Talenti

Il bambino che sorrideva suonando il violino

di Gilda Sciortino

A causa della fuga da Kiev per salvarsi dalla guerra, Lubamir non ha potuto portare con se il suo amato violino con il quale si esibiva nell’Orchestra della sua città. Palermo, però, ha subito risposto e ora il giovanissimo ucraino è tornato a sorridere muovendo ad arte il nuovo archetto

Non è facile fare capire a un bambino che il proprio sogno deve essere messo in stand by. Non è per niente semplice farsene una ragione anche da adulti quando il tuo mondo, fatto di arte e di creatività, si scontra con la crudele realtà della guerra.

Immaginiamo, quindi, quando Lubamir, appena 13 anni, ha scoperto che qualcuno aveva deciso di regalargli un violino per consentirgli di continuare a suonare il suo strumento preferito, che non ha potuto portare con se per fuggire in maniera più veloce da Kiev.

Ma forse il destino dato anche dal suo nome, che in italiano vuol dire Amore e Pace, non ha voluto scrivere la parola fine sulla storia di un giovane talento, già entrato fare parte dell’Orchestra giovanile della sua città.

«Siamo arrivati a Palermo dopo un viaggio veramente lungo e faticoso – racconta Kateryna Kadatska, la mamma – e l’accoglienza che abbiamo trovato è stata meravigliosa. Lubamir ha un’età difficile ed essere stato strappato a tutto il suo mondo è stato drammatico. Il fatto, poi, di non avere potuto portare con se il proprio violino, lo ha fatto chiudere e sembrare timido, ma è sempre stato un bambino gioioso. Ovviamente, In questo momento non riesce a dire nulla. È, però, felice e forse ora, grazie a questo dono, tornerà a sorridere».

Kateryna parla da mamma preoccupata e desiderosa di fare recuperare al più presto la serenità anche all’altro suo bambino, Darii, di appena 2 anni. Parla poco anche lei, questa giovane donna coraggiosa, e sorride a tutti, mentre racconta anche di una sua passione, le bambole, conosciute in Ucraina come piccole opere d'arte.

«Io faccio l'interprete e l'insegnante di italiano, ma nel profondo sono un'artista. Ho sempre amato costruire bambole. Sono realizzate con una plastica speciale simile alla porcellana e ognuna racconta una storia diversa. C’è lo sciamano, il mio preferito, ma anche la classica ballerina o l'asceta che ha anche vinto un premio. Per me è come immergermi in un mondo dal quale non ti può arrivare nulla di brutto».

Sul suo profilo Instagram, le bambole di Kateryna parlano, sorridono e sono piene di aspettative per un futuro nel quale, ad accompagnare la loro danza, magari un giorno potrà essere proprio Lubamir, una volta tornato a casa, ad avere ancora più voglia di dimostrare al mondo intero che i sogni vanno coltivati, nonostante la vita ti faccia credere che non c'è più tempo e possibilità di farlo. Affacciato alla finestra della sua stanzetta, Lubamir tornerà a essere il bambino spensierato di pochi mesi fa, pronto a comporre la colonna sonora che accompagnerà la sua nuova vita.

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