Fare le cose che sembravano impossibili: è questo lo spirito che ha sempre contraddistinto Dynamo Camp, fin dagli esordi. Quando sulle meravigliose montagne di San Marcello Piteglio, in Toscana, al limitare di un’Oasi affiliata Wwf, vollero il maneggio, la parete da arrampicata, il tiro con l’arco e i ponti tibetani fra gli alberi: tutte attività destinate a bambini e ragazzi con patologie gravi e croniche, malattie neurologiche, disabilità complesse. «Sono abituati a fare i conti con i no, i limiti, le cose che non possono fare. Per loro speso la scelta non c’è. Quella di “riuscire a fare cose” è un’esperienza potentissima, che i bambini si porteranno dentro per sempre, trasferendola anche in altri ambiti, a cominciare dalla scuola e dalla socializzazione», racconta Vito Nigro, direttore delle attività e dei programmi di Dynamo Camp. Naturalmente perché bambini con queste caratteristiche “possano fare” occorre avere tutta una serie di accorgimenti: «Al Camp puoi andare a cavallo da seduto, da sdraiato, con l’operatore, in carrozza, oppure puoi portare il cavallo a mano. E se non ti piace il cavallo ci sono decine di altre proposte. Ri-assegniamo ai ragazzi la possibilità di scelta, di autodeterminazione. Per la stessa attività, pensiamo un’infinità di declinazioni personalizzate, per essere pronti ad andare incontro ai bisogni e ai gusti di tutti».
Dynamo è una Fondazione ETS, nata nel 2006 per volontà di un imprenditore filantropo, Vincenzo Manes, per portare in Italia un’iniziativa avviata negli USA nel 1988 dall’attore Paul Newman. L’idea semplice ma rivoluzionaria è quella di regalare una vacanza vera a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni con patologie gravi o croniche, come un tumore, una malattia rara invalidante o una malattia neurologica complessa. Persone abituate a trascorrere molto tempo fra ospedali e terapie, per cui lo svago, il divertimento e la leggerezza di una vacanza non sono scontati.
«Al Camp trovano un luogo accessibile e completamente sicuro dal punto di vista medico dove divertirsi insieme a tanti amici che condividono le loro stessa difficoltà», spiega Serena Porcari, ceo di Fondazione Dynamo. «Non curiamo nessuno, regaliamo terapia ricreativa: sport, teatro, performing art, circo, art factory…». Ogni anno Dynamo Camp accoglie circa 700 ragazzi, più quasi 300 famiglie che vivono insieme questa straordinaria esperienza: mille però purtroppo restano in lista d’attesa. «Il nostro sogno è raggiungere i ragazzi in città, durante tutto l’anno, perché in generale il tempo libero di questi bambini non è curato. Ragazzi e famiglie, alla fine del programma, ce lo dicono sempre: “Ci vorrebbe un Camp in ogni regione”. Così dal 2018 abbiamo iniziato a progettare i Dynamo City Camp, per offrire tutti i giorni attività di terapia ricreativa in città. E nelle prime settimane estive, a partire dalla fine della scuola, organizziamo dei camp giornalieri. Il 5 per mille è lo strumento perfetto per aiutaci a raggiungere l’obiettivo di portare il Dynamo Camp sul territorio, creando un grande programma nazionale per il tempo libero di questi bambini che ad oggi non esiste», afferma Porcari.
Il nostro sogno è raggiungere i ragazzi in città, durante tutto l’anno, perché il tempo libero di questi bambini in generale non è curato. Ragazzi e famiglie, alla fine del programma, ce lo dicono sempre: “Ci vorrebbe un Camp in ogni regione”. Così dal 2018 abbiamo iniziato a progettare i Dynamo City Camp
Serena Porcari, ceo di Fondazione Dynamo Camp
A livello progettuale, un City Camp che abbraccia tutto l’anno scolastico per ora è partito solo a Milano, inizialmente ospitato presso la Triennale e da qualche mese attivo in forma contenuta presso la sede milanese della Fondazione, in uno spazio attiguo a quello che diventerà il primo Dynamo City Camp permanente fuori da Limestre, la cui inaugurazione è prevista nell’autunno 2023. Il prossimo è già in rampa di lancio e sarà a Firenze. I Camp estivi invece nel 2023 saranno cinque: Milano, Roma, Firenze, Genova e Termoli. «Di fatto si tratta di un day camp, dalle 9 alle 13. Quando siamo partiti, immaginavamo che si sarebbero iscritti ragazzini con caratteristiche simili a quelli che vengono al Camp in Toscana, con una malattia ma autonomi. Invece sono arrivati moltissime richieste per bambini e adolescenti con una disabilità complessa. Abbiamo capito che per loro sul territorio non ci sono assolutamente alternative, c’è un bisogno enorme. A Milano per esempio la scorsa estate abbiamo alcuni iscritti che arrivavano da Pavia e altri che facevano 70 km al giorno per partecipare al camp», racconta ancora Vito Nigro. E aggiunge: «Ci siamo ritrovati con dei ragazzini complessi da gestire, una situazione a cui i genitori non ci avevano preparati. Quando abbiamo chiesto “perché non ce lo avete detto subito?”, ci hanno risposto che temevano che non li avremmo presi… e che così almeno qualche giorno di camp anche i loro figli lo avrebbero fatto. Una frase che fa capire bene quanto sia grande la solitudine di queste famiglie».
A Milano abbiamo alcuni iscritti che vengono da Pavia e altri che fanno 70 km al giorno per partecipare al camp. Per questi bambini e ragazzi sul territorio non ci sono alternative, c’è un bisogno enorme.
Vito Nigro, direttore attività e programmi
La preparazione dettagliata degli operatori, dei volontari e delle attività a Dynamo è tutto. Lo staff dei camp è composto da educatori, psicologi, animatori sociali ma anche artisti, cantanti, attori, ballerini… tutti formati da Dynamo. «La formazione e la preparazione sono la chiave della terapia ricreativa di Dynamo, è impensabile lavorare con bambini e ragazzi con questi bisogni senza essere preparati», dice Nigro. E non si riferisce solo alle informazioni sulle condizioni degli ospiti «ma anche alle loro preferenze e desideri: solo così possiamo “inventarci” alternative personalizzate per le nostre attività. Andare incontro ai bisogni dei ragazzi ci spinge a formulare ipotesi che altrimenti non avremmo pensato e ciò arricchisce tutta Dynamo. Noi non lavoriamo a “togliere” ma a mettere».
Che la magia di Dynamo funziona, Vito Nigro lo vede ogni volta che un camp termina e i bambini – ma anche le mamme e i papà – non se ne vogliono più andare. O quando ai soggiorni dedicati ai fratelli e alle sorelle dei bambini malati o con disabilità arrivano adolescenti di 15 o 16, con la faccia da duri, che poi invece si divertono come pazzi e trovano finalmente – forse per la prima volta – qualcuno che capisca i moti segreti del loro cuore. Quando un papà racconta che la figlia tetraplegica e timidissima, con difficoltà a verbalizzare, dopo il laboratorio teatrale al camp, ha trovato il coraggio di iscriversi a un corso di teatro nella sua città e che insieme al suo insegnante ha addirittura scritto uno spettacolo che parla di disabilità: oggi fa l’università e se gli esami orali per lei non rappresentano un problema è anche grazie a Dynamo Camp.
Per destinare il 5 per mille a Fondazione Dynamo Camp ETS, metti la tua firma nel riquadro "sostegno degli Enti del Terzo Settore" e inserisci il codice fiscale 90040240476.
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