Ha attraversato tre dei Paesi colpiti dalla crisi del Lago Ciad, il sud del Niger, al confine con la Nigeria, l’estremo nord del Camerun, e la Regione del Lago in Ciad, Abdoulaye Barry, giovane fotografo inviato nei luoghi martoriati dalle violenze di Boko Haram, per documentare l’intervento di COOPI, l’organizzazione italiana impegnata per offrire assistenza alle popolazioni locali, ai rifugiati e agli sfollati interni. Ecco il racconto di un viaggio attraverso una delle più gravi emergenze umanitarie dei nostri tempi.
Ciad
Nutrirsi – Le attività agricole viste dall’interno a Bol
Torno da Bol, dove del resto dovrò ritornare tra pochi giorni e desidero davvero condividere con voi le realtà di questa parte sconosciuta del Ciad chiamata la regione del Lago, dove la violenza alimentata dagli insorti della setta di Boko Haram e le diverse migliaia di rifugiati e di sfollati riducono i mezzi di sussistenza della popolazione. L’insicurezza impedisce alle persone di coltivare, pescare e commerciare attraverso le frontiere. I pesanti dispositivi anti Boko Haram, le restrizioni che accompagnano lo stato d’emergenza, la priorità data agli obiettivi militari a detrimento della protezione dei civili aumenta la vulnerabilità di comunità già indebolite.
Oltretutto, i cambiamenti climatici e la degradazione dell’ambiente erodono i mezzi di sussistenza degli agricoltori e dei pescatori. L’inesistenza delle strade, l’insufficiente accesso alle cure e all’educazione, le disuguaglianze tra i sessi, così come una debole autonomia delle donne sono fatti consueti. Situazioni vicine alla carestia si sviluppano e i tassi di mortalità legati alla malnutrizione oltrepassano di molto la soglia d’emergenza. Le donne, i giovani e gli anziani dicono di essere esposti a negligenze, alla violenza e allo sfruttamento. Non solo queste difficoltà socio-politiche si ripercuotono nelle città, cantoni, villaggi e isole del Lago, esacerbando i vettori di una crisi maggiore, ma queste esauriscono le risorse e indeboliscono le capacità delle comunità che affondano poco a poco nella povertà.
Per contrastare questa tendenza, l’organizzazione italiana Coopi tenta di portare una soluzione innovativa organizzando le famiglie degli sfollati e dei rifugiati in raggruppamenti comunitari, attorno ad attività agricole e di allevamento di piccoli ruminanti per permettere loro di far fronte alla crisi alimentare.
Camerun
In buona salute – Accesso all’acqua potabile a Makary
L’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici rappresenta una difficoltà in più per gli sfollati interni del dipartimento del Logone Chari. Nell’arrondissement di Makary, in particolare, la situazione resta precaria, caratterizzata da un basso tasso di copertura dell’approvvigionamento di acqua potabile e di servizi igienici. L’arrivo, in questi ultimi anni, degli sfollati interni ha causato una pressione sulle strutture esistenti e peggiorato la qualità dei servizi. Questo espone le popolazioni locali alle malattie “idriche”, come il colera, il tifo, l’epatite, ecc..
Per aiutare gli sfollati interni e le comunità ospiti a far fronte a questa situazione poco chiara, Coopi prova a riabilitare o costruire dei pozzi nei villaggi dell’arrondissement di Makary. Ciò al fine di permettere l’accesso di tutti all’acqua potabile e a servizi igienici di qualità.
L’organizzazione italiana prova ugualmente a divulgare le buone pratiche d’igiene in seno alle comunità. È così che si possono incontrare dei comitati di gestione dei pozzi, per esempio nelle scuole dove i rappresentati dei professori e le associazioni dei genitori degli alunni giocano un ruolo fondamentale, garantendo una gestione e la durata delle infrastrutture.
Per i beneficiari i questi diversi servizi, l’intervento di Coopi ha permesso di salvaguardare le popolazioni locali dalle malattie legate all’insalubrità e alla cattiva qualità delle infrastrutture idrauliche e igieniche. È dunque un approccio che suscita molto interesse da parte delle comunità e che ha bisogno di essere divulgato nelle altre località del Lago Ciad, che fanno fronte alle stesse difficoltà d’accesso all’acqua potabile.
Camerun
Istruire – Educazione a Makary
A Makary, una città nel dipartimento Chari Logone, nell’Estremo Nord del Camerun,
l’istruzione di centinaia di ragazzi di età compresa tra i 5 ei 18 è a rischio, a causa della chiusura di molte scuole, in seguito alle violenze di Boko Haram.
Mentre molti genitori non hanno i mezzi per assicurare la scolarizzazione dei propri figli, i servizi educativi non riescono ad incontrare le nuove necessità generate dall'emergenza. Gli insegnanti non hanno le competenze necessarie per gestire adeguatamente lo stress post-traumatico di molti studenti.
COOPI è intervenuta per offrire una nuova risposta all’emergenza, attivando un progetto che prevede la ristrutturazione delle scuole (con l’installazione di latrine e pozzi), la costruzione di aule d’emergenza, la fornitura di nuove attrezzature scolastiche e il sostegno alla formazione degli insegnanti, per migliorare l’approccio didattico. Queste fotografie raccontano gli sforzi messi in atti dall’organizzazione per offrire un'istruzione di qualità ai bambini dei profughi di Makari.
Niger
Assistenza Psicologica ai Rifugiati e ai Profughi a Diffa
La regione di Diffa nel sud-est del Niger è una delle zone più colpite dalla crisi umanitaria creata dagli attacchi di Boko Haram.
In questa regione diversi villaggi si sono letteralmente svuotati dei loro abitanti, le infrastrutture sono state distrutte e le famiglie sono state decimate o separate. Tanti bambini, donne e anziani nei campi intorno a Diffa sono rimasti soli, traumatizzati dalle atrocità che hanno subito.
Poiché questa situazione richiede un'attenzione particolare, COOPI sta sperimentando un sistema educativo specifico per chi ha subito dei traumi, così da offrire un’assistenza adeguata.
A tal fine l’approccio didattico favorisce l’individuazione dei bambini e dei ragazzi con problemi psicologici, offrendo loro l’accesso a un'istruzione di qualità, in un ambiente che promuove l'apprendimento, attraverso l’utilizzo di giochi da tavolo, canzoni, danze e disegni. È proprio durante queste attività che gli operatori individuano i problemi di ogni bambino, sviluppando percorsi specifici.
La minaccia costante di Boko Haram e la mancanza di un sistema di protezione statale stabile, inoltre contribuiscono a creare un clima di ansia diffusa tra i profughi e rifugiati di Diffa. Per questo è prioritario aiutarli ad elaborare il proprio vissuto. In questo senso, l'esperienza di COOPI sul territorio merita l'attenzione e il sostegno di tutti.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.