e perché, dopo la ristrutturazione, sia stata abbandonata. Appena siamo arrivati, abbiamo trovato il cancello che dava sul patio chiuso. Caso più che raro non potere entrare all’interno. Strano perché non capita spesso quando si tratta di luoghi abbandonati. Attenendoci alle regole di Urbex, in base alle quali i luoghi che scopriamo devono essere lasciati nelle stesse condizioni in cui li troviamo, non abbiamo scavalcato o rotto le chiusure esistenti, restando ad ammirarlo in lontananza. Una magnificenza resa ancora più tale forse dal questo mistero che aleggia sopra».

Rimane, quindi, la leggenda, la fantasia a fare immaginare che, come nelle favole, il tempo si sia fermato all’interno del castello e che tutti si siano addormentati dopo avere tirato su il ponte levatoio, impedendo a chiunque di violare la serenità di un luogo, un tempo abitato da nobili proprietari di terre e signori feudali. Anche le dame hanno riposto abiti e merletti, cadendo in un sonno profondo dal quale forse un giorno qualcuno le desterà. Un mondo protetto da cavalieri che dalle torri controllavano se i messaggeri che bussavano ai cancelli venivano in pace o in guerra. Uno scorcio di vita che salta fuori dalle pagine dei libri per farci sognare e immaginare di potere fare parte, anche solo per un giorno, di una favola.

Le fotografie sono di Alessandro Montemagno

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