«La fattoria sociale è nata dopo che il buon Dio si è preso mio figlio Enrico. Poi ho Giovanni che ha trent’anni ed è disabile: un ragazzo eccezionale e bravissimo», a raccontarcelo è Osvaldo Tonello, il presidente di La Costa fattoria sociale, 70 anni, anche se, ci tiene a precisarlo «ho la forza di un cinquantenne. «Preferisco definirmi il “proprietario della baracca”», ironizza Osvaldo. “Baracca” immersa nella suggestiva cornice della Pedemontana Veneta.
Dieci ettari vitati e cinque di frutteti e prati inseriti nel comprensorio della Doc di Breganze. Ma prima della fattoria, è nata nel febbraio 2005 – fondata insieme alla moglie Elisa – l’associazione Filo di Seta onlus a Fara Vicentina. 26 ragazzi – con disabilità gravi – imparano ogni giorno la “comunicazione facilitata”.
La struttura che ospita l’associazione si chiama Villa Enrico, in onore del figlio di Osvaldo ed Elisa, che non c’è più. «Io e mia moglie», continua Osvaldo, «abbiamo deciso di dedicare la nostra vita a Giovanni e a tutti gli amici di Giovanni, i ragazzi come lui. Così quattro anni fa ci siamo chiesti “e dopo di noi, quando i genitori saranno vecchi, che faranno questi ragazzi?».
Così Osvaldo – che è un imprenditore di successo – quattro anni fa ha comprato il terreno dove oggi c’è la fattoria, ha costruito un casale, piantato gli uliveti, e le vigne. Tutto a spese sue… «Un domani la fattoria sarà la casa dei ragazzi», è questo l’obiettivo di Osvaldo ed Elisa. Intanto – anche se oggi i ragazzi non passano lì la notte – in fattoria lavorano la terra.
«I nostri terreni», spiega Osvaldo, «sono coltivati secondo le partiche dell’agricoltura biologica. L’uva viene vendemmiata a mano, e poi la portiamo direttamente in cantina: lasciamo che i vini compiano il loro ciclo naturale senza fretta. Infatti i vini vengono imbottigliati e messi sul mercato un anno e mezzo dopo la vendemmia. Vogliamo che i nostri prodotti siano naturali».
Naturali, ma anche unici ed eccezionali. Pensate che la fattoria produce 15mila bottiglie l’anno: «Merlot, Vespaiolo, Prosecco e Spumante», dice orgoglioso Osvaldo, «ed ogni bottiglia è un pezzo unico perché le etichette le realizzano i ragazzi dell’associazione: non tutti possono lavorare la terra, parecchi stanno in carrozzina, ma ci aiutano così: dipingendo dei capolavori».
Per il prossimo anno l’obiettivo è quello di raddoppiare la produzione di bottiglie. «Vogliamo arrivare a trentamila, così che la fattoria, un giorno, potrà autosostenersi». Sì perché oggi “i soldi che entrano” in fattoria attraverso la vendita del vino non bastano a coprire tutte le spese. E i fondi che mancano li aggiunge sempre lui, Osvaldo.
«Io questa la definisco una piccola aziendina. Dobbiamo crescere tutti insieme e vedere fin dove arriviamo con le nostre forze: io questi vini – che hanno anche il timbro biologico – li voglio vendere anche all’estero». Fattoria sociale? «Sì si», esclama Osvaldo, «qua vogliamo che le persone abbiamo un futuro». Sociale dal punto di vista umano, ma sociale anche da quello istituzionale. La fattoria La fattoria La Costa fa parte del forum nazionale agricoltura sociale e del forum sociale regionale agricoltura veneta.
«Quella della fattori La Costa è un’esperienza bellissima», dice Tommaso Simionato, del coordinamento nazionale. «L’ultimo incontro l’abbiamo organizzato proprio da Osvaldo». Il successo della fattoria La Costa, secondo Simionato «sta nello spirito imprenditoriale di Osvaldo. Tratta la fattoria allo stesso modo in cui tratta le sue aziende. E il risultato è un prodotto di eccellenza che sta in piedi sul mercato senza spingere troppo sull’aspetto sociale. “Io non voglio chiedere l’elemosina” mi dice sempre Osvaldo».
Fattoria La Costa, qui ogni bottiglia è unica…
Testo di Anna Spena
Foto di Mauro Pagnano, Etiket comunicazione
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