È il 1990 quando la casa editrice Sinnos nasce dentro il carcere di Rebibbia. Ad Antonio Spinelli, che si occupava allora di detenuti stranieri, venne l’idea aprire di una casa editrice che fosse non solo un service editoriale per altri editori ma che pubblicasse anche libri per bambine e bambini, ragazze e ragazzi. Il suo desiderio era quello di fare libri di qualità, libri utili, perché i più piccoli potessero crescere sapienti, capaci di empatia e intelligenza, di immaginazione e discernimento.
«Antonio aveva ben consapevole il fatto che costruire una opportunità di lavoro per chi era recluso avrebbe non solo aperto le porte del carcere grazie alle misure alternative, ma avrebbe anche dato loro un motivo per rientrare con dignità nella società esterna: lavoro, dignità, parole fondamentali nella nostra Costituzione», ricorda Della Passarelli, fondatrice e direttrice editoriale di Sinnos.
All’indomani della sua morte, nel 2005, si sviluppò l’idea di aprire un conto su Banca Etica dove tutti quelli che avevano conosciuto Antonio potessero contribuire ad un progetto in suo nome. Le Biblioteche di Antonio nacquerò così, con l’obiettivo di far arrivare tanti libri per ragazzi in luoghi dove normalmente sono presenti con difficoltà, per far germogliare il seme della lettura e per far sì che tutti possano esercitare il diritto di leggere.
Libri di tutto il mondo, attraverso cui trasmettere valori quali la tolleranza, il rispetto verso chi è straniero e la curiosità per ciò che è diverso.
Libri di tutto il mondo, attraverso cui trasmettere valori quali la tolleranza, il rispetto verso chi è straniero e la curiosità per ciò che è diverso
Sinnos
«Antonio andava ricordato con i libri e con un progetto forte a suo nome», ricorda Passarelli. «Lui che aveva fatto dei libri un motivo di riscatto, che aveva profondamente creduto nella necessità di far leggere bambini e bambine, ragazzi e ragazze per costruire un mondo migliore, per contribuire allo “sviluppo spirituale” della nostra società».
La prima “Biblioteca di Antonio” venne allora portata proprio nella sua città natale, Sammichele di Bari, nel giugno 2006. «Nessuno della sua famiglia si aspettava di veder arrivare pulmini con editori, librai, autori, bibliotecari a ricordare il lavoro di Antonio».
Il meglio della letteratura per ragazzi
Il progetto tanto voluto da Sinnos, “Le Biblioteche di Antonio” sono diventate 17 e sono sparse su tutto il territorio nazionale: Catania, Teramo, Manfredonia, Sassari, Bari, Roma.
Ogni anno Sinnos sceglie, acquista e dona i libri propri e di altri editori alle biblioteche scolastiche attingendo dalla migliore produzione editoriale dedicata all’infanzia. «Scegliamo solo libri di qualità», spiega Passarelli. «In questo modo Sinnos cerca di fare la propria parte per un impegno che non è solo quello di fare buoni libri, ma di partecipare alla loro diffusione per far sì che le giovani generazioni “ci caschino dentro” e non perdano quella imperdibile opportunità che offre la lettura: quella di discernere, l’immaginare, di ritrovarsi»
Tanti i compagni di strada che hanno reso possibile questo progetto: autori che hanno donato i loro diritti, editori che hanno venduto a prezzi di costo i libri o addirittura li hanno donati, esperti di settore che hanno sostenuto le donazioni regalando libri arrivati a loro per altre vie (come Silvana Sola e Carla Ida Salviati, giurate di Premi dedicati alla letteratura per ragazzi).
Nel 2009 il progetto Le Biblioteche di Antonio ha ricevuto il Premio dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali come “miglior progetto di diffusione del libro e della lettura da realizzare in aree geografiche caratterizzate da carenze di biblioteche e librerie”.
Anche a Lampedusa
Nel 2013 Le Biblioteche di Antonio sono arrivate anche nella appena nata Biblioteca per Ragazzi di Lampedusa, grazie ad un progetto di Sinnos e Ibby Italia: una biblioteca speciale, punto di riferimento per tutte le scuole dell’isola, dove oltre ai bambini e bambine che arrivavano dal mare, ci sono oltre 1000 minori che fino al 2012 non avevano accesso ai libri e alla lettura perché mancava una biblioteca.
I libri come messaggeri di pace
Il modello fu proprio quello avviato nella metà del secolo scorso, al termine della seconda guerra mondiale, da Jella Lepman. Fu proprio lei, la cui vita straordinaria è raccontata in Un ponte di libri, che nel 1953, con il sostegno di Astrid Lindgren, (la cui fama è legata a Pippi Calze Lunghe, pubblicato nel 1945 ), Pamela Travers (autrice di Mary Poppins, 1934) e Erich Kästner (La conferenza degli animali, 1949) ad organizzare una Conferenza internazionale per promuovere la pace nel mondo attraverso i libri per l’infanzia, dando vita a Ibby (International Board on Books for Young People) che oggi comprende più di settanta Paesi in tutto il mondo ed è impegnata a promuovere la conoscenza del libro di qualità per i più giovani. Fu sempre lei ad istituire il premio “Hans Christian Andersen”, considerato il Nobel della letteratura dell’infanzia.
Nelle ore più buie della Storia, Jella intuì che per ricostruire la coscienza di un paese, per contrastare l’abbrutimento, la tristezza e l’assenza di prospettive lasciate dal nazismo, il compito più urgente era dare a donne e bambini non solo pane e vestiti, ma anche “cibo per la mente”. «Per ricostruire la coscienza di un paese per contrastare l’abbrutimento, la tristezza e l’assenza di prospettive lasciate dal nazismo, il compito più urgente era dare a donne e bambini non solo pane e vestiti, ma anche “cibo per la mente”. Il suo pensierò, quasi settant'anni dopo, è ancora molto attuale.
«Se la guerra è veramente finita, se è lecito credere ad una pacifica convivenza dei popoli, allora questi libri saranno i primi messaggeri di pace».
Citazione tratta da “Un Ponte di Libri” di Jella Lepman
Il nuovo bando 2022 è aperto
E' possibile per le scuole inviare il proprio progetto di costituzione di una biblioteca scolastica
entro la fine di giugno 2022.
Sul sito SINNOS tutte le informazioni
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