Si intitola Dopo il buio ed è la mostra fotografica realizzata da Fondazione Asilo Mariuccia, con le immagini del fotografo Stefano Battistelli che immergendosi nella vita quotidiana delle diverse comunità di Fam, è riuscito a documentare con un senso di riserbo e delicatezza la forza del lavoro educativo tra l’ombra del passato e la luce del presente.
Il fotografo
Battistelli è un fotografo che vive e lavora a Milano. Classe 1980, da oltre dieci anni ricopre il ruolo di direttore creativo in grandi agenzie pubblicitarie. Spazia dal reportage alla fotografia naturalistica e grazie ai suoi scatti in giro per il mondo è stato premiato in diversi concorsi internazionali come il Fine Art Photography Award e nel 2023 è stato pubblicato dal National Geographic Italia. La cosa che più lo affascina quando scatta una foto è decidere cosa escludere, perché, dice: «Se ci pensate bene è quello che resta fuori dall’inquadratura a rendere speciale una fotografia».
La mostra e i progetti contro la violenza di genere
La mostra Dopo il buio è stata presentata in fondazione Cariplo in occasione dell’evento dal titolo “Panchine Rosse. Voci, Progetti e Azioni contro la violenza di genere” e la consegna del Premio Asilo Mariuccia 2024 a Lucia Annibali.
Nella presentazione delle immagini della mostra la presidente di Fondazione Asilo Mariuccia, Emanuela Baio, scrive: «In un mondo in cui la violenza contro le donne si afferma con intensità disumana e oscura ogni gesto di umanità, il progetto fotografico Dopo il buio, di Stefano Battistelli ci invita ad entrare nell’intimo di esperienze complesse, ma ricche di speranza. È un percorso che ci conduce in uno spaccato di vita, rivolto a mamme e bambini in cerca di rifugio da contesti violenti al fine di riscoprire la loro dignità e autonomia e ritrovare, finalmente, la libertà. Le immagini, avvolte da un senso di riserbo e delicatezza, rivelano una quotidianità che parla di resilienza. I volti delle madri volutamente celati, diventano simboli di un’umanità che, pur nel silenzio, trovano la forza di ricominciare».
E continua: «La scelta di non mostrare i volti è una dichiarazione di intenti: proteggere chi ha già subito troppe ferite, mentre si celebra la loro rinascita. Ogni scatto racconta una storia, ogni composizione è sintesi del lavoro degli educatori, raccontato dai testi che accompagnano le fotografie. Le mani che preparano il cibo, un nascondiglio, il gioco del pomeriggio, un compleanno: queste immagini ci svelano un microcosmo di sostegno, convivenza e speranza nel contrasto tra l’ombra del passato e la luce del presente. Ogni immagine si completa con la sua descrizione diventando un frammento di una storia comunitaria, un richiamo all’umanità che abita in ognuno di noi. Dopo il buio vuole essere un invito a considerare il potere della comunità, la forza del lavoro educativo e l’importanza della dignità umana»
Aspettare
Osservare dal balcone i grandi giocare, dopo il riposo pomeridiano, rende il momento del via ai giochi ancora più atteso. Far rispettare una routine ha l’obiettivo di dare certezze e di contrastare l’imprevedibilità che tanto destabilizza i bambini (sopra)
Spezie
Per le mamme lontane da casa è importante far assaporare ai loro bambini i gusti della loro infanzia. Per questo motivo chiedono di includere piatti etnici nel menù. Quando il profumo di spezie si diffonde nella comunità, si crea un momento di scambio di tradizioni tra donne presenti (in basso)
Lavoro d’équipe
Un compleanno riunisce tutta la comunità e offre l’occasione di organizzare dei giochi per il festeggiato. Questo incontro però vale molto di più perché avere tutte le mamme presenti e coinvolte nell’organizzazione della festa, permette di sciogliere molte tensioni pregresse date da una convivenza forzata (in basso)
Caccia al regalo
Il modo in cui i bambini si immergono nei giochi coinvolge ed entusiasma tutta la comunità- La loro vivacità aiuta le mamme a ridurre la tensione derivante dalla convivenza e dalla difficoltà di trovarsi in un contesto non scelto (in alto).
Pattinare
Attività sportive e giochi analogici aiutano a contrastare l’eccessivo uso di dispositivi elettronici. È un lavoro impegnativo trasmettere questi valori ai bambini, ma dopo tanta fatica il risultato è vedere come il regalo più ambito sia un paio di pattini in lineea (in basso)
Spazio morbido
La lettura è un potente strumento di relazione tra adulti e bambini. I libri vengono scelti con grande accuratezza dagli educatori, valutando di volta in volta il clima emotivo che sta attraversando la mente del bambino. Il tutto avviene in uno spazio fatto di cuscini e tappeti dove sdraiarsi e sedersi.
Tutti a tavola
Il ritmo di tutta la comunità è scandito da alcune abitudini quotidiane, come gli orari fissi dei pasti. Questa routine offre ai bambini e alle mamme un senso di prevedibilità che reiterata diventa stabilità. Una stabilità che spesso manca nelle loro realtà familiari (in basso).
Punti di vista
In comunità, come a casa, si vivono momenti di tempo libero insieme. Guardare la tv, per un tempo circoscritto all’interno della giornata, è un’attività che a volte viene condivisa dai piccoli ospiti nell’attesa della cena o il sabato nella visione di un film di animazione (in alto).
Concentrarsi
Pur in una quotidianità in cui prevalgono momenti di gruppo e condivisione, i bambini hanno bisogno di momenti di raccoglimento e tranquillità, per facilitare la concentrazione, la lettura e l’esecuzione dei compiti.
La tana
Nascondersi in una propria tana – una scatola di legno aperta su un lato presente negli spazi comuni – ha un duplice valore, permette ai bambini di avere un rifugio ma anche fargli sperimentare la gioia di essere cercati e ritrovati da chi li ama (in alto).
Esempi
Nei contesti di reinserimento sociale anche il collaboratore diventa un riferimento. Una cuoca, attraverso il suo lavoro quotidiano, è un punto fisso nella vita di chi sta cercando di ricostruire il proprio posto nella società. Le mamme che per motivi diversi sono state costrette a ricominciare da capo, trovano in lei un esempio di stabilità e cura (in basso).
L’immagine in apertura è la prima della mostra dal titolo Motocicletta. Nella didascalia si legge: Il gioco e la possibilità di sognarsi da grandi è fondamentale nella crescita di un bambino, fonte di fiducia verso un futuro finalmente possibile. In questo caso il giocattolo è una motocicletta dei Carabinieri e potersi immaginare come eroe positivo dà un senso più profondo al lavoro degli educatori di Fam.
Tutte le immagini sono di Stefano Battistelli
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