Sono oltre 50mila le famiglie e i minori supportati dalla Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald dall’inizio della sua attività in Italia. Attraverso le sue Case Ronald, a fine dicembre è stata inaugurata la quinta all’interno dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna che si accosta alle due di Roma e a quelle di Firenze e Brescia, e le quattro Family Room (Milano, Firenze, Alessandria e Bologna) ha offerto oltre 250mila pernottamenti ai bambini in cura lontano da casa e ai loro familiari.
Tra le Case Ronald quella di Brescia è attiva dal 2008, lo scorso anno ha accolto un centinaio di famiglie, in crescita rispetta alle 82 del 2022. «Al momento i nostri sette appartamenti sono tutti occupati, un vero record», osserva Martina Ferrari, direttrice di Casa Ronald McDonald Brescia che precisa: «Da quando abbiamo iniziato la nostra attività sono cambiate sia la tipologia di famiglie sia i reparti di provenienza dei nostri ospiti. Prima seguivamo soprattutto l’oncoematologia pediatrica e il centro trapianti che avevano percorsi molto lunghi. Oggi seguiamo tutti i presidi pediatrici, si sono accorciate le permanenze che ora hanno una media di quindici giorni».
La struttura che ospita la Casa Ronald McDonald Brescia è di proprietà della Fondazione Casa di Dio onlus che l’aveva inaugurata nel 2002 e gestita fino al 2008 quando è subentrata Fondazione Ronald. «La sua configurazione è legata all’essere stata concepita per garantire un percorso protetto ai piccoli oncoematologici nel post trapianto».
Un turnover molto alto
Oggi, non solo il turnover è molto alto, ma i piccoli pazienti che con le lunghe permanenze erano seguiti da un solo genitore, adesso hanno spesso accanto tutta la famiglia. «Le esigenze da intercettare sono diverse: da un lato gli appartamenti di circa 70 mq permettono uno spazio privato, dall’altro le stanze comuni favoriscono la convivialità» continua Ferrari. In pratica a Casa Ronald Brescia le famiglie non si sentono sole e isolate, pur garantendo loro uno spazio di privacy.
A prevalere tra gli ospiti sono le famiglie del Sud Italia, ma non mancano quelle straniere. A gestire la struttura sono tre operatrici, accanto alla direttrice, una persona che si occupa di raccolta fondi e una per l’amministrazione «ma siamo tutte attive nell’accoglienza con l’aiuto di 30 volontari, alcuni storici che sono con noi fin dall’inizio» racconta Ferrari. Che aggiunge: «Non abbiamo mai fatto una campagna di reclutamento, ha funzionato molto bene il passaparola».
I volontari che iniziano l’attività dopo un colloquio, la formazione e un percorso di affiancamento a un volontario senior, aiutano nella gestione della struttura e garantiscono una presenza sette giorni su sette, 365 giorni l’anno. «Si mettono a disposizione per almeno tre ore a settimana e ci aiutano soprattutto nelle ore serali e nei weekend in modo che alla reception ci sia sempre qualcuno presente e questo tranquillizza molto le famiglie perché sanno di non essere sole». I volontari poi sono disponibili per le piccole manutenzioni che si rendono necessarie: come il cambiare le lampadine «mentre per le pulizie ci avvaliamo di professionisti».
Cuore delle attività gli spazi comuni
Cuore della Casa sono gli spazi comuni che si animano per compleanni e per tutte le feste religiose e «abbiamo festeggiato il capodanno cinese, la fine del Ramadan oltre a Pasqua e Natale», racconta la direttrice. «Nella gestione di tutti gli eventi i volontari sono fondamentali». Tra gli appuntamenti fissi per favorire la convivialità ci sono le colazioni domenicali che vengono proposte per tutti e le merende e la clown terapia due volte al mese. «Cerchiamo di coccolare le nostre famiglie anche con la presenza una volta al mese del parrucchiere e dell’estetista e da qualche anno abbiamo introdotto anche la “cinematerapia”, non dimentichiamoci che in alcune situazioni le giornate rischiano di essere super lunghe».
In questo periodo alla Casa Ronald McDonald Brescia si stanno ultimando i lavori di restyling delle aree comuni per realizzare più stanze dedicate al relax, alle letture, alla musica con un pianoforte, una stanza per le visite mensili della psicologa.
Uno spazio comune che sa di casa
«Dietro a tutto questo c’è la storia di un bambino della provincia di Brescia che è stato con noi due mesi nel 2015», racconta Ferrari. «Mamma Sara, quando il figlio è mancato ha dato vita a un’associazione “Un sorriso per Matteo” che si occupava di raccogliere giocattoli per i reparti pediatrici, poi quando un anno fa è morto anche un cugino l’associazione è diventata “Un sorriso per Matteo ed Ettore” e le due famiglie hanno deciso di sposare l’idea della riqualificazione del primo piano come spazio comune occupandosi di un nuovo spazio che sa tanto di casa… quando mamma Sara l’ha visto si è molto emozionata. Era contenta che da un evento drammatico potesse nascere del bene».
La Family Centered Care
Tutti gli spazi, comunque sono sempre pensati per essere a misura delle esigenze delle famiglie, pensando a far sì che si sentano protette e protagoniste come prevede del resto la filosofia che guida l’accoglienza nelle strutture di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald: la Family Centered Care.
Nell’immagine in apertura la festa per i 15 anni di Casa Ronald Brescia – Tutte le foto sono da Ufficio stampa
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