La passione per i colori non l’hai mai abbandonata. Anche se adesso vive a chilometri di distanza dal suo Paese, dalla Siria. Perché lì, prima e durante la guerra civile, lavorava come parrucchiera. Amava anche impugnare pennelli colorati per dare vita alla sua creatività, alle sue emozioni. Dipingeva: paesaggi, luoghi, natura. Così come amava realizzare fiori con la stoffa. Sempre colorati, pieni di vita e passione. Un’artista senza confini, che ha portato con sé la sua vena creativa e riflessiva. Anche se adesso alcuni dei suoi quadri sono diventati più cupi, più duri, più drammatici. Perché raccontano di guerra, bombardamenti, distruzione. Le opere di Eman Al Salam aiutano a pensare, a non dimenticare. Aprono una denuncia sulle scene di guerra spesso dimenticate da notiziati e giornali. Un dramma che la donna che vissuto sulla sua pelle insieme alla sua famiglia.
Eman Al Salam, infatti, ha dovuto lasciare il suo Paese circa due anni fa a causa della guerra civile esplosa ormai da12 anni .Un conflitto che secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani ha provocato oltre 430mila morti e migliaia di feriti, come suo marito che porta sul corpo i segni di queste atrocità belliche. Lei però si sta costruendo un presente qui in Italia, a Stornara, in provincia di Foggia. Un presente che guarda con maggiore serenità e fiducia anche al futuro. «In Siria ho lavorato per 25 anni come parrucchiera, mentre mio marito era impegnato in campagna ed aveva anche un negozio di abbigliamento. A causa della guerra scoppiata nel mio Paese, siamo stati costretti a fuggire e da tre anni io, mio marito ed i miei due figli viviamo in Italia».
Dopo essere stata accolta nel progetto Sai – Sistema di accoglienza ed integrazione – promosso dal Comune di Stornara, ha svolto un’esperienza di tirocinio formativo presso l’associazione Uim-Unione italiani nel mondo-Foggia nell’ambito del progetto Puoi – Protezione Unita a obiettivo integrazione promosso da ANPAL per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. «Il tirocinio formativo come mediatrice, seppur diverso rispetto al lavoro che facevo prima, mi è piaciuto tanto, perché mi ha permesso di aiutare gli altri migranti e ormai per molti di loro sono un esempio di integrazione» racconta Al Salam. «Grazie al mio attuale lavoro e alla mia conoscenza delle lingue, fra cui inglese e arabo, sto conoscendo nuove persone, sto guadagnando soldi per mantenere la mia famiglia e mi sento protagonista delle cose che faccio. Ora viviamo a Stornara e ci sentiamo parte della comunità».
Al termine del tirocinio formativo, infatti, Al Salam è stata assunta con un regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato dalla stessa associazione ospitante. «Quello del mediatore è ormai un ruolo fondamentale perché diventa un ponte tra le aziende ed i lavoratori» spiega Daniela Forte della Uim. «Dobbiamo dare voce alle competenze e alle opportunità, allontanando l’idea che l’immigrato sia associato solo ai lavori in agricoltura o come badante».
Lo sa bene la donna siriana che non ha mai messo fino alla sua passione verso i colori e l’arte in generale. Ora che Al Salam ha ritrovato la tranquillità continua a dipingere. E oltre a riportare su arte le atrocità del conflitto in Siria, cerca di raccontare anche la normalità, le bellezze dei luoghi del Paese in cui adesso vive. Realizza anche bellissimi fiori e cestini con la stoffa. Non dimentica quello che succede nella sua terra martoriata da morte e violenza, ma qui in Puglia sta disegnando nuovi obiettivi e possibilità. Ed anche in questo caso, sono ricchi di speranza e di colori.
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